Biagio Antonacci: “Alberto Salerno, il marito di Mara Maionchi e lo scopritore di Eros Ramazzotti. ascoltò i miei primi pezzi e mi disse: “Fanno schifo””
Biagio Antonacci si racconta a Vanity Fair e fa un bilancio sulla sua vita e carriera.
Biagio Antonacci si è raccontato a Vanity Fair, facendo un bilancio sulla sua vita personale e sulla sua (lunga) carriera artistica. Della sua infanzia, ecco i primi ricordi del cantante:
“Papà era povero, arrivò da emigrante a Milano e dormiva nei palazzi in costruzione. La parola povertà la conosco perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa. Ci ha fatto dire: “Ve la faremo vedere”. Sono cresciuto nel Bronx, tra scorribande e risse. Eravamo i ragazzi della Via Pal noi di Rozzano. Quando dicevamo “vengo da lì” sul volto degli altri si formava un’espressione di disgusto”
I primi passi nel mondo della musica furono accompagnati dalla gavetta e da un iniziale sorta di scetticismo:
Sono stato geometra tirocinante e nelle pause suonavo per quelli dell’ufficio animando la sera i piano bar o le budinerie dei navigli. Alberto Salerno, il marito di Mara Maionchi e lo scopritore di Eros Ramazzotti ascoltò i miei primi pezzi e mi disse: “Fanno schifo”, ma io ho sempre pensato che i pazzi fossero loro e che in realtà avevo talento. Ma riconosco di non aver mai mollato nonostante le tante porte in faccia. I primi soldi che ricevetti mi parvero un errore perché la fortuna, ai poveri, sembra sempre uno sbaglio. Quando arrivò dalla Siae un assegno da 20 milioni mia madre mi disse “chiama la Polizia, ti fanno la multa, non sono soldi tuoi”. Le risposi di stare calma: “Non chiamo un cazzo di nessuno mamma, quei soldi sono miei”
Infine, un bilancio sul suo carattere, sulle difficoltà a godersi totalmente la vita e sul pubblico, diviso tra chi lo adora e chi lo critica:
Sono stato sempre conservatore, ma la mia libertà adesso è lasciare una tavola e alzarmi di scatto quando qualcuno mi sta sulle palle. Sogno sempre di essere da un’altra parte, non riesco mai a godermi niente fino in fondo. Vorrei essere più pragmatico e organizzato, ma è contro la mia natura. L’unica cosa che non smetto di fare è la musica, è come il sesso, non se ne può fare a meno. Sogno di restituire la fortuna che ho avuto, far crescere talenti, aprire una fondazione. L’affetto del pubblico? Ci sono quelli che mi amano, quelli a cui sto sul cazzo e ci sono gli agnostici. Mi sta bene così