Home Notizie Mogol: “Lucio Battisti è tornato libero”. I loro brani potrebbero sbarcare in rete

Mogol: “Lucio Battisti è tornato libero”. I loro brani potrebbero sbarcare in rete

Le canzoni di Mogol e Battisti saranno messe online?

pubblicato 27 Luglio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 15:13

Sentenza: la società che gestisce i diritti di utilizzazione economica del repertorio Mogol/Battisti (la Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l.), amministrata dalla vedova Grazia Letizia Veronese, dovrà risarcire il paroliere Giulio Repetti per 2,6 milioni di euro. Il tribunale ha condannato “l’ ostracismo opposto dalla Signora a qualsiasi utilizzo, promozione o celebrazione di brani del marito Lucio Battisti”. Presto, i brani potrebbero trovarsi sulle principali piattaforme di streaming e download.

“Sono contento, è un atto di giustizia – ‘festeggia’ Mogol su Libero -. Lucio è tornato libero. Lui appartiene a tutti. Tutto ciò che riguarda la promozione del suo repertorio è giusto, lo tiene vivo e questo è importante anche per i giovani. Non ho vinto io, abbiamo vinto tutti: serve qualità, oggi”.

Oggi la musica è cambiata. “Il punto è che purtroppo la promozione si è messa a fare la produzione. E questo fa in modo che non ci sia più la ricerca delle cose belle, ma quella del profitto […] Un tempo i cantautori adattavano molto spesso la musica alle parole e quindi qualche volta la sacrificavano, facendo delle messine cantate. Ricorda le canzoni di protesta? Quella cosa non esiste più. Erano scritte in base ad una forma ideologica. Erano discorsi politici. Si andava a cantare col pugno alzato o la mano tesa. Ai tempi non appartenere a un’ ideologia politica era una colpa: voleva dire essere dei qualunquisti. Lucio ed io cantavamo di cose universali, per questo le nostre canzoni restano”.

Vanno alla grande i talent, ma lì “né Battisti né Mogol” avrebbero sfondato. “Questo è molto grave. Dalla qualità della cultura popolare dipende anche quella di un popolo. Un libro di grande successo vende 100 mila copie. Una canzone popolare viene conosciuta e assorbita da decine di milioni di persone: è una responsabilità. La cultura popolare è tutto. Sto parlando dei grandi successi. Che sono sempre più rari”.

Come dargli torto.

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