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Ruggero de I Timidi a Blogo: “Mi riconosco più nello humour di Elio che di Checco Zalone (che adoro)”

Tu si que vales, Ruggero de i Timidi si racconta a Blogo tra bilanci, successo, matrimoni e ironia

pubblicato 14 Ottobre 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 01:17

Lo sguardo tuo mi fa venire l’occhio umido
Mi guardi con espressione assai languida
e allora esplorami dove la pelle si fa pallida
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy
Gli amici tuoi lo vedi che non hanno il fisico
Tu prendimi, e sarò il tuo momento ludico
Toccami con il tuo tacco lungo dodici
e usami se son cattivo dai sculacciami
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy
E se lo vuoi, porta l’amica bionda accanto a te
fidati, a volte è bello anche stare in tre
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy
Toy boy, voglio essere il tuo toy boy

Sono queste le parole cantante da Ruggero de I Timidi in una delle ultime puntate di Tu si que vales. E’ la seconda volta che il gruppo partecipa al programma di Canale 5 e, in questo caso, si è presentato “in incognito” come Roger and the Shy Boys. Sgamati in pochi secondi, come prevedibile. Ma, anche in questo caso, hanno conquistato pubblico e giuria con il brano “Toy Boy”, dedicato a Maria De Filippi. Noi di Blogo abbiamo contattato Ruggero per conoscerlo meglio e scoprire un po’ più di lui (senza mettere troppo in mezzo Andrea…)

Partiamo con la domanda di rito: com’è nata questa idea di Ruggero de I Timidi?

E’ nato per un amore verso tutto quello è retrò, un certo tipo di musica abbastanza italiana che spazia dagli anni 70 agli anni 80 e unito a dei testi “abbastanza moderni”, se mi passi questo termine. Siamo abbastanza attuali, ecco.

E Ruggero come mai? Se non sbaglio, il tuo vero nome è Andrea…

Se intervisti Ruggero lui ti dirà che è Ruggero da sempre (ride)

Alter ego quindi, Doppia personalità? (rido)

(Sorride) Doppia personalità, Neanche Pirandello riuscirebbe a descrivere il mio stato d’animo attuale. Mi sento più Ruggero o Andrea? Ruggero però ti direbbe “Chi è questo Andrea? Non lo conosco”. Come il Gabibbo ti direbbe: Ah ma c’è uno dentro di me? Non lo sapevo!

E Andrea -con cui io adesso NON sto parlando- non riconoscerebbe nemmeno Ruggero?

No, Andrea sì, sfrutta Ruggero per avere uno stipendio, Ruggero vive solo d’arte e di fama, insomma.

Il tuo successo musicale è iniziato con YouTube, il primo singolo “Timidamente Io”, del 2013, come è nata l’idea di caricare i brani e fare video ufficiale?

Fondamentale ho iniziato a mostrare questi lavori anche agli addetti della tv e tutti mi dicevano “Lascia stare questa roba in tv non potrà mai andare”. E allora mi son detto, visto che c’erano delle serate in cui già lo facevo e c’era della gente molto entusiasta “Lo metto su Youtube e vediamo che succede”. Solo che da qui a prevedere che avrei suonato all’Alzatraz e locali storici della musica italiana non mi era venuto in mente (ride). L’ho fatto per vedere cosa succedeva ed è accaduto subito sia attraverso condivisioni su Facebook ma anche tante su Whatsapp, c’erano gruppi in cui si passavano il brano e i successivi.

In una delle ultima puntate di Tu si que vales c’è stata una canzone dedicata a Maria De Filippi, Toy Boy. Ho notato che il testo della canzone del video ufficiale è, in parte, diverso a quello interpretato per Maria (con relativo invito a Mara Venier). E’ stata una tua scelta, un consiglio che hai avuto?

Il brano era già esistente, dovevo solo lanciarlo fuori. Ho pensato solo fosse divertente, una volta che hanno accettato la mia partecipazione -visto che comunque si poteva ripartecipare- di dedicarlo alla De Filippi e -tra virgolette- prendere un po’ in giro i giudici perché fondamentalmente non mi sento in gara ma un cavallo pazzo (ride). Mi sembrava divertente dedicarlo alla De Filippi perché é una cosa che uno non si sognerebbe mai di fare e invece Ruggero sì. Ha la faccia tosta, è un po’ ruffiano, cambia il testo in base alle esigenze, propone addirittura una cosa a tre con Mara Venier. L’occasione era ghiotta, era un gioco.

Scusa ma una mia curiosità: c’è stato un happy ending nella storia d’amore raccontata in “Timidamente io”, uno sviluppo?

In realtà c’era già l’happy ending anche se era più un sogno… Ma come per tanti amori giovanili che vivono di ricordi e di rimpianti, la minestra riscaldata non funziona mai. Ormai è andata.

Ah… però dai, è stata comunque un’esperienza…

Sono sempre lezioni di vita che ti porti sulla pelle come dei tatuaggi. Tatuaggi nell’anima.

C’è chi dice che il tuo sound strizzi un pochino l’occhio a elementi che possono ricordare -anche se con temi e soggetti diversi- gli Skiantos ed Elio e Le Storie Tese. Tu cosa ne pensi?

Mentre tutti ascoltavano i Duran Duran o i Take That io ascoltavo Elio, gli Skiantos e gli Squallor. Ascoltavo sempre quel tipo di musica lì. Musicalmente loro però sono un altro tipo di musica, più complessa, se vogliamo. Gli Elii sono più poliritmici, il tipo di comicità sì, invece. Mi riconosco più nello humour di Elio che di Chezzo Zalone che comunque adoro però essendo un po’ del nord mi piace di più l’umorismo inglese diciamo (ride). Gli Skiantos facevano più punk, rock. L’umorismo sì, mi piaceva. Il mio sound preferito è Sanremo anni ’80.

Ho visto che fai anche eventi per matrimoni, ci sono stati? Vogliamo più video…

Guarda, ne ho messo qualcuno su Facebook ma c’è stato il problema, quando mi contattano, che pensano che Ruggero vada gratis! Però, per il resto, qualcuno l’ho fatto. Però sai, i matrimoni sono quasi tutti nel weekend… spesso ho le serate.

Quelli in cui sei andato come sono andati? Cosa Chiedevano una canzone finale?

Una mezz’oretta di intrattenimento anche se nel video faccio vedere che sto lì tutto il matrimonio. Poi ho spiegato che era per scherzo… In genere va bene, è stato più un regalo per gli sposi però io mi assicuro sempre che gli sposi siano dei fan scatenati. Una volta mi han proprio ingaggiato gli sposi e non ti dico la faccia dei genitori.

Ma meraviglioso. I genitori erano allibiti?

La madre era abbastanza disperata, al limite del “Adesso mi viene qualcosa”. Un’altra volta, addirittura, dei parenti si sono alzati e sono andati via. In genere, però, c’è entusiasmo. A volte vedere della facce un po’ stranite fa sempre piacere.

I tuoi fan quali sono secondo te?

Eravamo partiti dai fan 40/50 anni, maschi, che si ritrovano al bar a commentare “Guarda questo cosa dice”. Poi siamo andati verso i trentenni e la fascia universitaria. Solo l’anno scorso, con la partecipazione a Tu si que vales, siamo arrivati alle superiori. Ci sono anche famiglie con i bambini i cui genitori dicono “Vai a fare la foto con Ruggero!”. Mi sento un po’ Papa Francesco (ride). L’ultimo stadio è su Instagram, quelli di 13/14 anni, con i cuoricini e la faccia di Justin Bieber che scrivono “Ruggero sei un idolo e mi fai divertire”. Siamo arrivati dai Dear Jack a Ruggero.

Ma scusa, potevi proporti come sostituto di Alessio Bernabei!

Eh guarda perché non ho il contatto ma se tu hai…

L’hanno già scelto, ho saputo… (voce mia rammaricata)

Niente allora, mi pettinerò come quello dei The Kolors e siamo a posto.

Del resto… The Kolors… Rogers and the Shiny Boys… Stai già facendo una sorta di inglesizzazione?

Quello faceva parte dello scherzo diciamo ma mi hanno sgamato dopo dieci secondi…

Il tuo ritorno a Tu si que vales come è nato?Ti sei ripresentato tu? Ti hanno invitato loro?

Io avevo mandato questa canzone chiedendo “Posso venire a salutare?” Loro mi hanno detto che non prendono ospiti però potevo partecipare ancora perché il regolamento lo permette. Allora dici, va bene.

Il prossimo anno partecipi ancora?

Io credo basta poi bisogna chiedere a Ruggero…

Quando è stato pubblicato Il frutto proibito, l’album è arrivato alla 12 su iTunes, vero?

Forse addirittura di più, non ricordo benissimo adesso ma è andato vicinissimo alla top ten. Se pensi ad un indipendente assoluto, non lo passavano quasi mai in radio E’ stato un successo e anche il cd fisico di Frutto proibito sta andando bene nei negozi. Parlo da indipendente, non sono certamente Nek…

E ci sono anche tappe e concerti

Sto preparando Il frutto proibito tour e stiamo preparando per dicembre Ruggeri de I Timidi Christmas Show. Stiamo definendo in queste settimane in diversi teatri del Nord Italia. E’ un po’ la zona di Ruggero che cerca comunque di colonizzare centro e Sud. Saranno comunque Genova, Milano, vicino a Udine, Verona. Ci soni diverse tappe che stiamo definendo adesso. Sarà uno spettacolo di Natale con le luci, i capelli rossi… questo cose qui.

Ti faccio un’ultima domanda: secondo Ruggero è più facile per un personaggio come lui- o per un gruppo che si allontana dalla classica tradizione musicale italiana- farsi notare dal pubblico, interessare e incuriosire? O è più semplice per uno come Andrea (scusa Ruggero se lo nomino). Bisogna avere un’originalità diversa da quella classica?

Bisogna avere un’urgenza, raccontare qualcosa, narrare qualcosa. Perché sto sul palco in quel momento? Cosa sto dicendo? Secondo me è quella la vera forza. Nel caso di Ruggero c’è la forza dello spettacolo. La gente canta le canzoni ma c’è anche quella di spettacolo, divertimento. I fan quando si radunano sono dei matti, alcuni. Nei concerti non basta suonare, bisogna dare qualcosa in più. E’ uno spettacolo vero e proprio. Penso sia la forza dei cantanti di adesso.+

Adesso punti a Italias’s Got Talent? (sorrido)

Anche basta (ride). Andrei ovunque anche a The Voice! Direi di no anche perché si cantano le cover. Non voglio fare polemiche ma Ruggero è uno che o cambia il testo delle canzoni oppure… Quindi dategli dei testi che così stravolge le canzoni…

Volontari tra i colleghi?

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