Gabry Ponte a Blogo: “Che ne sanno i 2000? Le cose nate all’improvviso sono le migliori”
Intervista a Gabry Ponte. Il deejay parla del brano Che ne sanno i 2000.
“Non era un singolo previsto. Le cose nate all’improvviso sono le migliori”. Così Gabry Ponte parla di Che ne sanno i 2000, il brano realizzato in collaborazione con Danti dei Two Fingerz che sta spopolando sul web. “E’ sempre così, è quando si fanno le cose per divertirsi che poi arrivano i risultati. Quando fai le cose pensandoci troppo, diventano macchinose e costruite”.
E’ stato definito “street-single”. Ovvero?
“E’ nato davvero per gioco con l’idea di fare un regalo da consegnare a quei fan che si aspettavano un follow-up del mio lavoro con i Two Fingerz. Ci siamo incontrati con Danti, un nostro amico cii ha segnalato questo meme che stava girando con così tanta forza sul web e abbiamo fatto il disco cavalcando questo tormentone”.
Il linguaggio è “a cavallo fra due generazioni”. I più piccoli rischiano di risentirsi?
“Ho scoperto che i 2000 ne sanno più di noi (ride, ndr). Conoscono bene tutto quello che abbiamo nominato nel brano e riceviamo un sacco di messaggio da parte dei social da parte loro. ‘La canzone spacca’, ci dicono. Io ricordo le prime canzoni generazionali, tipo Gli Anni degli 883, e quando le ascoltavo non sapevo neppure cosa fossero le Roy Rogers. Invece loro, grazie a internet, conoscono tutto. Quando faccio le serate i ragazzi di 15 anni ballano le canzoni che ho fatto quando loro neanche erano nati”.
Cosa ti crea nostalgia e cosa rimpiangi degli anni ’80/’90?
“Non rimpiango nulla. La nostalgia invece c’è. Ci sono sempre dei bei ricordi che accarezzo ogni tanto. I brani generazionali mi sono sempre piaciuti molto, sia da ascoltatore che da ‘praticante’. Già con gli Effeil c’erano stati più brani che sfioravano questo tema come Figli di Pitagora“.
Fra le tante citazione del brano, c’è anche il Festivalbar. Manca oggi una vetrina del genere? Tu in quegli anni lì hai sfornato parecchie hit.
“Noi ci siamo cresciuti con il Festivalbar. E’ stata una grande emozione suonare lì. Sicuramente quello mi manca. Però ultimamente c’è il Coca-Cola Summer Festival che ha fatto un ottimo lavoro, ha cercato di riposizionarsi in quella fascia. E poi ci sono tanti festival, magari non televisivi, ma che vanno bene a livello di afflusso di gente. Ci sono molti più Festival, magari più piccoli, ma la voglia di riunirsi e ballare c’è sempre”.
Hit e nostalgia. Hai citato gli Effeil 65. Una reunion, oggi, è possibile?
“E’ un progetto legato al passato”.
Com’è la scena ‘dance’ in Italia?
“La musica dance italiana vive un buon periodo. Ci sono un sacco di produttori in gamba, giovani, che stanno facendo parlare di se anche al di fuori dell’Italia. Si è riaperto il filone della musica dance cantata in italiano, filone che noi abbiamo cavalcato per anni. Vedo che c’è parecchio fermento, spero che prima o poi qualche produttore italiano riesca a piazzare una bella hit a livello mondiale… come abbiamo fatto noi o Benny Benassi ai tempi”.
Il web sta avendo un ruolo importante. Rovazzi, che appare anche nel vostro video, ha sfornato il tormentone dell’estate.
“Io penso che dietro ogni successo ci sia un motivo. E penso che sia giusto che ognuno segua i propri sogni. Magari uno inizia come youtuber e finisce a fare musica o viceversa. L’importante è dare spazio alla creatività. Cito i Mates perché ho avuto occasione di lavorare con loro per il video del brano: hanno 19 anni, una creatività incredibile e lavorano sodo. Una sera ero in macchina con il più giovane di loro, era venuto con me a fare una serata e mentre stavamo tornando a casa, di notte, si è messo in macchina a montare video. Hanno una disciplina notevole. Non sono ragazzi che cazzeggiano, si impegnano e si meritano quei risultati”.
Allora, forse, i talent non sono l’unico modo per emergere.
“I talent rappresentano un’occasione. Sono ancora oggi un’importante vetrina, spesso per ragazzi che vengono dal web. Internet e la tv hanno un target diverso. Su internet gli youtuber sono visti da un pubblico molto giovane, mentre la tv è vista da un pubblico più ampio. Sempre più spesso noto che personaggi nati su internet vengono presi e sdoganati dalla tv. Il mondo televisivo ha iniziato a fare scouting sul web ed è un buon segno. Questo è un fenomeno generazionale che non va combattuto ma sfruttato”.
L’esperienza di Amici è da considerarsi chiusa?
“Si è chiusa due anni fa. E’ stata una parentesi, la tv non è il mio lavoro. Anche se è stata una bella esperienza, ho preferito riconcentrarmi sulla musica. Mi portava via tanto tempo. E’ stata un’esperienza che mi ha insegnato molto, sono grato a Maria e al suo team di lavoro pazzesco. Se tornassi indietro, la rifarei”.
Unendo la musica dance ai talent. Hai visto Top Dj?
“Non ho visto l’ultima edizione. Ho visto quella precedente su Sky. Ci vedevo degli ottimi spunti a livello di realizzazione. Secondo me c’è una difficoltà oggettiva: il dj è poco televisivo. A parte il lato strettamente tecnico, una delle abilità di un deejay è quella di saper creare un’atmosfera e saper coinvolgere la gente. Quell’aspetto lo valuti nell’arco di un’ora di set. Un programma televisivo, con quelle tempistiche lì, può risultare riduttivo. Però, ripeto, ho visto degli ottimi spunti. Hanno fatto un ottimo lavoro”.
Che estate sarà per Gabry Ponte?
“AcquaFan è un partner dell’estate. Ogni domenica sono ospite del loro party in piscina. E’ partito due settimane fa, quando abbiamo girato il video, ed è andata molto bene. La tournée inizia questo fine settimana, durerà fino a fine agosto ed è molto serrata”.