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Il Wacken è un festival in perdita finanziaria?

Il soldout del 2016 servirà a pagare i debiti del 2014. Preoccupazione del gestore e creatore del più grande raduno metal al mondo.

pubblicato 5 Agosto 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 02:57

Due notizie contrastanti riguardo il Wacken Open Air sono arrivate in una sola giornata: ieri mattina è stato annunciato che i biglietti per il WOA 2016 sono già soldout; ieri sera, in un’intervista esclusiva per Billboard.com, il creatore del festival ha detto che i conti sono in rosso da anni.

E’ una cosa quasi incredibile da credere, ma dobbiamo affidarci alla parole di Thomas Jensen:

“Finanziariamente, tiriamo a campare. Ogni anno è una sfida, e quest’anno sarà dura – non penso che perderemo soldi, ma i profitti saranno totalmente erosi. Noi vogliamo dare la miglior esperienza possibile ai fan: se non lo facciamo, non possiamo dire di aver avuto successo.”

Parole che contrastano con i soldout che si susseguono da ventisei anni, con i 75,000 biglietti esauriti ormai nel giro di pochi giorni (se non di poche ore). Ma sempre Jensen dice:

“I soldi del soldout 2016 serviranno a pagare i debiti del 2014, compresi tutti i salari dei 2,500 lavoratori che assumiamo ogni anno”.

Va detto che il “più grande raduno metal nel mondo”, immortalato anche in film come An Headbanger’s Journey e visto come la mecca per tutti i fan del metal, si vanta di non accettare sponsorizzazioni da grosse corporazioni, non mette in vendita biglietti VIP e non ci sono “miglioramenti” acquistabili a parte: si è tutti nella stessa barca, come successo quest’anno con le alluvioni che hanno reso i giorni di pre-festival quasi impraticabili. Inoltre, i biglietti venduti sono solo per l’intero “weekend lungo” di tre giorni, non è possibile acquistarne per il giorno singolo, e spesso l’abbonamento viene offerto scontato nei primi giorni di vendita, nonostante appunto ormai il soldout si raggiunga proprio entro un paio di giorni dalla messa in vendita. Tutto questo per un motivo semplice, per Jensen: “comunismo metal”.

“Sì, penso che a Wacken si pratichi una sorta di socialismo metallaro – penso che chi è furbo può comprarsi un biglietto scontato e una maglietta gratis del fest. Insomma, se qualcuno ha così fiducia in noi da darci i soldi in anticipo di un anno, si merita qualche bonus”.

Facendo i conti in tasca, 75,000 biglietti per 170 euro fanno 12 milioni e 750mila euro.

Su Blabbermouth.net i commenti dei fan sono fra i più disparati, fra chi elogia questa scelta “anticapitalista” e chi purtroppo definisce Jensen come un “cattivo manager”, perchè in effetti se si gestisce da 26 anni il più grande festival metal al mondo e si continuano a perdere soldi, qualcosa di sbagliato ci dovrà pur essere. C’è chi propone di cedere alle sponsorizzazioni, chi dice di aprire un bordello all’interno del festival, chi dice di alzare i prezzi, o di tagliare un paio di palchi (a ragion veduta, ogni anno suonano oltre 200 band ormai, un macello di sovrapposizioni fra headliner, big, cult e underground).

Voi che soluzione avreste, per evitare che il sogno del socialismo metal fallisca, e che il Wacken chiuda i battenti?

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