Slayer, il fumetto di Repentless: abbiamo letto il primo numero
Senza troppi spoiler: è una schifezza
Trasformare musicisti in eroi dei fumetti è una operazione difficile: anni fa c’erano delle storie a fumetti sui Pantera che combattevano dei mostri ed era una cosa terribile; nemmeno i Kiss (che già il costume da super-eroi ce l’hanno) sono riusciti a scrivere un buon fumetto, nonostante l’aiuto di Todd McFarlane. L’unico che abbia mai trasformato un musicista in un buon fumetto, basando una storia su un concept album, è Alice Cooper con The Last Temptation. Il fumetto era scritto da Neil Gaiman. Praticamente il Dio dei fumetti.
Veniamo quindi a questo primo numero (di tre previsti) di Repentless, pubblicato dalla Dark Horse Comics. La miniserie è stata presentata come una “espansione” dei temi trattati nell’ultimo disco degli Slayer (Repentless, appunto), tenendo anche conto dei videoclip tratti dai singoli, video che parlano di “tradimento, odio, lealtà, famiglia e omicidio“.
Sfogliamo le 24 pagine di Repentless #1 e ci troviamo subito catapultati effettivamente in tutto questo: tradimento, odio, lealtà, famiglia e omicidio. Tutto si svolge all’interno di una comunità neonazista (penso che il fumetto verrà bandito in Germania, per eccessivo abuso di svastiche nelle sue pagine): due fratelli sono degli ariani acqua e sapone, finchè uno non decide di sposare una ragazza di colore. L’altro fratello non la prende bene, fa finire quello buono in carcere e poi vuole distruggerlo psicologicamente.
Solo che quello buono in carcere incontra un messicano buono e… wo-wo-wo! Salta fuori che questo fumetto vuole dare una backstory al videoclip di Repentless. Andate a guardarvi il video (cliccando sul link). Vedete il tizio con la benda nera su un occhio, che uccide il secondino in carcere? Ecco, è il protagonista del fumetto! Il fratello exneonazista! E vedete Danny Trejo nel video? Ecco, è il messicano buono!
I due evadono di prigione (nel fumetto non si capisce assolutamente come… dovete aver visto il videoclip per sapere come fanno!) e vogliono vendicarsi dei maledetti nazisti dell’Illinois.
E gli Slayer?
Non doveva essere un fumetto “degli” Slayer? In questo primo numero si nota un 95% di assenza totale di Slayer.
Però… però ci sono le citazioni. Roba scritta da un bambinetto che come compito a casa deve inserire a forza delle citazioni da canzoni degli Slayer. Tra l’altro, tutte citazioni da dischi vecchi degli Slayer, non da Repentless, l’ultimo disco da cui l’intero fumetto prende il nome!!!
Abbiamo quindi un killer violento che indossa una Dead Skin Mask (occhiolino), c’è un tizio che dà una pessima notizia al protagonista dicendogli che “God Hates Us All”, c’è una citazione (totalmente a casaccio) di Seven Faces, e l’autoradio in macchina dei cattivi spara fuori World Painted Blood, mentre in un bar malfamato ascoltano Angel Of Death. Wow.
Ma tranquilli, nella penultima pagina (quella che avevano mostrato in anteprima) arrivano gli Slayer in carne ed ossa e…
SPOILER
c’è una “sconvolgente” rivelazione finale: il personaggio di Danny Trejo, è amico fraterno di Tom Araya. E uccideranno insieme i nazisti.
Fine primo numero.
Ragazzi, questo fumetto è una vera schifezza. La sceneggiatura è a dir poco raffazzonata, alcuni passaggi non sono per nulla chiari: passando oltre le patetiche didascalie iniziali, in un punto cruciale della trama non si capisce come il protagonista passi da una rivolta in carcere ad un sotterraneo in una casa di campagna circondato da poliziotti corrotti, e quando nella pagina dopo mostrano la sua ragazza con la gola tagliata, non si ha idea di come sia arrivata fin lì, come l’abbiano trovata e chi sia il tizio che l’ha appena uccisa. Certo, è tutto spiegato nel video di Pride In Predjudice, ma il fumetto non prova neanche a dirvi di guardarlo: passa da una pagina all’altra cambiando ambientazione, protagonisti, atmosfera.
C’è molta violenza, ma è una semplice “vulgar display of power”. Non serve a niente avere un killer cattivissimo che deve scuoiare un tizio, se non capisce nemmeno per quale motivo lo sta ammazzando.
Non si capisce niente. I disegni sono giusto “accettabili”. Ci sono pochi Slayer.
C’è solo la copertina di Glenn Fabry, a salvare questo fumetto. E il logo degli Slayer in copertina. Insomma, è una cosa bella da comprare e appendere in camera. Ma non sfogliatelo, non leggetelo… fatevi un favore.
Noi andremo avanti con la lettura dei prossimi numeri, tanto ne mancano solo due.