Home Notizie Compay Segundo, il cubano che non voleva morire

Compay Segundo, il cubano che non voleva morire

14 luglio 2003 – 14 luglio 2011: anniversario della morte di Compay Segundo

14 Luglio 2011 17:07

Non voglio stare seduto in un angolo ad aspettare la morte: mi deve venire a cercare. Sto diventando forte. Spero di poter arrivare a 100 anni e chiedere un bonus, come ha fatto mia nonna

Questa è una delle dichiarazioni che meglio rendono il personaggio di Compay Segundo, morto 8 anni fa, il 14 luglio 2003. Alcuni di voi si chiederanno chi sia. Immaginate un ragazzino nato nel 1907 a Cuba che impara a suonare il clarinetto a tredici. E per non farsi mancare niente inventa uno strumento musicale chiamato armonico e simile alla chitarra. Si faceva chiamare Compay Segundo (del resto era la seconda voce con Lorenzo Hierrezuelo nei Los Compadres, nel video), formò successivamente i Compay Segundo Y Su Grupo.

Fino ad ora la storia è conosciuta da pochi ma quando entra in scena Wim Wenders. L’occasione è ‘Buena Vista Social Club’, un documentario del 1998 nel quale Compay Segundo si riunisce in un supergruppo di vecchie glorie della musica cubana. Il film è una celebrazione della musica cubana e dei suoi personaggi. Quale modo migliore, quindi, per ritornare al successo ed ottenerlo più di prima? Diventa ancora più semplice se poi l’opera vince la Nomination agli Oscar come miglior documentario, viene premiato con l’European Film Award, German Film Award in Gold, The Golden Camera e con il Prix of Brazil. Compay Segundo ha vinto anche il Grammy per ‘Buena Vista Social Club’. Un trionfo e un successo a tarda età. Da anziano. Perchè ai tempi di anni ne aveva 91. Lui stesso ne ha parlato:

“I giovani non vogliono essere secondi a nessuno. Tutti vogliono essere una stella. Guarda quanti anni ho dovuto aspettare, quante strade ho viaggiato, quante canzoni ho dovuto cantare. E adesso sono solo all’inizio”

Determinato e lucido. Aveva sorpreso anche Fidel Castro, stupito nel vederlo così vitale ed energico. “Come fa?” si chiedevano in molti. E lui spiegava il trucco, il suo segreto: provare ogni esperienza nella propria vita (con moderazione), bere consommè di montone e sgolarsi bicchierini di rum. Infine, senza il minimo dubbio alcuno, formulava apertamente una teoria sulla propria morte: avrebbe vissuto come sua nonna, fino almeno a 116 anni.

Purtroppo non è stato così è nel 2003 è morto per un’insufficienza renale. A 95 anni. Gliene mancavano ancora 21. Ma negli ultimi quattro anni della sua vita di gloria ha confidato, con ingenuità:

“Immagini la giovinezza di Cuba e dell’Europa, che ha dimenticato la musica tradizionale e che pensa solo alla musica rock, mentre ora si volta in direzione dei loro nonni? E’ davvero una cosa fenomenale!”

Un fenomeno che ancora oggi, nel suo caso, a quattro anni dalla sua morte, continua a perdurare nel tempo. Ad apertura post potete vedere un video dei Los Compadres mentre, se volete entrare nelle atmosfere del Buena Vista Social Club, potete cliccare qui.

Notizie