Home Anathema e Alcest a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, Ottobre 2017

Anathema e Alcest a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, Ottobre 2017

Due concerti lunghi, emozionanti e trascinanti: l’ottima accoppiata ha riempito il Palco B dell’Alcatraz.

pubblicato 2 Novembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 01:02

Ecco com’è andato lo show, nelle parole e foto di Eugenio Crippa.

Quella degli Anathema è da sempre materia molto delicata da trattare. Ben poche band sono state in grado di distanziarsi tanto dal sound degli esordi e, nel farlo, di mutare più volte forma tra una release e l’altra. Non (mi) sembra vero di parlare, ancora oggi, di una formazione vista per la prima volta in azione nel dicembre 1999, all’epoca di uno dei pesi massimi della loro discografia, quel “Judgement” che solo per puro caso, grazie a una scaletta cambiata al volo durante lo show, è stato ricordato con il brano “Deep”.

La realtà oggettiva dei fatti è che, anche se quando passano dall’Alcatraz meneghino gli inglesi suonano sempre e comunque sul palco piccolo, quello dello scorso 16 ottobre è stato forse uno dei loro concerti italiani ‘indoor’ con più pubblico di sempre, un pubblico oggi costituito da varie frange: irriducibili metallari (per assurdo gli Anathema non suonano più metal, discograficamente parlando, da oltre 20 anni), nostalgici, sentimentali che non riescono a riunciare a vedere i propri beniamini dal vivo nonostante le ultime discutibili produzioni e nuove generazioni di ascoltatori, divise tra giovanissimi e persone più mature, attirate da una band forse ignorata per anni e che oggi, facendo parte del roster della K-Scope, si vede affibbiare un’etichetta che difficilmente le assoceremmo: quella di progressive rock.

I fatti sono anche altri, comunque: come previsto, gli Anathema dello scorso millennio sono quasi del tutto assenti in sede live ma, nonostante tutto, le emozioni non sono mancate in oltre due ore di concerto, in particolare nelle canzoni di “Weather System” e “We’re Here Because We’re Here” (la sola “A Simple Mistake”, dedicata dal palco a chi pensa che la band si sia ammorbidita negli ultimi tempi), e gli estratti dall’ultimo e discusso “The Optimist” hanno una resa molto migliore dal vivo che su disco. Questo anche grazie ad almeno quattro musicisti su cinque, generosi, sorridenti, espressivi, comunicativi; il quinto elemento, Danny Cavanagh, leader indiscusso e principale songwriter, purtroppo non è sempre sembrato viaggiare sulle stesse frequenze dei compagni di squadra, ed emblematico è stato il suo dito medio, fissato per oltre un minuto durante il finale di “Untouchable Part 2” in direzione dei fotografi sotto il palco, seguito da un “I’m fucking sick of your cameras” una volta terminata la canzone. Un brutto momento, fortunatamente oscurato dal resto della performance.

In tutto questo, non abbiamo dimenticato i francesi Alcest in apertura, autori di un concerto onesto, solido e trascinante, e stranamente lungo, di un’ora circa, tempo raramente concesso ai gruppi di supporto. Da oltre un anno i quattro portano in tour il quinto album “Kodama”, disco che ha segnato un ritorno alle sonorità degli esordi (‘blackgaze’ le chiamano alcuni, per via di un mix più unico che raro tra black metal e shoegaze) dopo la parentesi ‘soft’ del penultimo “Shelter”. Come sempre, il cantante/chitarrista Neige è restio ai convenevoli tra un brano e l’altro, e lascia che sia principalmente la musica a parlare. Con ottimi, confortanti risultati.

Setlist (Anathema):

San Francisco (The Optimist)
Untouchable Part 1 (Weather Systems)
Untouchable Part 2 (Weather Systems)
Can’t Let Go (The Optimist)
Endless Ways (The Optimist)
The Optimist (The Optimist)
The Lost Song Part 3 (Distant Satellites)
Ariel
Deep (Judgement)
Pressure (A fine day to exit)
Lightning Song (Weather Systems)
A Simple Mistake (We’re Here Because We’re Here)
Closer (A Natural Disaster)

Encore:
Firelight (Distant Satellites)
Distant Satellites (Distant Satellites)
A Natural Disaster (A Natural Disaster)
Back to the Start (The Optimist)
The Exorcist (Monochrome – Danny Cavanagh solo album)
Glory Box (Portishead cover)
Fragile Dreams (Alternative 4)

Setlist (Alcest):

Kodama (Kodama)
Là où naissent les couleurs nouvelles (Les Voyages De L’Âme)
Oiseaux de proie (Kodama)
Eclosion (Kodama)
Autre temps (Les Voyages De L’Âme)
Percées de lumière (Ecailles de Lune)
Délivrance (Shelter)