Bruce Springsteen a Padova: report e scaletta del concerto allo Stadio Euganeo, 31 maggio 2013
Lo spettacolare sold out del Boss per la seconda tappa italiana nella città patavina: il racconto della redattrice di Soundsblog.
Deve esserci una strana congiunzione astrale tra i concerti di Bruce Springsteen in Italia e il meteo sulla nostra penisola: la primavera scompare (quest’anno, a dire il vero, non è ancora manco apparsa) e la penisola diventa lo sfogo dei monsoni tropicali. La settimana scorsa, in piazza del Plebiscito a Napoli, è piovuto solennemente per tutta la durata del concerto; l’anno scorso, durante lo show all’Artemio Franchi di Firenze, si scatenò un simil uragano che accompagnò a pioggia battente tutte le tre ore e mezzo del concerto.
Il cielo era livido e gonfio di pioggia anche ieri sera, nella seconda tappa italiana del Wrecking Ball Tour di Bruce Springsteen, allo Stadio Euganeo di Padova: ma i fan del Boss sono duri a morire, oltre che ben equipaggiati contro la pioggia, e hanno registrato il sold out con 40000 spettatori paganti che hanno riempito la totalità dello stadio.
Il calare della luce del giorno ha dato il via al concerto. Springsteen si è presentato sul palco insolitamente da solo, imbracciando la chitarra acustica, e ha aperto lo show con una sofferta e ruvida versione solitaria di The Ghost Of Tom Joad, accendendo la platea con il potere della sua voce. In forma, il Boss, come hanno commentato i vicini di prato. La sequenza è proseguita esattamente come a Napoli, con Long walk home e My love will not let you down; poi, dopo Two Hearts, il colpo di genio.
Springsteen ha mandato a ramengo ogni riferimento di scaletta più o meno ufficiale, precipitandosi a raccogliere i cartelli con i titoli delle canzoni che i fan delle prime file gli offrivano. Mostrati questi alla band, ha iniziato a suonare le richieste del suo pubblico, rimarcando un concetto che a molti musicisti tende a mancare nel corso della carriera: è il pubblico che ti sostiene ed è al pubblico che devi rispondere con le tue canzoni, imparando a compiacerli quando te lo chiedono. E così sono sfilate in sequenza veloce Boom Boom, un classico del blues di John Lee Hooker suonato con una E Street Band in grandissimo spolvero, Something in the Night, The Ties That Bind e molte altre, fino alla seconda svolta della serata. Sulle note finali di Spirit in the night, impreziosita dalla delicatissima coda per sassofono suonata dal giovane e già amatissimo Jake Clemons, il Boss ha annunciato la sorpresa che ha imbenzinato il pubblico dell’Euganeo. Era nell’aria, qualcuno forse lo mormorava, ma non era così certo… e invece è successo: Springsteen e la E Street Band hanno scelto di suonare per intero quello che è uno dei migliori dischi del Boss, Born To Run, pieno di classici senza tempo a partire dalla title-track. Un fan gli ha porto il cartello “Born To Run mi ha cambiato la vita” e il Boss, nel microfono, ha saggiamente commentato “Anche a me…”
Così sono trascorse le otto tracce di uno dei capolavori del Boss, con il pubblico sempre più carico: per fortuna, potremmo spingerci a dire, perché il calore è iniziato effettivamente a crescere con le esecuzioni d’annata, malgrado la versione live di Born To Run abbia sofferto un po’ per i volumi stranamente abbassati. Con l’arrivo della pioggia, l’atteggiamento del pubblico si è infiammato, forse per reazione al meteo infausto, ed è aumentata la partecipazione; l’emozione di Jungleland sotto le gocce che continuavano a cadere è stata seguita in un silenzio irreale per quarantamila persone, carico di emozioni.
Ed è stata l’energia compressa ad esplodere, dopo, in una festa che ha trascinato il concerto con carica e partecipazione: divertimento puro con il simpatico fan, chiamato sul palco dal Boss in persona, che si è esibito con i cucchiai sfregati su una latta ondulata appesa al collo per tutta l’esecuzione, lunghissima, di Pay Me My Money Down; momenti di commozione e applausi scroscianti per il bimbo che ha intonato il ritornello di Waitin On A Sunny Day, conquistando quarantamila persone più l’intera E Street Band per la dolcezza e la sicurezza con cui ha cantato i pochi versi; il classico ballo di Dancin’ in the Dark, stavolta con la suocera di un fan delle prime file che ha invitato il Boss a trascinare la signora nelle danze, e un’altra giovane fan cui il Boss presta la sua chitarra acustica per il gran finale della canzone.
L’esplosione vera arriva con Born In The Usa, il classico più classico di Springsteen, cantata all’unisono dallo Stadio Euganeo con tutte le luci accese ad illuminare gli urli dei fan. Il gran finale è, come sempre, riservato al mash-up Twist & Shout e La Bamba, dove Springsteen riporta il pubblico alle sue radici rock’n’roll per celebrare le origini, la carriera, il futuro e chissà cos’altro.
Tre ore e dieci di concerto per un musicista vero, che non si risparmia mai e che va veramente visto e ascoltato dal vivo almeno una volta nella vita, per riconciliarsi con la musica e ripulirsi il cuore e le orecchie da certe plastiche del rock moderno.
Scaletta Bruce Springsteen – Wrecking Ball Tour 2013 – Stadio Euganeo, Padova, 31 Maggio 2013
The Ghost of Tom Joad
Long Walk Home
My Love Will Not Let You Down
Two Hearts
Boom Boom
Something in the Night
The Ties That Bind
We Take Care of our Own
Wrecking Ball
Death to my Hometown
Spirit in the Night
Thunder Road
Tenth Avenue Freeze-Out
Night
Backstreets
Born To Run
She’s the One
Meeting Across the River
Jungleland
Shackled and Drawn
Waiting On A Sunny Day
The Rising
Badlands
Pay Me My Money Down
Born In The U.S.A.
Dancing In The Dark
Twist And Shout/La Bamba
Bruce Springsteen a Padova: le foto dei contributor di Soundsblog
foto di Giacomo Zamai e Alberto Lo Gioco