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YouTube sarà a pagamento?

Le indiscrezioni arrivano direttamente dagli Stati Uniti

pubblicato 25 Ottobre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 02:54

Quante volte nella nostra vita abbiamo detto “Uh, come faceva quella canzone? Aspetta, apro YouTube”. Successivamente si entrava e si poteva ascoltare, dopo pochi secondi, il brano di cui si stava parlando. In moltissimi, quotidianamente, continuano a farlo. Io in primis. Proprio per questo motivo, dagli Usa, arriva la notizia di un possibile cambiamento all’orizzonte, per il momento non confermato dai diretti interessati

Si parla della possibilità che entro la fine dell’anno esca un servizio di musica a pagamento sui dispositivi mobili. Questo è ciò che risulta secondo fonti attendibili dall’interno della società. Lo scopo è quello di competere con gli altri colossi che permettono l’ascolto di musica via streaming (Spotify ad esempio)

Per ora la notizia potrebbe riguardare solo l’America ma non è detto che non includa, fin da subito, anche i Paesi europei. Secondo i rumours, l’abbonamento costerebbe circa 10 dollari al mese e permetterebbe ai clienti di guardare i video – o semplicemente ascoltare la musica sui propri telefoni- senza interruzioni pubblicitarie. Niente più quei trenta secondi di spot che troviamo spesso prima di poter guardare il video desiderato.

L’accordo permetterebbe anche alle case discografiche, che spesso si sono lamentate per i bassi guadagni ottenuti dallo streaming, di ottenere maggiori royalties da YoUTube, la piattaforma al numero uno per l’ascolto in tutto il mondo

Da YouTube tutto tace e hanno risposto alle richieste di conferme con un comunicato stampa che non rivela nulla:

“Stiamo lavorando su nuovi e migliori modi per le persone a godere i contenuti di YouTube su tutti gli schermi , e sul dare partner maggiori opportunità di raggiungere i loro fan . Tuttavia, non abbiamo nulla da annunciare in questo momento”

Secondo gli ultimi dati, l’accesso a YouTube via Smartpohone e/o iPad è salito alle stelle: ben il 40% del traffico generale arriva proprio da lì. Due anni fa si aggirava intorno al sei per cento. Però, come probabilmente notato, non sempre i video riescono ad essere visti sul proprio cellulare proprio a causa di alcune licenze in vigore per alcuni contenuti.

Il nuovo servizio potrebbe anche facilitare le aziende di musica in qualche modo nell’ordinare il caos dei contenuti su YouTube e organizzare la musica in album completi e numerose playlist.

Rumours non confermati parlano di fitti dialoghi tra la divisione di Google e numerose case discografiche importanti, tra cui Sony, Universal e Warner, oltre ad altre diverse etichette indipendenti.

Via | NewYorkTimes

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