Alex Britti: “Ecco Perché ho scritto una canzone contro la violenza sulle donne”
Alex Britti ha svelato a Storie Vere com’è nato il suo ultimo singolo: “Ho difeso una donna picchiata per strada”
Alex Britti ha spiegato il perché ha scritto la canzone Perché. Lo ha fatto aprendo la puntata di Storie Vere dell’8 marzo dedicata alle donne, in un’intervista in esterna realizzata dalla conduttrice Eleonora Daniele. Divenuto testimonial di WeWorld, associazione che si batte contro la violenza sulle donne, il cantante è sempre più in prima linea sul tema:
“Ho scritto questa canzone un paio di anni fa. Penso ce ne fosse bisogno. Ogni tanto noi cantanti dobbiamo fare cose per il sociale senza mai scadere nell’essere ruffiani. Fare cose di cuore, di pancia, di istinto”.
Ecco come nasce il suo ultimo singolo, uscito lo scorso autunno:
“Perché è una domanda sia alle donne perché subiscono sia agli uomini perché si comportano ancora in un certo modo. Consiglio a questi uomini di andare da un medico, di dirgli quello che provano quando non riescono a fermarsi e magari si possono curare. Un uomo che picchia una donna è perché è insicuro, l’insicurezza è una patologia curabile come il menisco. Vai dal medico, ti fai un po’ di colloqui, risparmi un po’ di violenza alla tua donna e un po’ di carcere a te”.
Il cantante ha, quindi, commentato il suo recente impegno nel sociale:
“Con l’associazione WeWorld ci siamo ritrovati a lavorare insieme, poi per il fatto che sono un personaggio mi chiamano testimonial. E’ un messaggio che deve passare più a livello culturale sulla massa che sul singolo. Spesso la donna viene considerata non dico inferiore, che è un termine superato, ma ancora come una cosa non pari all’uomo. Questo fenomeno si combatte con la cultura, l’informazione. Era successo un caso di violenza su una ragazza, la cosa mi aveva colpito. Poi a Milano ho visto per strada un ragazzo che prendeva a pugni una ragazza, l’ho messo in fuga ma ho scoperto poi che era il marito. Ho soltanto rinviato quello che sarebbe stato il loro appuntamento più tardi. Mi è rimasta addosso quella sensazione di impotenza, quello che non sono riuscito a far con le mani l’ho fatto con una canzone”.
A proposito della problematicità delle nuove generazioni, Britti non ha l’ossessione di intercettarle a tutti i costi:
“Con i giovani comunicare è un’incognita, spesso hanno personalità e menti ancora modellabili, che ancora non sono formate. Devono ancora capire le loro inclinazioni, i loro gusti. Uno scrive a caso quello che sente dentro, se corrisponde al loro lo percepiscono”.