Nek, Unici: l’unicità delle piccole cose amorose che strizza l’occhio alla passione [recensione album]
Unici di Nek, il nuovo album: la recensione su Blogo.it
E’ uscito Unici, il nuovo album di Nek. Il disco esce a distanza di poco più di un anno dal precedente Prima di parlare, dal quale sono stati estratti i brani di successo Fatti avanti amore (vincitore morale al Festival di Sanremo) e la cover di Se telefonando, trasmessa moltissimo in radio e vendutissima nell’estate 2015.
Il disco si apre con la titletrack Unici, il secondo brano estratto per promuovere l’album. Un inno all’unicità che non ha necessariamente bisogno di effetti speciali ma che prende forza proprio dalla potenza del rapporto a due (“Siamo unici, unici, gli unici, anche se non lo saprà nessuno, siamo unici unici gli unici, io e te, l’amore in primo piano”). E’ proprio quello, l’amore, ad essere protagonista assoluto. Differente è una dichiarazione d’amore e, come nel caso della prima traccia, è la diversità, la differenza a fare l’unicità di quello che caratterizzata il rapporto cantato. (“Il mio amore è differente, non ha domande né risposte, Ed è vero fin quando ce n’è, puoi restare e fidarti di me”).
Questo so di me, liberamente ispirato alla poesia Valore di Erri De Lica, è un elenco -con echi allo stile di Renga- di quelli che sono i valori che contano (“Considero valore volerti ringraziare, per un motivo esatto che non so ricordare, considero valore sfidare anche l’amore”). L’amore, anche in questo caso, è l’elemento chiave. Si cambia registro, invece, con Freud, il brano cantato in duetto con J.ax, un pezzo ritmato, ironico (“Dopo secoli di quadri romanzi e canzoni, ho capito solo che l’amore non ha manuale d’istruzioni, E tu sei ancora mia nonostante Freud dica che non siamo compatibili”). Un possibile singolo perfetto per la prossima primavera/estate 2017.
Uno di questi giorni è il brano che ha dato ufficialmente il via a questa nuovo capitolo discografico, uscito nell’estate 2016. Un pezzo che gioca con la voglia di evasione, di sensualità e di una grande fuga romantica guidata dall’irrazionalità del sentimento. Mia vede Nek avvicinarsi al sound R&B per un brano che fa della carta sensuale il suo elemento chiave, la “possessione” dell’amore (“Mia, mia, e davanti a ogni dubbio tu sei lo stesso Mia mia, per diritto d’amore lo dico adesso (…) E concedi un ballo al mondo tanto lui non ti avrà mai”).
Il giardino dell’Eden gioca con la carta della sensualità e della passione, l’istinto (“Due corpi in stereofonia, la tua bocca che trova la mia, esplodimi al centro del cuore”). Il giardino dell’Eden torna ad essere luogo dell’origine, della bellezza primitiva che si stava cercando. La mia terra è l’omaggio di Nek alla sua terra d’origine, quella Sassuolo che ama e che è l’unica città nella quale si possa sentire veramente a casa. Anche in questo caso, si celebrano i valori importanti del cantante (“In mezzo al mio disordine tu resti l’unica che cerco se non mi trovo perché sei…”).
Quando era ora vede Nek confrontarsi con il tema dei rimpianti, del desiderio di chi ha l’urgenza di voler cambiare qualcosa ma è troppo tardi perché accada. Immagini che rispecchiano queste sensazioni, da macerie a guerra, simboli efficaci di un paesaggio virtualmente distrutto e incapace di poter essere ricostruito. L’orgoglio ha avuto la meglio e ormai, una volta compreso l’errore, “non c’è niente da fare”. In braccio è un intenso ritratto dell’amore sempre presente, quello che non abbandona mai chi ha accanto, un quotidiano prendersi cura della persona cara, con ruoli che si invertono (“Mi devi credere quanto ti giuro che ora tocca a me sarò io a prendere in braccio, se tutto è fragile ricorda solo che ora tocca a me sarò io a prendere in braccio te”). Un pezzo molto intenso e malinconico col sapore di una dolce carezza.
A chiudere l’album è Futuro 2.0 un pezzo energico e ritmato che guarda a quello che avverrà nelle nostre vite, nel futuro, un gioco di divertiti ottimismi. C’è la sfumatura paterna del cantante verso quello che sarà il mondo (“Ho pensato a mia figlia e a quale futuro l’attende”).
Unici, l’ultimo lavoro di Nek, è un album che non tradisce i fan che da anni accompagnano il cantante in questo suo lungo viaggio musicale e che diverte a stupire e strizzare l’occhio ad una sensualità, mai esagerata ma ammiccante, presente. L’amore resta, come da tradizione, uno dei temi principali del suo sound, lontano però da effetti speciali sterili, piuttosto coccolato da quella quotidianità raccontata nelle sue più diverse gradazioni. Uniche, per l’appunto.
01. Unici
02. Differente
03. Questo so di me
04. Freud (featuring J-ax)
05. Uno di questi giorni
06. Mia
07. Il giardino dell’Eden
08. La mia terra
09. Quando era ora
10. In braccio
11. Futuro 2.0