Umberto Tozzi a Blogo: “Un tributo a Sanremo? Credo sia giusto, dovrebbe essere un’idea” [video]
Ma che spettacolo, il nuovo album di Umberto Tozzi: il cantante intervistato da Blogo.it
Dopo anni di assenza dalle scene musicali, Umberto Tozzi torna venerdì con il suo nuovo album, Ma che spettacolo. Anticipato dal singolo Tu sei l’immenso amore mio, il disco contiene tredici inediti nella sua versione standard mentre, in quella deluxe, sono presenti anche un dvd live registrato il 1 dicembre 2012 e un duetto con Lucia Mendez in “No digas sì no digas no”.
A margine della conferenza stampa -che potete rileggere cliccando nel post qui sotto, abbiamo incontrato il cantante per fargli alcune domande.
In apertura post potete vedere il video della nostra intervista.
Il 30 ottobre esce il nuovo album Ma che spettacolo, un titolo che sembra apparentemente positivo però è, in realtà, una critica verso una società per via delle notizia che si ascoltano nei Tg, si leggono sui giornali. E proprio nella titletrack del disco si parla di un miracolo verso cui si potrebbe sperare. Qual è secondo lei il più urgente?
Nel miracolo ci speriamo da tanto tempo. Perché è troppo tempo che nella società in qualche modo -di tutti i paesi del mondo- esiste una disuguaglianza che ormai è diventata tangibile: non solo per l’immigrazione che vediamo ma perché comunque c’è una grande crisi di umanità. Sotto il profilo umano. Al di là della “non più comunicazione” che possiamo avere per via di uno strumento che si chiama Internet che ci vieta ormai di colloquiare o di stare insieme per un caffè, piuttosto che scriverci chattando. E’ molto più utile per stare meglio. Secondo me il mondo credo stia andando a rotoli ma può anche salvarsi se riusciamo a far integrare questo problema di immigrazione che sta avvenendo nel mondo. Io, tra l’altro, sono tornato ieri dall’Australia e ho notato -ho saputo- a Melbourne mi hanno detto (sono stato a cena in un ristorante italiano) che c’è una grande, grande immigrazione di giovani italiani verso l’Australia perché hanno lavoro certo, la possibilità di un futuro importante. Ti parlo da un muratore, da un ingegnere a un cameriere. Però c’è un sacco di gente che si muove per riuscire ad andare in paesi dove c’è un’opportunità lavorativa che credo sia la prima cosa fondamentale per non portare alle guerre. Ecco perché in qualche modo sono un po’ amareggiato, come tutti, quando guardiamo un telegiornale o leggiamo dei giornali e vediamo alcune foto che non ci piacciono e non vorremo mai vedere.
Lei ha parlato del grande successo ottenuto in questi anni -e negli anni passati- soprattutto all’Estero. In Italia, invece, mi passi il termine, è stato un po’ sottovalutato negli anni. Le piacerebbe partecipare come ospite – in una sorta di “riscatto”- al Festival di Sanremo e non in gara? Per una sorta di tributo giusto e necessario.
Guarda, onestamente io ho avuto anche dei momenti belli a Sanremo, ne ho vinto uno, poi sono arrivato quarto con un altro -credo con Gli altri siamo noi- poi ho avuto dei momenti belli e brutti. Ma come nella vita, si hanno alti e bassi. Credo, più che altro, che Sanremo sia e debba essere un Festival di Nuove Proposte, di Giovani. Noi abbiamo alle spalle una carriera. Credo che sia giusto, se vuoi, dare un contributo, non solo a me, a tani artisti che nel panorama musicale italiani hanno dato volto e scritto pagine di musica importanti. Ecco, fare una fetta di ospiti di questa natura, dovrebbe essere un’idea. Io ne avrei anche un’altra… però, magari…
Adesso mi incuriosisce però…
(Ride) Adesso non la dico però un giorno la saprai! Però questa del tributo mi sembrerebbe una cosa giusta per chi, comunque, ha già avuto una grande carriera, insomma.
Ultima domanda: che Umberto Tozzi deve aspettarsi chi compra l’album?
Sicuramente mi riconosce perché son tutte cose mie, che ho scritte sentendole. Credo sia un album ispirato oppure non l’avrei fatto. E’ da tempo che non avevo ispirazione, voglia. Invece questo l’ho sentito come qualcosa di mio, bello. Sono felice della realizzazione. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato, dai musicisti, al tecnico del suono, Dario Casillo, a tutti, perché credo sia venuto fuori un prodotto molto, molto bello e che, mi auguro, sia molto importante nel curriculum della mia carriera.