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Wind Music Awards 2013: premiare tutti per non scontentare nessuno

Perché in Italia, non esiste un vero riconoscimento musicale per gli artisti italiani?

pubblicato 3 Giugno 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 07:52

Questa sera, andrà in onda in prima serata su Rai 1, la settima edizione dei Wind Music Awards, la manifestazione musicale organizzata dall’omonima compagnia telefonica, nella quale vengono premiati i cantanti italiani che si sono particolarmente distinti nelle vendite.

Questa manifestazione rappresenta probabilmente, anzi sicuramente, l’unica erede ideale e possibile del Festivalbar, celebre kermesse canora itinerante estiva trasmessa da Italia 1 e soppressa definitivamente nel 2007, del PIM – Premio Italiano della Musica, riconoscimento ideato da La Repubblica e Radio DeeJay e abolito nel 2002, e dei semi-sconosciuti Italian Music Awards, premio ideato dalla Fimi e cancellato nel 2004.

Se all’estero, quindi, è tutto un proliferare di Grammy Awards, Mtv Awards, Brit Awards e tanti altri ancora, in Italia, da molti anni a questa parte, non esiste nessun riconoscimento ufficiale di questo tipo per gli artisti musicali del nostro paese, una versione musicale dei David Di Donatello, tanto per fare un esempio concreto e comprensibile.

I Wind Music Awards, infatti, sintetizzato in maniera molto coincisa, non rappresentano un vero e proprio premio ma soltanto un riconoscimento in più aggiunto ad un altro riconoscimento già ricevuto (Disco d’Oro, Disco di Platino, ecc…) più altri premi speciali. In poche parole, tutti gli artisti invitati sono sicuri di ricevere un premio. Nessuna “gara” e nessun confronto tra artisti: un autocelebrazione, o meglio un concertone, che accontenta i vari tipi di pubblico e non scontenta nessun artista.

Il fatto che non esista un premio ufficiale per la musica italiana, quindi, non è colpa di chi non è capace di organizzare una manifestazione di questo tipo (i Wind Music Awards sono un prodotto ben confezionato e vanno in onda dal 2007) ma potrebbe essere responsabilità degli stessi artisti italiani, che, così facendo, appaiono restii a perdere e ad applaudire i colleghi vincenti.

Un esempio sempliciotto: nella categoria Video of the Year degli ultimi Mtv Video Music Awards 2012, i candidati erano Rihanna, Drake, Gotye, M.I.A. e Katy Perry; Rihanna ha vinto e gli altri quattro artisti l’hanno applaudita.

In Italia, riuscireste ad immaginare Vasco Rossi che applaude Ligabue? O viceversa? O Fabri Fibra che si complimenta con Marco Mengoni?

Riuscireste ad immaginare scene simili in un paese dove anche chi è escluso dal Festival di Sanremo allude al complotto?

Sicuramente, no.

Qualcuno, però, potrebbe intervenire dicendo: “Esistono gli Mtv Awards italiani!”. E’ vero. Nella prima edizione, però, sono stati premiati artisti musicali anche stranieri, film, trasmissioni tv, personaggi sportivi, profili Twitter, Instagram e addirittura il miglior hashtag: un prodotto a uso e consumo del pubblico giovane di Mtv e nient’altro.

In attesa che qualcosa cambi, quindi, ben vengano i Wind Music Awards.

Ma non chiamateli Awards.

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