Skinny Puppy denunciano il governo USA per utilizzo di loro canzoni a Guantanamo
La band industrial-metal chiede 666,000 dollari per diritti d’autore infranti dalle sessioni di tortura a base di heavy metal.
Royalties: le devono pagare tutti quelli che fanno ascoltare musica composta da altre persone. Quello che in Italia è genericamente definito “SIAE”, in tutto il mondo è pagato dai club, dai bar, da chi fa pubblicità utilizzando canzoni famose, dai dj, e anche dalle cover band.
Quindi, è corretto che anche il governo degli Stati Uniti debba pagare i diritti d’autore ad una band, se una loro canzone è utilizzata da agenti del governo. Soprattutto se quella canzone è usata a scopo di tortura nella prigione di Guantanamo.
E’ questo il ragionamento seguito dagli industrial-metallers canadesi Skinny Puppy, che dopo aver recentemente appreso che un loro brano è stato usato nelle famose “sessioni di tortura psicologica contro i terroristi” (ore e ore di musica heavy metal ad altissimo volume, con lo scopo di far crollare psicologicamente il soggetto), hanno deciso di presentare il conto al governo USA.
Il tastierista cEvin Key riassume così la storia:
“Una ex-guardia di Guantanamo, un nostro fan, ci ha contattato facendoci sapere che la nostra musica era utilizzata nel centro di detenzione come strumento di tortura nei confronti dei prigionieri.
All’inizio abbiamo pensato di utilizzare per la copertina del prossimo disco una finta fattura al governo americano, emessa per i “servizi musicali” che gli abbiamo inconsapevolmente fornito. Ma poi abbiamo deciso di andare un passo oltre, e abbiamo emesso veramente una fattura al Dipartimento della Difesa USA, perchè nessuno ci ha avvisato e nessuno ci ha pagato le royalties.
Hanno usato la nostra musica come una vera e propria arma contro qualcuno. Mi offende sapere che la mia musica sia stata usata per infliggere danni fisici e psicologici ai detenuti.
Certo, componiamo musica che ‘disturba’, possiamo immaginare che faccia da colonna sonora ad avvenimenti strani nella vita di una persona.
Ma non la tortura: non è una cosa che ci fa piacere.”
Il fatto di presentare un conto da 666,000 dollari dimostra semplicemente il genio degli Skinny Puppy…
Musica heavy metal come tortura
Della musica heavy metal usata come strumento di tortura nelle carceri di Guantanamo e in Iraq e Afghanistan si parla da tempo: addirittura nel 2004, fuori dallo stadio di Padova dove suonavano i Metallica, mi venne dato un volantino che chiedeva di boicottare la band perchè le sue canzoni venivano usate dall’esercito americano per tormentare i prigionieri. La rivista NME aveva saputo da fonti sicure che pezzi come Enter Sandman dei Metallica e Bodies dei Drowning Pool erano usate durante gli interrogatori in Iraq.
“Questa gente non aveva mai ascoltato prima l’heavy metal”, dichiarava il Sergente dell’esercito USA, Mark Hadsell, “Non riuscivano a sopportarlo, pensavano fosse il suono di Satana. Se fai ascoltare loro quelle canzoni per 24 ore di seguito, le funzioni del cervello e del corpo cominciano ad affievolirsi, il flusso dei pensieri rallenta e la volontà si spezza.” La corte dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’utilizzo per tempi prolungati di musica ad alto volume come strumento di controllo o coercizione dei prigionieri, è una violazione della convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, un trattato firmato dagli Stati Uniti ma, a quanto pare, disatteso.
Di seguito, un’intervista a Ruhal Ahmed, ex prigioniero di Guantanamo, che descrive di come fosse sottoposto a lunghe sessioni di musica a livelli altissimi, che dopo parecchie ore gli impediva anche solo di formare un pensiero coerente.