Slayer, il fumetto di Repentless: recensione del terzo (e ultimo) numero
Un finale superficiale, per un fumetto indegno: la saga di Repentless si dimentica dei personaggi degli Slayer, ma cita ancora un paio di canzoni…
Terzo e ultimo capitolo per Repentless, il fumetto degli Slayer in cui si porta avanti la trama dei videoclip tratti dall’ultimo album della thrash band.
Ultimo capitolo, tempo di tirare le somme, di chiudere in bellezza?
Nemmeno per sogno: se già i primi due numeri del fumetto erano insufficienti, questo è direttamente una buffonata.
Avevamo lasciato il fratello ariano cattivo in arrivo a Repentless con il suo esercito, deciso a uccidere il suo fratello traditore della causa ariana, e chiunque lo volesse aiutare (Danny Trejo e Slayer compresi).
Bene, in questo numero si assiste alla battaglia. Alla fine il cattivo muore. Non succede nient’altro. C’è un flashback che mostra quanto il cattivo fosse cattivo fin da piccolo, visto che diede fuoco al cane di famiglia.
Non viene spiegato altro (se non, nella battuta finale, che tutto questo è successo perchè “God Hates Us All”). Il tutto si legge in circa tre minuti, visto che metà delle pagine è composta da splash-page con scene di violenza, accompagnata dalla didascalia della canzone Repentless.
E gli Slayer? Nel secondo numero, avevano avuto qualche battuta ed un ruolo nella trama: qui sono solo dei comprimari che appaiono con le pistole in mano, e alla fine confortano il fratello buono. Forse avranno anche aiutato a scavare la fossa comune in cui vengono nascosti tutti i nazisti uccisi. Ma davvero, se fossero sostituiti da qualsiasi altro personaggio, non ci sarebbe stata nessuna differenza.
Quindi, se già il giudizio era negativo sull’opera, la conclusione è direttamente un disastro. Sono sicuro che non vi ritroverete a sfogliare gli albi della Dark Horse Comics fra qualche tempo, per riflettere su qualcosa o per rileggere i passaggi migliori. A meno che non riteniate che le ultime parole del fratello cattivo siano degne di alta letteratura citazionistica, visto che dice “Hell Awaits”.
Sconfortante.
Non so perchè gli Slayer si siano imbarcati in un’avventura simile; non so perchè Jon Schnepp, già autore di “Metalocalypse“, abbia creato una storia così superficiale e piena di citazioni elementari. Non so quanti soldi abbiano dato a Glenn Fabry per le copertine (di cui solo la seconda è veramente bella, le altre due sono trascurabili).
L’intera operazione è un insuccesso, a partire proprio dalla trama che decide di approfondire i personaggi visti in una serie di videoclip, fregandosene completamente dei titolari del fumetto, ovvero gli Slayer, ridotti a comparse macchiettistiche.
Evitate. E’ stata un’occasione sprecata, tutto qui.