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Prodigy: “Dovremmo essere importanti come gli Oasis o i Blur”

Il ritorno dei Prodigy avviene insieme a qualche polemica.

pubblicato 17 Gennaio 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 10:05

E’ previsto per la fine di marzo il loro nuovo album, The Day Is My Enemy, anticipato dal primo singolo Nasty. I Prodigy stanno per tornare, a sei anni di distanza dal loro ultimo disco in studio, Invaders Must Die, datato 2009. E hanno intenzione di fare un comeback in piena polemica, come riportato nelle scorse ore dal The Guardian. E’ Liam Howlett ad aprire per primo il fuoco di parole:

“La musica dance in questo momento è così fott*tamente morta. I produttori sono troppo al sicuro, si basano sull’essere retrò. E’ da c0glioni. Non c’è più l’esigenza di spingersi oltre”

Gli fa eco Maxim (“Sì, la scena dance è appiattita e noi siamo il picco”) mentre Keith si unisce nel criticare la situazione discografica attuale:

“Quando eravamo nella XL, volevano essere pericolosi ed essere eccitanti perché eravamo pericolosi ed emozionanti! Ma ora non c’è nessuno che vuole essere pericoloso. Ed è per questo che le persone sono forzate ad essere commerciali e a sfornare dischi che siano solo sicuri, sicuri, sicuri”

Un clima diverso quello che, invece, i fan troveranno nel loro nuovo album in pubblicazione a marzo 2009:

“Violento è la parola che continua a tornare. L’ultimo disco [Invaders Must Die 2009] è stato più una specie di festa. Eravamo tornati insieme ed eravamo come a dire ‘Sì! Siamo qui, stiamo facendo casino! ‘Ora abbiamo superato quella fase. Abbiamo individuato il suono arrabbiato ed energico che vogliamo fare”

Loro si sentono outsider nonostante i vent’anni di carriera. Non esiste un loro “album classico” o un programma tv o apparizioni sul piccolo schermo. E questo status, in certi casi, è ingiusto:

“E ‘una dichiarazione coraggiosa, ma i Prodigy devono essere visti come un importante gruppo culturale, tanto quanto quello degli Oasis o dei Blur o di altra merd@ simile. (…) Non è che sto cercando più rispetto, e non voglio un paio di programmi televisivi su di noi che dicano ‘I Prodigy ha fatto questo!’ Sto solo dicendo alla gente che, sì, penso che siamo importanti”

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