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Siae e Mogol contro Gigi d’Alessio: “SoundReef paga per andare da loro”

Gigi d’Alessio lascia Siae. Le reazioni.

pubblicato 29 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 16:56

“Mi ha convinto la possibilità di avere un rendiconto dettagliato dei passaggi delle mie canzoni.. Non ci trovo nulla di male che se ne occupi una società privata, che deve fare profitto. Bisogna credere nell’innovazione tecnologica”. Con queste parole Gigi d’Alessio ha comunicato il suo addio (o arrivederci?) a Siae in favore di Soundreef. E’ il secondo grande artista italiano, dopo Fedez.

Una decisione che ha suscitato dure reazioni. Filippo Sugar, presidente della Società Italiana Autori ed Editori, ha risposto con una nota ufficiale:

“SIAE è un’Associazione senza scopo di lucro che tutela il diritto d’Autore di tutti i suoi Associati senza alcuna discriminazione tra artisti popolari o meno popolari, giovani o meno giovani in tutti i settori della cultura, e non può permettersi di ingaggiare con una campagna acquisti singoli artisti, cosa che ci risulta stia facendo Soundreef.
Abbiamo anche delle perplessità su quanto questo tipo di approccio possa essere continuativo nel tempo perché, a meno che Soundreef abbia fondi illimitati, che SIAE sicuramente non ha, è evidente che una volta ingaggiati 5, 10, 20 artisti appare complicato che possa mantenere un modello di business adeguato per la tutela dei diritti di tutti gli Autori.
Ci stupiamo delle parole di Gigi D’Alessio, non capiamo a cosa si riferisca in tema di trasparenza perché la nostra ripartizione è gestita in modo del tutto trasparente, utilizzazione per utilizzazione. Nel rendiconto che inviamo ai nostri Associati vi sono indicazioni molto dettagliate: titolo per titolo, fonte per fonte.
Ci risulta complicato, sempre alla luce del modello di business di Soundreef, capire la creazione di posti di lavoro a cui fa riferimento Gigi D’Alessio. Vorrei ricordare, a tal proposito, che la SIAE ha oltre 1200 dipendenti e 503 agenzie mandatarie su tutto il territorio Italiano senza le quali sarebbe impossibile svolgere il nostro lavoro adeguatamente e stare dalla parte di chi crea difendendo il diritto d’Autore”.

Mogol, il paroliere italiano per eccellenza, ha manifestato la sua idea sulle pagine del Corriere della Sera: “Gigi D’Alessio è mio amico. Mi ha chiamato per dirmi che aveva avuto questa opportunità. Credo volesse solo raccontarmelo. Gli ho detto che la pensavo in modo assolutamente opposto. La notizia del suo passaggio mi è un po’ dispiaciuta, temo fortemente che alla fine sia un danno per gli autori. Questa società (Soundsreef, ndr) non la conosco, so soltanto che sta offrendo dei soldi ad alcuni autori per fare lei gli incassi. E qualcuno gli ha detto di sì. Ma francamente non so nemmeno se avrà vita lunga: perché gli anticipi che offre sono spese importanti, mentre la possibilità di incasso è relativa. Come fa a garantire il controllo di tutte le esecuzioni?”.

E sul discusso ‘monopolio’ della Siae dice: “Penso invece che proprio la capillarità della Siae sia la garanzia della buona riuscita nella riscossione dei diritti d’autore. Basti pensare questo: nonostante lo sfruttamento del diritto d’autore sia aumentato di oltre cento volte negli ultimi trent’anni, mi riferisco per esempio ai telefonini, gli incassi non sono cresciuti in proporzione. Questo è un problema che non riguarda soltanto la Siae, è un problema internazionale. Nessuno sa come fare”.

Chi saranno i prossimi?

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