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Aspettando Sanremo 2016: in ricordo di Luigi Tenco

In attesa di Sanremo 2016, il ricordo di Luigi Tenco su Blogo.it

pubblicato 25 Gennaio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 21:39

Luigi Tenco ha iniziato la sua carriera musicale nel 1953 con Jelly Roll Boys Jazz band, interpretando una serie di cover tra le quali i brani di Nat King Cole. Dopo aver tentato, senza successo, la carriera universitaria, diventa sassofonista per il Modern Jazz Group e conosce Fabrizio De Andrè. Negli anni successivi inizia a collaborare con la Dischi Ricordi -incontrando Gino Paoli e Ornella Vanoni- e firma poi un contratto con la casa discografica.

Nel 1961 avviene il suo debutto come cantante solista con I miei giorni perduti. Dopo Mi sono innamorato di te e Angela, nascono i primi problemi con la censura, causati da brani come Cara Maestra e Una brava ragazza. Si affida ad una nuova etichetta, la Jolly, e poi la RCA Italiana. Tra i successi di quel periodo spiccano Un giorno dopo l’altro e l’indimenticabile Lontano lontano.

Il 1967 diventa l’anno della tragedia. Il cantante si presenta in gara al Festival di Sanremo con Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti in momenti separati (Tenco e Dalida). Il pezzo di Tenco arrivò dodicesimo in classifica e fu escluso dalla serata finale del Festival. A nulla servì, purtroppo, il ripescaggio.

In quella stessa notte, all’Hotel Savoy, nella stanza 219, Luigi Tenco si tolse la vita. Tra le prime persone a scoprire il corpo del cantante c’è Lucio Dalla e Dalida con cui, poco prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo Ciao amore, ciao. Tenco si sparò e lasciò un biglietto vicino:

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.

Vi furono diverse indagini per accertare il suicidio come causa della sua morte (il proiettile non venne trovato). Alla fine, il caso venne chiuso e la morte dell’artista venne classificato come suicidio.

Per concludere il ricordo di Luigi Tenco, non c’è probabilmente modo migliore se non quello di riascoltare la sua celebre e sottovalutata (ai tempi) Ciao amore ciao.

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La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c’e’ il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent’anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.

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