Home Notizie I Ministri a Soundsblog: “Il lavoro ha pagato: ci siamo un po’ isolati, e il risultato è il sold out all’Alcatraz”

I Ministri a Soundsblog: “Il lavoro ha pagato: ci siamo un po’ isolati, e il risultato è il sold out all’Alcatraz”

La band milanese sarà in concerto stasera all’Alcatraz di Milano

21 Marzo 2013 11:54

Un successo inaspettato, e tanto lavoro per ottenerlo: i Ministri sono una di quelle band che si fa il mazzo, come si dice, e riesce a ottenere risultati che oggi molti invidiano.

Merito anche di un nuovo disco, “Per un passato migliore”, che ha ottenuto fin da subito ottimi riscontri, grazie al suo sound più live rispetto al passato.

E, a proposito di concerti, questa sera la band (composta da Federico Dragogna, Davide Autelitano e Michele Esposito) si esibirà sul palco dell’Alcatraz di Milano. La data è sold out da diverse settimane, ed è andata tutta esaurita, ci fa piacere segnalarvelo, prima ancora dell’uscita del nuovo album.

Ve l’aspettavate?

Federico
Posso dirti che in parte il pubblico ce lo siamo costruito negli anni, e in parte abbiamo letteralmente martellato per tre mesi.

Davide
Il lavoro ha pagato insomma. Oggi, dato che la situazione non è florida, soprattutto quella di un musicista, ti devi poter permettere di star fermo a lungo e pianificare con calma un disco, quando arriva l’illuminazione. Anche perchè un disco oggi come oggi lo devi fare perchè se no non mangi.

Michele
Uno si immagina la ‘vita da rockstar’, ma i ritmi sono sempre frenetici: fai il tour, metti giù una canzone nuova, poi dopo due giorni riparti. Arriva però poi il momento in cui hai bisogno di fermarti un attimo per riflettere. Se sei sempre in tour parli delle stesse cose, vedi le stesse persone…devi staccare.

Ecco perchè ci avete messo un po’ a fare il disco: sono passati tre anni da “Fuori”

Federico
Ci siamo un po’ ritirati dal ‘mondo’, dai social network. Volevamo fare un disco rock, un disco ‘suonato’: lo abbiamo detto alla nostra casa discografica di allora che ci ha detto semplicemente “No”. Quindi abbiamo deciso di andare per la nostra strada. Non sapevamo con chi sarebbe uscito il disco ma eravamo tranquilli: i pezzi li avevamo già, e ne eravamo soddisfatti. Abbiamo poi incontrato Tommaso Colliva ed è iniziata la collaborazione. Poi pian piano abbiamo trovato la distribuzione e così via.

Volevo un attimo collegarmi a una cosa che hai appena detto: come ci si fa a isolare dai social network?

Davide
Io sono isolato da sempre eheheh

Federico
Come band abbiamo sempre tenuto un profilo diverso dagli altri, non eravamo la ‘rock band’ che si nega per capirci: io ero uno di quelli che ai tempi di Myspace preparava per ogni concerto le locandine. Poi col tempo tutti sono stati costretti a diventare più brillanti, e ci siamo isolati per parlare meno, e trovare un modo diverso per farlo. Il risultato è il sold out all’Alcatraz.

Parlando del disco, rispetto agli altri è un po’ più diretto a livello di sound. Si sente decisamente l’impatto ‘live’…

Federico
Nella nostra mini-carriera abbiamo scoperto tutta una serie di cose da fare e da non fare, nei dischi. E abbiamo anche capito quali sono le cose più importanti e quali meno (tipo la perfezione, anche raggiunta con i mezzi di correzione digitali). Una volta che sai suonare, chissenefrega di quanto sei preciso. Alcuni pezzi li abbiamo portati a Tommy così come li avevamo registrati in sala prove, li abbiamo risuonati e sono rimasti così. Le decisioni artistiche le abbiame sempre prese noi tre: ogni giorno andavamo in sala prove e facevamo prove su prove, e chiacchiere su chiacchiere.

Davide
Con Tommy ci si confrontava su come stava girando il tutto, non ha mai detto nulla sulla direzione che avrebbe dovuto prendere un determinato brano.

Michele
In Italia sono pochi quelli che producono band rock. Spesso ci sono alcuni componenti del gruppo che fanno produzione per le loro band, e a volte per altri. A parte Tommaso. E’ diverso lavorare insieme ad un professionista, ed è bello imparare a prodursi.

Invece per quanto riguarda i testi, quanto c’è di voi?

Federico
Nel disco ci sono esperienze di vita, alcune vissute da noi in prima persona. Mentre altri pezzi sono il frutto di un viaggio mio che ho fatto, un viaggio pazzo che mi sono concesso in questo anno di pausa: sono andato nel deserto in America, da solo, e ho scritto quei brani restando ‘a distanza’. Quando sono tornato poi li ho fatti ascoltare a Davide e Michele.

Dopo l’esperienza con Universal come vi trovate a non avere più una major alle spalle – a parte la distribuzione del disco che è Warner -?

Davide
E’ stato il risultato di un processo: non abbiamo trovato la quadra con i nostri interessi, e abbiamo detto di no noi. Il nostro ex discografico ha scoperto da poco che non avremmo fatto il disco con loro. Noi siamo praticamente un team di lavoro, stiamo in piedi anche senza major.

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