Black Sabbath, 13: recensione del web e dei lettori
Scopri le prime recensioni di 13, il nuovo album dei Black Sabbath
13 è il nuovo disco dei Black Sabbath, la cui uscita è programmata per domani 10 giugno 2013. Il giorno successivo verrà pubblicato in America.
E’ il primo album registrato in studio dal lontano Forbidden, nel 1995. Inoltre, in questo Lp troviamo Ozzy Osbourne e Geezer Butler -bassista- e ciò non avveniva più dal 1998, anno di pubblicazione dell’album live “Reunion” con due pezzi inediti.
L’idea dell’Lp è nata nel 2001 affidata alla produzione di Rick Rubin. Fu poi tutto quanto rallentano a causa degli impegni da solista di Ozzy Osbourne. L’anno scorso -a gennaio 2012- è stato diagnosticato un linfoma a Tony Iommi: l’album inizialmente doveva essere registrato a Los Angeles, in California ma le sessioni di lavoro furono poi spostate in Inghilterra, proprio a casa del chitarrista.
Il primo singolo estratto il 19 aprile 2013 è “God is dead?“. Il 4 giugno scorso, la band ha rilasciato l’intero disco in streaming su iTunes.
Ecco le prime recensioni sul disco
13, Recensione
The Guardian: Osbourne ha parlato, un po’ più realisticamente, di voler terminare la sua carriera discografica con i Black Sabbath “nel modo giusto”, a differenza di Never Say Die del 1978, un album era insufficiente per mettere la parola fine. Nonostante tutti i difetti presenti in 13, è grossolano sostenere che che non siano riusciti
The Telegraph (Uk): Con la presenza anche di Brad Wilk dei Rage Against the Machine, c’è un senso di migliori professionisti insieme al lavoro …. Il canto di Osbourne, al contrario, è stranamente inespressivo, forse perché non vi è alcuna reale possibilità di legame emotivo con testi sostenuti da effetti grandiosi ma appiattiti da frasi e schemi di rime banali
Entertainment Weekly: Il risultato è sorprendentemente avventuroso, considerando la tavolozza monocromatica degli ultimi momenti di lavoro da solista di Osbourne …. Eppure, Rubin rende qui il tutto qui troppo arido e scarso
Rolling Stone: 13 è orientato e guidato dal superproduttore/superfan Rick Rubin, e si vede che, per tutte le loro innovazioni, i Sabbath erano un prodotto della loro epoca e 13 potrebbe sorprendere alcune persone per il suo tradizionalismo metal.
Uncut: Naturalmente, i Black Sabbath non possono girare totalmente l’orologio indietro dall’inizio – ma possono ancora fare un buon lavoro nel suonare dall’inizio alla fine
Drowned In Sound: 13 è quello che ci si aspetta che, né più, né meno.
The Indipendent (Uk): Nell’esprimere tutti questi temi senza precipitare nel assurdità, aiuta avere qualcuno come Ozzy nella propria squadra insieme al lavoro di Tony Iommi