Area Sanremo 2017, Stefano Senardi a Blogo: “Sarebbe più equo almeno avere tre artisti sul palco di Sanremo”
Area Sanremo 2017, Stefano Senardi: leggi l’intervista su Blogo.it
Sono 145 i cantanti selezionati e ammessi alla fase finale di Area Sanremo. Il weekend del 24, 25 e 26 novembre 2017, al Palafiori di Sanremo, si esibiranno davanti alla Commissione che avrà il compito di decidere quali saranno i due artisti da portare sul palco del Festival 2018. Abbiamo intervistato Stefano Senardi, Direttore Artistico di Area Sanremo, membro della Commissione, per una riflessione su questa edizione arrivata alla battute finali e più intense.
Siamo arrivati alla fase delle semifinali. Un primo bilancio?
E’ andata molto bene. Diciamo prima di tutto è stato abbastanza faticoso, abbiamo selezionato tra i 2500 e 300 0 ragazzi. per arrivare poi ai quasi 1000 che si sono presentati nei due turni di selezione degli ultimi weekend di ottobre. Questi weekend sono importanti perché convochiamo anche alcuni dei più grandi esperti all’interno dell’ambiente del lavoro e della musica -editori, autori, compositori, cantanti- e anche soprattutto alla parte vocale, quest’anno. Abbiamo convocato foniatri (come quella della Scala) e vocal coach di varie scuole. Abbiamo parlato con loro dei vantaggi e svantaggi di cantare in un certo modo. E’ una parte educativa, con stage. Quest’anno abbiamo avuto molti tecnici, così i ragazzi hanno avuto modo in tre giorni interni, tra una selezione e l’altra, di poter seguire queste lezioni. Incoraggiamo i ragazzi a seguire il loro sogno e facciamo anche un’operazione di crescita di scuola e studio. Invitiamo a suonare a parlare tra loro e nascono belle collaborazioni tra loro: chi magari sa scrivere i testi non sa suonare bene la musica, chi è chitarrista non ha, magari, un bassista. E alla sera possono suonare, fare delle session fra di loro. Certamente, secondo me, i due ragazzi ammessi alle Nuove Proposte sono pochi, due sole quote per Area Sanremo. La Rai ha avuto 600 iscritti, noi ne abbiamo esaminati 2900. Abbiamo avuto ragazzi dal Brasile, dalla Bulgaria, Polonia, Malta… Sarebbe più equo almeno avere tre artisti sul palco di Sanremo. La cosa principale, comunque, è partecipare a queste giornate di incontri e studio.
In un’intervista recente hai proprio parlato del desiderio di creare dei corsi sulle canzoni d’autore…
Quest’anno siamo stati fortunati, i ragazzi hanno potuto vedere la canzone d’autore dal vivo, incontrare grandi artisti con cui parlare. Quello che vorrei fare io sarebbe quello di tenere Area Sanremo aperta in diversi momenti dell’anno. Abbiamo ovviamente bisogno di sponsor oltre che del sostegno del Comune di Sanremo, di avere le possibilità per tenere aperti questi momenti di incontro di stage, ameno 4 volte all’anno. Ho un progetto su questo che spero di poter portare avanti il prossimo anno. Anche perché sappiamo che ci sono 50,60.000 ragazzi smarriti che ascoltano tante campane e non sanno cosa fare, vorrebbero diventare cantanti. Quello che diciamo noi è di coltivare il proprio sogno ma di capire, ad un certo punto, se può rimanere uno splendido passatempo e non, invece, a livello professionale. Diamo dei codici per poter crescere e diventare qualcuno nella musica.
Volevo chiederti proprio questo, oltre alle doti naturali, quale caratteristiche dovrebbero avere?
Io dico sempre di essere unici e originali. Se avessero premiato il Bel Canto, Vasco Rossi non sarebbe esistito.
Prima hai accennato ai talent show che sono sempre seguitissimi e ambitissimi. Sanremo, però, rimane sempre un punto fermo per molti giovani. Perché secondo te?
E’ una macchina da guerra con un potenziale tra sponsor e presenza in Rai con un audience altissima. La visibilità è ottima ma, attenzione, è ottima anche per chi viene sconfitto, il rovescio della medaglia.
E quest’anno, infatti, Claudio Baglioni ha deciso di togliere le eliminazioni dalla gara…
Secondo me è una furbizia per evitare che certi Big non ci vadano. Lo scorso anno, Conti ha rottamato una serie di Big importanti e quest’anno, magari, avevano paura di iscriversi. Per evitare che non si iscrivessero ha fatto questo, non è un gesto di democrazia, una furbizia. Questo, ovviamente, a mio avviso. Non ho certezze su questo. Non voglio togliere la buona fede, magari le intenzioni erano ottime. E’ una posizione strategica, secondo me. Se uno va in gara va in gara… una volta che c’è bisogna farla.
C’è un episodio che ricordi particolarmente di questa edizione di Area Sanremo?
Non possiamo fare nomi perché siamo nella fase dei 145 perché troppi ci piacevano. Ricordo che ci sono state un paio di occasioni nelle quali, quando il ragazzo/a ha finito di esibirsi, avevamo tutti le lacrime agli occhi…