Le canzoni tristi e deprimenti regolano lo stato d’animo e suscitano creatività
Se siete tristi ascoltate musica deprimente? Fate bene! O almeno questo è quello che sostiene una ricerca.
Non so voi ma quando ho i miei momenti di tristezza, se qualcuno dovesse ascoltare la musica che sento in casa, probabilmente mi troverei i pompieri o la polizia in casa in meno di un’ora, certi di un mio gesto estremo. Eppure la uso proprio come valvola di sfogo, come colonna sonora. Se sono triste non ho voglia di ascoltare qualcuno che mi ripete “Geronimo” o che invita all’applauso. Voglio Sam Smith, alcuni pezzi dei Coldplay, Adele e soprattutto lui, Tiziano Ferro, nostro signore delle lacrime.
Se anche voi vi comportate in un modo simile al mio, sappiate che non siamo masochisti. Anzi, facciamo pure bene. Questo è il risultato di uno studio pubblicato dal giornale scientifico PLOS ONE. Secondo questo studio, infatti, insieme a dare una sorta di consolazione a chi la ascolta, certe canzoni particolarmente deprimenti aiutare a regolare gli stati d’animo negativi e le emozioni.
Inoltre, a sostenere questa tesi, i brani tristi in questione suscitano la nostra creatività e la fantasia, che ci permette di trovare il modo di affrontare e superare la tristezza che proviamo.
Insomma, tristezza & pezzi tristi sono il rimedio migliore per superare il momento di crisi e ottenere anche vantaggi a livelli creativi e mentali. Abbiamo un alibi adesso. E se qualcuno vi intima di smetterla con certi brani strappalacrime, da oggi potete rispondere con una certa spocchia:
“Sto regolando le emozioni e sto creando. Lasciami in pace. Tu non capisci”.
Via | CityBeat