Sanremo 2014, Rocco Hunt: “Resto credibile anche se vado al Festival”
“Il rap è denuncia sociale e io canto una Campania che non deve morire” dice il rapper salernitano, a Sanremo con ‘Nu juorno buono, brano sulla Terra dei Fuochi.
Rocco Hunt è una delle sorprese di Sanremo 2014 Nuove Proposte: il suo video è il più cliccato sulla pagina ufficiale del Festival ed è pronto un disco con la Sony Music, ‘Nu juorno buono, che prende il nome dal brano sanremese. Nell’intervista concessa a Soundsblog qualche tempo fa ha avuto già modo di raccontare i retroscena del suo approdo all’Ariston, l’appoggio del collega e amico Clementino e il senso della scelta di presentarsi con un brano sulla Terra dei Fuochi.
Ma a Gabriele Bojano del Corriere del Mezzogiorno ha potuto trasmettere le prime emozioni di un 19enne che, quasi all’improvviso, si è ritrovato nella più grande macchina televisiva e musicale d’Italia.
Certo è che non è facile rappresentare l’hip hop a Sanremo, nonostante la ‘legittimazione’ mediatica e commerciale che il genere ha incontrato negli ultimi anni, ma il ‘poeta urbano’ si dimostra ancora una volta tranquillo e sicuro della sua proposta:
“Chi nel nostro ambiente va a Sanremo viene considerato come il venduto, il commerciale. Io invece ho ricevuto complimenti anche dai miei colleghi, che fanno tutti il tifo per me. Resto credibile pure se vado al Festival”.
C’è però chi pensa che portare all’Ariston la Terra dei Fuochi sia una mossa ‘gigiona’, un tantino ruffiana, ma Hunt è pronto a rispondere, ricordando al Corriere del Mezzogiorno come la sua canzone sia un ‘manifesto’.
“Credo che la Terra dei Fuochi ormai sia un problema non solo nostro ma di tutta l’Italia, vedete ad esempio cosa è successo a Brescia con il ritrovamento dei rifiuti tossici nascosti, è un problema molto più ampio di quello che crediamo. Il rap è denuncia sociale e io canto una Campania che non deve morire”.
Ha una missione, non poco ambiziosa, per Sanremo:
“Io non sarei mai andato al Festival con un pezzo d’amore. La mia canzone è un manifesto di speranza e riscatto, rappresenta le persone che vogliono riscattarsi: penso al 40 per cento dei giovani che in Italia sono disoccupati. Io sono fortunato, a soli 19 anni vado ad esibirmi su un palco così importante, sono cosciente che ci sono persone che pagherebbero miliardi per andare a Sanremo. Rappresenterò tutti quelli che vogliono riscattarsi”.
Ma si pensa già al dopo Sanremo 2014, al disco in uscita:
“Si intitola “Nu juorno buono” ed è ricco di collaborazioni importanti con grandi della world music. Ma non sarà affatto sanremese, tutto hip hop, come la gente mi ha conosciuto. Il pezzo di Sanremo è più melodico ma non per scelta, mi è venuto così”.
Certo è che non ‘dimentica’ le ‘origini’ musicali ‘partenopee’:
“Il mio mito è Enzo Avitabile che è stato sempre coerente con se stesso e la sua musica. Mi ha sempre detto: Rocchino, il linguaggio è importante, uno può anche non capirlo il dialetto però il messaggio se arriva arriva. E poi Eduardo Bennato, con cui ho collaborato in un inedito”.
‘Rocchino’ per ora prova con l’orchestra, pensando al passato e confidando nel futuro.
E noi ci vediamo il video de “L’ammore overo”.
Via | Corriere del mezzogiorno