Patti Smith compie oggi 65 anni. Gli auguri di Soundsblog
Patti Smith compie oggi 65 anni. Gli auguri di Soundsblog
I’m an American artist
and I have no guilt
La – splendida – foto che vedete qui sopra a inizio post racconta un’amicizia. Una delle tante che hanno costellato la vita e la carriera di Patricia Lee Smith: musicista e interprete abile e talentuosa come poche, in grado di incarnare lo spirito delle avanguardie artistiche e della New York che si preparava all’avvento della new wave. La – splendida – foto che vedete a inizio post è di Robert Mapplethorpe, il fotografo che scandalizzò i benpensanti in quegli anni svelando la sensualità di un mondo che riceveva una seconda, grande spinta al cambiamento e alla rivoluzione culturale: naturale evoluzione di quella esplosa sul finire degli anni ’60.
Robert Mapplethorpe e Patti Smith erano grandissimi amici: a lui e a tutto il gruppo di newyorkesi che contavano (Bob Dylan, Andy Warhol, Lou Reed, il futuro marito Fred Smith degli MC5 e moltissimi altri), approdò dopo una vita da vera bohemien. Notti trascorse a dormire in metropolitana, lavori di fortuna e molta miseria. Scoprire la Grande Mela ‘dal basso’, le permise di capirla a fondo, amarla e catturarne gli umori e lo spirito. Tanto che “Horses”, il suo primo, irripetibile lavoro discografico (prodotto da John Cale dei Velvet Underground) fu un miracolo di urgenza e rabbia, in largo anticipo sul punk inglese che arrivò due anni più tardi.
Altrettanto fondamentali saranno i tre dischi successivi, elettrici e inquieti (“Radio Ethiopia” del 1976, “Easter” del 1978 – che conteneva “Because the Night”, scritta con Bruce Springsteen – e “Wave” del 1979), fino alla decisione di abbandonare le scene, annunciata alla fine della tournée italiana per l’ultimo album. Sposa Fred Smith e con lui mette al mondo due figli, pubblicando un solo disco nell’arco di un decennio (“Dream of Life”, che contiene uno degli inni di protesta più famosi della storia: “People Have The Power”). Arrivano gli anni più difficili per la “Sacerdotessa del Rock”.
La sua vita è colpita da una serie di lutti. Muoiono Mapplethorpe, il suo pianista Richard Sohl, il fratello Tod e il marito, con cui stava lavorando all’album per il suo rientro sulle scene. Lo completerà due anni più tardi (nel 1996) e lo pubblicherà con il titolo di “Gone Again”. La musica diventa la terapia per sconfiggere il dolore della perdita (tanto che “Peace and Noise”, il capitolo discografico successivo dedicato al Tibet e alla figura del Dalai Lama, esce già l’anno seguente), poi un’altra pausa di tre anni e la definitiva consacrazione nel 2007, quando il suo nome entra nella Rock and Roll Hall of Fame. Noi concludiamo questo omaggio per celebrare i suoi 65 anni di vita con il brano che l’ha resa famosa anche al grande pubblico. Non lo scrisse lei (l’autore è Springsteen), ma fu Patti Smith ad adattare il testo ‘al femminile’. Il resto lo fecero la sua voce e il suo carisma che la sua forza e il suo coraggio artistico hanno trasformato in esempi incredibili e imprescindibili per chi vuole anche solo pronunciare la parola ‘rock’.