Aspettando Sanremo 2016: in ricordo di Luigi Tenco
In attesa di Sanremo 2016, il ricordo di Luigi Tenco su Blogo.it
Luigi Tenco ha iniziato la sua carriera musicale nel 1953 con Jelly Roll Boys Jazz band, interpretando una serie di cover tra le quali i brani di Nat King Cole. Dopo aver tentato, senza successo, la carriera universitaria, diventa sassofonista per il Modern Jazz Group e conosce Fabrizio De Andrè. Negli anni successivi inizia a collaborare con la Dischi Ricordi -incontrando Gino Paoli e Ornella Vanoni- e firma poi un contratto con la casa discografica.
Nel 1961 avviene il suo debutto come cantante solista con I miei giorni perduti. Dopo Mi sono innamorato di te e Angela, nascono i primi problemi con la censura, causati da brani come Cara Maestra e Una brava ragazza. Si affida ad una nuova etichetta, la Jolly, e poi la RCA Italiana. Tra i successi di quel periodo spiccano Un giorno dopo l’altro e l’indimenticabile Lontano lontano.
Il 1967 diventa l’anno della tragedia. Il cantante si presenta in gara al Festival di Sanremo con Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti in momenti separati (Tenco e Dalida). Il pezzo di Tenco arrivò dodicesimo in classifica e fu escluso dalla serata finale del Festival. A nulla servì, purtroppo, il ripescaggio.
In quella stessa notte, all’Hotel Savoy, nella stanza 219, Luigi Tenco si tolse la vita. Tra le prime persone a scoprire il corpo del cantante c’è Lucio Dalla e Dalida con cui, poco prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo Ciao amore, ciao. Tenco si sparò e lasciò un biglietto vicino:
Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.
Vi furono diverse indagini per accertare il suicidio come causa della sua morte (il proiettile non venne trovato). Alla fine, il caso venne chiuso e la morte dell’artista venne classificato come suicidio.
Per concludere il ricordo di Luigi Tenco, non c’è probabilmente modo migliore se non quello di riascoltare la sua celebre e sottovalutata (ai tempi) Ciao amore ciao.
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La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c’e’ il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent’anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
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