Home Interviste Finntroll intervista con Soundsblog: “Fatevi trascinare dal ritmo, senza preoccuparvi della lingua delle canzoni!”

Finntroll intervista con Soundsblog: “Fatevi trascinare dal ritmo, senza preoccuparvi della lingua delle canzoni!”

Mathias “Vreth” Lillmåns ci parla di Blodsvept, il nuovo disco della band finlandese, in questa lunga intervista in esclusiva.

pubblicato 27 Marzo 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 09:59

Blodsvept: ammantato di sangue. Si chiama così il sesto disco della carriera dei Finntroll, una band da sempre particolare, sia per la scelta di cantare in svedese nonostante siano finlandesi, sia per il fatto che si professano discendenti dei troll, sia per la capacità di unire elementi black metal ad una grande carica folk.
Abbiamo contattato il cantante Mathias “Vreth” Lillmåns per saperne di più sul nuovo lavoro, e per fare il punto del continuo successo di una band così particolare…

Di solito è la domanda più stupida che si possa porre ad un cantante, ma in questo caso, non comprendendo lo svedese, devo chiederti: di cosa parlano i testi di Blodsvept?
“Non è un concept album, questa volta non c’è una storia comune che lega tutte le canzoni, ogni brano racconta il suo mondo. Diciamo che molte di queste storie, però, parlano in un modo o nell’altro di come la razza umana stia consumando tutte le risorse del pianeta, distruggendo tutto. Prima o poi la natura ce la farà pagare, e in qualche brano mostriamo in modo esplicito la vendetta della natura sull’uomo…”

Tu hai paura del momento in cui la natura si vendicherà sull’uomo, o sei in attesa che ciò accada?
“Non vedo l’ora che ciò accada. Gli uomini consumano tutto, uccidono tutto, distruggono tutto. Ci meritiamo la nostra punizione, e a questo punto penso di apprezzare più la natura che la specie umana nel suo insieme.”

I testi, però, vengono sempre scritti da Katla, il vostro primissimo cantante (auto-esclusosi dalla band in seguito ad una malattia – NdA). Non hai mai voglia di provare a contribuire anche tu? Non ti senti un mero strumento vocale, prestando la voce ai testi di altri?
“Non è male, essere uno strumento vocale! Far scrivere i testi a Katla è il modo migliore per tenerlo nella band, e per farlo sentire ancora parte della famiglia, e a noi va benissimo così.”

Sei sorpreso dal successo in continua crescita che sta ottenendo una band finlandese che parla in svedese? Anche in America tirate tantissimo, in una nazione dove se non parli inglese non sei considerato…
“Qualche lamentela sul fatto che non cantiamo in inglese e che alcune persone non ci capiscono la riceviamo, ma d’altronde viviamo nell’era di internet, chiunque può trovare online le traduzioni dei nostri testi, per assicurarsi che non stiamo facendo cantare troppi inni a Satana ad ascoltatori ignari.
Per rispondere alla tua domanda: sì, un po’ sono sorpreso da quanto lontano siamo arrivati cantando in svedese, ma personalmente sono un amante della musica, e mi concentro sempre più sulla musica che non sui testi. Suppongo che molti nostri ascoltatori siano come me, si facciano trascinare dal ritmo senza preoccuparsi troppo della lingua. Inoltre, a volte alcuni testi inglesi sono un po’ stucchevoli, banali, sembra quasi siano una scusa per dare voce ad una canzone: con noi il problema non si pone, perchè innanzi tutto scriviamo solo testi interessantissimi, e poi la gente non comprende la lingua già in partenza, di sicuro non ci potrà criticare per il contenuto!”

Nella presentazione del disco, affermate che presenta un suono più grezzo ed essenziale, quasi un ritorno alle origini black metal per i Finntroll. Ma si può dire una cosa del genere, di un disco che presenta tracce con ottoni e svariati strumenti orchestrali e tradizionali?
“Volevamo che questo disco suonasse ‘naturale’, che ascoltandolo sembrasse più il frutto di una jam dal vivo piuttosto che il risultato di ore e ore in studio. In realtà di tempo in studio ne abbiamo trascorso parecchio, non volevamo un sound essenziale come quello black metal, però al contempo cercavamo un approccio diretto alle canzoni, volevamo che fin dalla prima pressione del tasto Play l’ascoltatore venisse schiaffeggiato in faccia dal muro di suono. Complesso ma al contempo semplice ed efficace, pronto ad essere suonato dal vivo.”

finntroll_blodsvept E’ innegabile comunque (anche ammirando la copertina ‘vecchia scuola’ di Blodsvept, grezzissima e piena di impalamenti) che i Finntroll ultimamente stiano guardando proprio al passato black metal, mentre i nuovi fan sembra che più che altro si accostino a voi per i vostri elementi folk. Come fate combaciare i due interessi e i due stili musicali?
“Noi, come sempre, facciamo quello che ci pare, ignorando quello che la gente si aspetta da noi. Sono consapevole del fatto che molte persone si sono avvicinate a noi, nei tempi recenti, per le nostre aperture folk, ma questo non ci impedisce di tornare a vecchi stili musicali o di aprirci a nuovi. Lo stesso vale per l’artwork: se ne occupa Skrymer, e questa volta voleva uno stile più da fumetto antico, piuttosto che lo stile pittorico che ha datovita ai quadri usati nelle copertine degli ultimi dischi.”

Ma cosa ti dà più soddisfazione, ad un concerto: quando i fan sono intenti a fare headbanging e pogare, o quando si mettono spalla a spalla per ballare una quadriglia folk? Ho visto entrambe le cose succedere, e più di una volta, durante i vostri show in Italia…
“E’ una domanda difficilissima! Personalmente, preferisco il pogo, ma quando suoniamo qualcosa come Trollhammer e si crea un circle-pit pieno di gente che balla invece che scontrarsi,è altamente divertente! A noi non importa cosa fa il pubblico, purchè si stia divertendo. In Italia lo so, preferite ballare… se è questo il vostro stile, siete i benvenuti!”

Ultimamente i vostri tour, comunque, tendono più verso il pubblico folk: siete spesso headliner del Paganfest o dell’Heidenfest. Cosa avete in mente per quest’anno?
“Personalmente, preferisco dei tour con tre band in tutto, e con ogni band che suona il proprio genere, senza per forza ricadere tutti nello stesso stile musicale. C’è più varietà, c’è più possibilità di scoprire nuovi gruppi – e in un festival come il Paganfest, spesso i primi in scaletta suonano nel tardo pomeriggio, quando ancora nei club c’è pochissima gente. Mi pare uno spreco di tempo, ma capisco che per chi ama solo quel genere musicale, sia il massimo! Quindi, nel 2013 niente Pagan nè Heiden, ma un tour che stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni, con magari un gruppo di extreme black metal e uno più melodico. Non posso farti nomi, anche perchè al momento non li conosco nemmeno io!”

Interviste