Gianluca Grignani: “Le rockstar non esistono, io sono rock 2.0”
Gianluca Grignani presenta Una strada in mezzo al cielo, l’album per festeggiare i 20 anni di carriera.
“Ho tante cose da dire, finalmente sono libero da chi non voleva farmi parlare”. Gianluca Grignani è un fiume in piena, ha voglia di raccontare e far conoscere Una strada in mezzo al cielo, il nuovo album in uscita venerdì 6 maggio che celebra i 20 anni di carriera del cantautore. Un inedito e sedici canzoni già note, estratte dai suoi primi due album, re intrerpretate con Ligabue (“Mi ha insegnato il metodo, La fabbrica di plastica era perfetta per lui… i cimiteri sono pieni di persone che vogliono fare rock”), Luca Carboni (“Ha cantato Falco a metà meglio di me, non avevo il phatos che c’ha messo lui”), Elisa, Carmen Consoli, Annalisa, Fabrizio Moro, Max Pezzali e Federico Zampaglione.
Perché festeggiare proprio con le canzoni degli album Destinazione Paradiso e La fabbrica di plastica? “Sono stati i due dischi più discussi della musica italiana, erano cose folli. Le canzoni di Destinazione Paradiso erano forti ma troppo dolci, erano state rese pop-rock… non era il mio mondo. Le case discografiche volevano un Grignani patinato, volevano darmi un’immagine. Ma io scalpitavo, non me ne fregava nulla. Ho cominciato a crederci… anzi, c’ho sempre creduto. Ho anche iniziato a suonare la chitarra elettrica perché avevo qualcosa da dire, ero sempre solo e avevo bisogno di comunicare. Non mi interessava nulla delle ragazze, quelle sono arrivate dopo”.
E poi è arrivato La fabbrica di plastica, un album di rottura: “Ho fatto tutto da solo, mixaggi compresi. E’ stato definito da Rolling Stone il disco più bello d’Italia, quando uscì creò scompiglio. Non potevo diventare un’altra persona per far piacere ai miei discografici. Sapevo che avrei potuto fare una cosa che mi avrebbe cancellato per sempre dalla musica italiana, ma l’ho fatta comunque”. I numeri di quei due dischi sono sotto gli occhi di tutti: quasi 3 milioni di copie.
Oggi chi è Grignani? “E’ quel ragazzo che ha messo piede sul palco del Festival di Sanremo per cantare Destinazione Paradiso e ha capito che le rockstar non esistono. Sì, le rockstar non esistono. Quando sono sceso da quel palco, avevo capito che i miei sogni erano già infranti. Ecco perché poi c’è stata La fabbrica di plastica, ecco perché c’è stato un atteggiamento scostante in televisione. Un mio amico, che forse tanto amico non è, ha messo in giro la voce che io sono ingestibile, tutti hanno cominciato a credergli. Ecco, quella voce mi ha fatto soffrire. Ho subito, mi sono messo in situazioni difficili…”.
Quindi ‘rock 2.0‘, lo spettacolo dal vivo che andrà in scena il 1 dicembre all’Alcatraz di Milano ed il 3 dicembre all’Atlantico di Roma (le prevendite partiranno dal 9 maggio alle ore 12, su TicketOne): “Rock 2.0 è un modo nuovo di dire le cose. Lo ripeto: le rockstar non esistono. Io sono un musicista ma anche un uomo. I concerti si faranno in posti piccoli perché non voglio fare il fenomeno e voglio vedere cosa succede. Mi piaceva l’idea di stare in contatto con il pubblico: saremo io, gli spettatori e la mia band (ci sarà il percussionista dei Led Zeppelin). E forse qualche ospite. Se non ci saranno, ce ne freghiamo. Mi sono preso un anno di tempo per fare un grande concerto”.
Photo credits | Francesca Dall’Olio