Arisa, Guardando il cielo: un album che racconta le tante sfumature della cantante [recensione]
Arisa, Guardando il cielo: recensione dell’album su Blogo.it
A distanza di due anni da “Se vedo te” e dal meraviglioso “Amami”, Arisa è tornata in gara a Sanremo e ha rilasciato il suo nuovo disco, Guardando il cielo, titolo dell’omonimo brano con cui si è presentata al Festival. Un pezzo elegante, malinconico che ha incantato il pubblico e confermato, ancora una volta -se ci fosse bisogno- della potenza vocale della cantante. Il resto, gli abiti, i vestiti e il look, sinceramente, non c’entrano nulla e sono polemiche che lasciano il tempo che trovano.
Su “Guardando ii cielo”, avevo molto aspettative. Sognavo di potermi immergere nelle atmosfere del suo disco di quattro anni fa. Mi aveva letteralmente folgorato. E le 11 tracce non deludono affatto. Si apre con una sorta di preghiera, “Voce”, quella che Arisa ha dimostrato più volte di possedere. L’amore della mia vita è una dolcissima dedica al pianoforte:
“Cambia la nostra età, la direzione delle scelte e, a volte, anche se tu non vuoi qualcosa poi si perde. Ma c’è qualcosa che resta sempre accesa e vive dentro ad ogni cosa, quando mi culli in un abbraccio ogni paura è cancellata e io ritrovo in te, da sempre, per sempre, l’amore della mia vita”
La musica, l’amore, tutto può essere in questa delicata poesia. Fidati di me è la richiesta di lasciarsi andare (“io ci sarà sempre per sempre, ermeticamente, appassionatamente”) con un sound quasi orientaleggiante, una donna un po’ geisha nel suo amore assoluto.
Lascerò è un’amara riflessione su un sentimento finito (“C’è stato un momento in cui tutto ogni cosa parlava di te, lascio una storia finita tu non ne hai il coraggio, io mordo la vita”). Di fronte a una relazione ormai naufragata, resta il dolore di qualcosa che è terminato e di fronte al quale non si può può far finta di nulla. Tutto non funziona più. Dolorosamente vera.
Io e te come fosse ieri è una gioiosa ed energica canzone con un ritmo immediato. Arisa gioca descrivendosi in “Una donna come me” (“Ha bisogno di un uomo come il lampo ha bisogno del tuono, come il mare ha bisogno dell’onda. E la prima volta della seconda”). Prima di ascoltare la cover di Cuore -presentata anche a Sanremo- arriva Gaia riflette di un apocalittico futuro con l’acqua che è come l’oro e l’Amazzonia è grande come un ettaro. E allora, meglio sperare di non esserci più (“Se ci sarò mi sparo”).
Strizza l’occhio al passato Arisa con l’ultima canzone del disco, Per vivere ancora. Fa centro, parlando di una vita che sa far sorridere e soffrire
“Non è un film di Natale, non è una condanna, non ha soluzione però è un bel regalo che voglio scartare con te”
Lo stesso bel regalo, da parte di Arisa, per chi ascolta queste undici tracce personali, per lo più deliziose.