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Dolcenera a Blogo: “Le stelle non tremano è un album fico. Sanremo? C’è un brano…”

Dolcenera presenta Le stelle non tremano a Blogo. Guarda il video dell’intervista.

pubblicato 11 Settembre 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 02:07

E’ uscito oggi, venerdì 11 settembre, il sesto album di inediti di Dolcenera: Le stelle non tremano. Una data, quella di oggi, tristemente storica e ricordata da tutti: “Pochi sanno che questa data – dice Emanuela Trane – fu scelta da Gandhi nel 1906 per il manifesto della lotta non violenta. Ma tutti la associano all’attacco alle Torri Gemelle, la dichiarazione di guerra al mondo. Le stelle non tremano significa proprio questo… non avere paura”.

La cantautrice con base a Firenze ha lavorato a questo album per ben due anni e mezzo, “mi sono potuta concedere questo lusso”, dice a Blogo. “Quando sono venuta in Universal per la prima volta, mi hanno detto: ‘non ci sono filler’. Filler è un termine tecnico che significa ‘pezzo riempitivo’. Non ci sono pezzi così e così. E’ una tirata dall’inizio alla fine, quasi sembra di non cambiar pezzo. Questo album ti porta in un flusso in cui c’è una riflessione, una voglia di reazione, una voglia di pensiero positivo. Questa energia la trasmette pure a me. L’album è fico”.

In copertina ti sei messa a nudo…

“A me sembra di essere fin troppo vestita (ride, ndr). E’ un’opera d’arte, questo body-painting con neuroni e circuiti sul mio corpo. Rappresenta l’elettronica del disco ma anche la contaminazione con gli strumenti primordiali. Sono un’aliena con tratti umani”.

Un Peccato, il nuovo singolo, unisce l’elettro-pop a contaminazioni orientali. E’ l’evoluzione della specie musicale di Dolcenera? Sei sempre alla ricerca di nuove sonorità…

“E’ vero, mi voglio sempre sorprendere. C’è sempre una ricerca compatibile al messaggio della canzone, su questo insisto. Non si può appiccicare uno strumento orientale quando non se sente il bisogno o quando il pezzo è totalmente legato ad un altro tipo di cultura. E’ una ricerca che va fatta per mettere in evidenza la caratterizzazione della scrittura del pezzo. Alcuni pezzi sono stati scritti durante la tournée cinese…”.

Esiste una parola per descrivere il genere musicale di Dolcenera?

“No, non c’è. Ci sono tanti riferimenti. La melodia di Fantastica ricorda il blues. Quello vero, non quello scimmiottato da altri artisti italiani. Anche la strofa di Niente al mondo fa riferimento al blues ma c’è pure una melodia balcanica, bulgara. C’è di tutto, tutto quello che mi piace. Ma non c’è un genere specifico, cerco ponderatamente e con equilibrio di mettere ciò che amo nei miei dischi. Non so se sia un pro o un contro”.

“Non ti vediamo in televisione, sei sparita…”, ti dicono. Fra i progetti futuri c’è anche la quinta partecipazione al Festival di Sanremo?

“Ho sempre partecipato a Sanremo ogni tre anni ma lo scorso anno la tradizione è stata distrutta. Io non ho mai dei pezzi nel cassetto anche perché se dei pezzi stavano nel cassetto significa che facevano cagare (ride, ndr). E quindi non puoi neppure proporli a qualcun altro. Ma c’è un pezzo che non ho inserito in questo album perché non rientrava in questo tipo di progetto. Ha una forza viscerale ed un testo allucinante. Si vedrà se Sanremo sarà il contesto giusto per quella canzone. Non lo so, non lo so davvero”.

A dicembre partirà il tour…

“Non sarà un tour acustico. Sarà complicato portare in tour le tante melodie di questo disco. Il mio sogno sarebbe poter portare in tour con me 30 elementi di orchestra, ma credo sia difficile. Ci vorrà almeno un altro mese per poter ri-arrangiare i brani con 4 o 5 elementi”.

Cosa pensa Emanuela di se stessa? Durante la conferenza stampa ti sei rimproverata spesso: “Che pesante che sono”, “Che seghe si fa questa Dolcenera”…

“Sono una maestrina, mi rivedo nella signorina Rottermeier. E se mi metto gli occhiali divento immediatamente la signorina Rottercazzer. Eccomi… (e ci mostra una foto dal suo profilo Instagram, qua sotto, ndr)”.

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