Queens Of The Stone Age, …Like Clockwork: la recensione di Soundsblog
Il giudizio personale -molto imparziale- sull’ultimo lavoro della band di Josh Homme, in uscita il 4 Giugno: l’analisi canzone per canzone di un disco che richiama, tra gli altri, anche David Bowie.
Siamo pienamente in Casa Queens Of The Stone Age, se possiamo fare una battuta: drumming potente e si sente che c’è Dave Grohl nella maggior parte dei brani (ma anche Joey Castillo, il precedente batterista, non ci va giù tanto delicato), un basso acido e furente, intenso, marchio di fabbrica di Nick Olivieri, le lyrics scure e sensuali di Josh Homme e uno stuolo di collaboratori che si integra perfettamente nell’atmosfera generale del disco. C’è un ritorno al blues in certi giri di basso e di chitarra, uniti ad una certa psichedelia acida in alcune tracce, all’industrial e al noise rock che riempiono il disco di toni antichi e insieme moderni.
La traccia di apertura, Keep Your Eyes Peeled, riporta proprio a quel blues quasi da Delta impreziosito dagli inserti vocali inediti di Jake Shears degli Scissor Sisters, introducendo l’ascoltatore in una discesa nelle viscere della terra: sembra di star seduti sul bordo di un fiume inquinato, nella tana di una talpa in acido. I Sat By The Ocean allevia l’introduzione, alleggerendo un po’ i ritmi e transitando verso la delicata The Vampire of Time And Memory, con un piano molto dolce e inaspettato e una vena elettrica di tristezza e malinconia.
If I Had A Tail e My God Is The Sun, quest’ultima primo singolo del disco, rialzano i toni con riff dispari e suoni intensi. Il basso incalza sotto il canto slabbrato di Josh Homme e si arriva a Kalopsia, morbida ballad armonizzata che diventa nel ritornello un rock mid tempo dal riff elettrizzante: è qui che si sente Trent Reznor dei Nine Inch Nails nei cori e nella musica; il testo è stato scritto da Alex Turner degli Arctic Monkeys.
Fairweather Friends è la traccia all-star: Elton John al piano e alla voce, Dave Grohl alla batteria e percussioni, Nick Olivieri, Mark Lanegan e Brody Dalle ai cori. Carichissimo, con un pianoforte a cascata nei ritornelli e un coro forte e determinato, è potente ma soffre di una produzione che tende forse ad appiattirlo troppo; Smooth Sailing, invece, è il pezzo spiazzante del disco. Sembra un outtake di Prince con inserti funk anni Settanta, mentre Josh Homme si diletta nell’uso del falsetto come un David Bowie d’annata sull’ondata granitica del basso. Esperimento interessante e riuscito.
I Appear Missing, di cui noi di Soundsblog vi avevamo già parlato in concomitanza dell’uscita del bellisimo video, è la traccia più lunga del disco ed è un urlo contenuto, intenso, con chitarre che riempiono potentemente l’atmosfera, mentre la voce di Josh Homme diventa velluto sommesso. La chiusura del disco è affidata alla title-track Like Clockwork, una splendida ballad delicata, gioiello del disco con gli archi che disegnano l’aria e si sposano alla perfezione con i suoni acidi delle chitarre mentre l’atmosfera cambia, cresce, aumenta fino all’esplosione finale per poi spegnersi piano in una coda che ricorda qualcosa dei Radiohead.
Si può ancora parlare di capolavori al primo ascolto? La critica musicale ci ha abituati troppo facilmente al grido dei miracoli quando poi si rivelavano hype montati ad arte… Ma i Queens Of The Stone Age hanno davvero tirato fuori un disco bellissimo: variegato, duttile all’ascolto, morbido e aspro insieme, acido e oscuro ma con un fondo di speranza e dolcezza. Sicuramente uno dei migliori dell’anno. Consigliatissimo.
Brani Migliori: I Appear Missing, Like Clockwork, The Vampyre of Time and Memory, Keep Your Eyes Peeled, My God Is the Sun
Tracklist
1. Keep Your Eyes Peeled
2. I Sat By The Ocean
3. The Vampyre Of Time And Memory
4. If I Had a Tail
5. My God Is The Sun
6. Kalopsia
7. Fairweather Friends
8. Smooth Sailing
9. I Appear Missing
10. Like Clockwork