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10 canzoni italiane raccontano i campioni del ciclismo

Dieci canzoni dedicate -e incentrate- sulle figure dei più importanti campioni di ciclismo. Ecco l’elenco su Blogo.it

pubblicato 23 Aprile 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 06:15

Mancano poche settimane prima dell’inizio del Giro d’Italia. 21 tappe, dal 9 maggio al 31 maggio 2015, per un totale di 3.481,8 km. Il tragitto, quest’anno, prevede la partenza da Sanremo con una cronometro a squadre di 17,9 km e la conclusione sul traguardo tradizionale di Milano. Noi di Soundsblog, oggi, vogliamo sottolineare il legame che questo sport ha avuto anche con la musica. Ci sono canzoni italiane, infatti, che hanno raccontato e celebrato proprio questo sport, il ciclismo, con interpreti del calibro di Gino Paoli ed Elio e le Storie Tese.

Partiamo proprio da Gino Paoli che nel 1998 incise il brano “Coppi“, dedicata proprio a Fausto Coppi, il ciclista soprannominato “il Campionissimo” o “l’Airone”, fu il corridore più famoso e vincente dell’epoca d’oro del ciclismo (“Un omino con le ruote contro tutto il mondo, Un omino con le ruote contro l’Izoard e va su ancora e va su”). Aveva solo quarant’anni quando morì, nel 1960. I medici pensarono fosse vittima di una grave influenza ma successivamente, quando ormai era troppo tardi, si scoprì, nel sangue del campione, il plasmodium falciparum, l’agente della malaria.

Gli Stadio dedicarono un loro pezzo a Marco Pantani. Parliamo di “E mi alzo sui pedali” che è stata interpretata da Marco Curreri anche in occasione del giorno del 10° anniversario della morte del campione, il 14 febbraio 2014 a Cesenatico (“Adesso mi sembra tutto distante, La maglia rosa e quegli anni felici. E il Giro d’Italia e poi il Tour de France. Ed anche gli amici che non erano amici. Poi di quel giorno ricordo soltanto Una stanza d’albergo ed un letto disfatto, E sono sicuro di avere anche pianto Ma sono sparito in quell’attimo esatto”).

Pantani fu il soggetto prescelto anche da altri due pezzi incisi dai Nomadi e da Francesco Baccini.

Il gruppo italiano registrò il brano “L’ultima salita” inserendolo nel loro trentesimo album, Con me o contro di me, pubblicato nel 2006. Testo scritto da Moreno Dapit e Marco Liverani con la musica firmata da Marco Liverani, Moreno Dapit e Giuseppe Carletti (“Corri più veloce del vento, il vento non ti prenderà mai, corri ancora adesso lo sento sta soffiando sopra gli anni tuoi. Dammi la mano fammi sognare dimmi se ancora avrai al traguardo ad aspettarti qualcuno oppure no”).

Francesco Baccini, invece, registrò “In fuga” inserendola nell’album “Stasera teatro”, pubblicato nel 2005. Una canzone che lui stesso raccontò come una dedica esplicita al campione perché “ero un tifoso di Marco e dopo aver saputo della tragica notizia ero sconvolto. Volevo rendere omaggio sia al campione che al uomo che era”. (“Vai… Vai… Vai… In fuga da tutti noi, Mai… Mai… Mai e poi mai, la pioggia ti fermerà. E la vita va in fuga, quando scappa di mano. quando il gruppo è lontano…Sei solo”).

Il bandito e il campione di Francesco De Gregori è il titolo dell’album e anche dell’omonima canzone, ispirato alla vicenda dei due amici Sante Pollastri (il bandito) e Costante Girardengo (il campione). Due personalità diverse, due storie, strade e destini che hanno preso sentieri opposti fra loro e volutamente raccontati dalla voce del cantautore (“Vai Girardengo, vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone, Vai Girardengo, non si vede più Sante è dietro a quella curva, è sempre più distante. E dietro alla curva del tempo che vola”).

Paolo Conte dedicò un brano a Bartali, proprio con il cognome come titolo del pezzo. Era il 1979, inserito nel terzo album “Un gelato al limon” (“Oh quanta strada nei miei sandali, quanta ne avra’ fatta Bartali, quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita e i francesi ci rispettano”). Nome nel titolo anche per Elio e Le Storie Tese che hanno scelto Gimondi come soggetto per il brano “Sono Felice“. Era una sorta di parodia di Sono felice scritta da Ron e cantata da Milva al Festival di Sanremo 1990. Il titolo si riferisce a Felice Gimondi; sono citati Eddy Merckx, Adriano De Zan e Franco Bitossi, oltre a Picchiarello. E’ stata inserita nel disco del 1993 “Esco dal mio corpo e ho molta paura (Gli inediti 1979-1986)” (“A volte mi vien voglia di saltare in sella, pedalare un po’ con lui, parlare della nostra biga e magari lui e’ li’ che sta indossando la maglia rosa perche’ in testa e’ cosi’ lontano ma e’ cosi’ vicino a me”)”.

Sempre Gimondi protagonista per il brano di Enrico Ruggeri “Gimondi e il cannibale“. Fu il primo singolo estratto dall’album “L’uomo che vola”, venne accompagnato da un video e scelto come sigla del Giro d’Italia 2000 (“Ancora più solo di prima, c’è già il Cannibale in cima e io che devo volare a prenderlo. Sudore di gente dispersa, di maglia, di lingua diversa: ma io, il cuore io voglio spenderlo. E quanto tempo passerà in mezzo a noi, ancora non lo so. Dietro alla tua ruota io ci sarò”).

Ritroviamo Paolo Conte con Diavolo rosso. Dopo aver inciso “Bartali”, questa volta al centro delle parole del cantautore troviamo Giovanni Gerbi, uni dei primi veri pionieri del ciclismo nato nel 1885 e scomparso ad Asti nel 1955 (“Diavolo rosso dimentica la strada, viene qui con noi a bere un’aranciata contro luce tutto il tempo se ne va…”).

Infine vogliamo chiudere con il brano Alfonsina e la bici dei Têtes de Bois, un gruppo musicale italiano, formatosi a Roma. Il pezzo fu dedicato alla straordinaria figura di Alfonsa Rosa Maria “Alfonsina” Morini cgt. Strada (1891 – 1959) ciclista su strada italiana prima donna a competere in gare maschili come il Giro di Lombardia e il Giro d’Italia. Nella sua carriera vinse ben 36 corse contro colleghi maschi e conquistò la stima di numerosi ciclisti celebri, tra cui Costante Girardengo (“Alfonsina arriverà comunque vada, Alfonsina Alfonsina Alfonsina Strada, Alfonsina arriverà comunque vada, Alfonsina Alfonsina Alfonsina Strada”).

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