Stecca – Moreno: la recensione di Soundsblog
Stecca di Moreno, uscito il 14 maggio 2013, analizzato track by track
Chi l’ha detto che i rapper sono ‘brutti, sporchi e cattivi’? La produttrice Paola Zukar (la stessa di Fabri Fibra) ha deciso di scommettere tutto su uno dei possibili vincitori della dodicesima edizione di Amici realizzando un prodotto fresco, coraggioso che riconduce il brutale linguaggio della strada ad una dimensione più commerciale nel tentativo di conquistare i fanatici del pop, folgorati dal rap made in Italy.
Moreno è un animale da palcoscenico, un genuino dominatore delle folle, un idolo per tutti quelli che inseguono il sogno del rap. Stimato dai colleghi, venerato dai critici, all’interno del talent show di Canale 5, ha mostrato le proprie fragilità, filtrato le proprie emozioni e addomesticato la platea con la grinta da leone. Peccato che la perfezione armonica, interpretativa e testuale raggiunte in Stecca cozzino ampiamente con l’immagine folgorante del personaggio tv.
La Novità, annunciata nel brano d’apertura del cd, è tangibile: il ritmo ripetitvo (e a tratti martellante) sembra volerci convincere di quest’evoluzione, una versione 2.0 di un genere che non conosce i segni del tempo. Sapore d’estate assume tutte le sfumature del trascinante tormentone da villaggio turistico. Piccole cose diventa un vero e proprio inno alla vita con un linguaggio semplice ma potenzialmente efficace. Che confusione (con tanto di citazione a Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri) è un testo sicuramente più articolato che, pero’, tende alla filastrocca più melodica e ‘politically correct’.
Non decolla nemmeno, la versione ‘rallenty’ di Stai attento che, per colpa di un ritmo troppo poco incisivo, non ingrana la marcia arrestando la corsa prima di scaricare tutta l’adrenalina. Ne La Distanza, Moreno apre il proprio cuore e, grazie all’evocativa voce di Simona Barbieri, ricrea le suggestioni dell’amore (sotto ogni forma) in un ideale viaggio mentale tra presente e passato, ricordi e speranza per il futuro, in pieno stile Stan di Eminem. Qualcosa da dire è, forse, la più convenzionale ma, al tempo stesso, accattivante e affascinante traccia di tutto. Roba forte, disagio sociale, contaminazioni per appagare la fame di rap duro. E, poi, la sua voce si sposa perfettamente con quella di Clementino. Il percorso si chiude con Sempre vero quasi a voler testimoniare di non essere mai cambiato nonostante l’incursione nel piccolo schermo.
Ma l’apice arriva con i pezzi di freestyle, che l’hanno incoronato astro nascente della cultura hip hop italiana: ficcanti cavalli di battaglia in grado di sterminare un intero esercito di detrattori. E se, dopo la prova d’appello, Moreno rischiasse di rimanere imbrigliato nei canoni della discografia tradizionale perdendo spontaneità e appeal sul pubblico come una delle tante meteore che hanno sfiorato il firmamento dello showbiz senza cavarne un ragno dal buco?