Max Pezzali a Soundsblog: “Il primo posto FIMI? Un’iniezione di fiducia”
Fresco di primo posto nella classifica FIMI degli album più venduti in Italia e reduce dal debutto tv in Nord Sud Ovest Est, programma dedicato ai tormentoni estivi, Max Pezzali si gode una stagione di successi sull’onda del suo ultimo lavoro discografico, “Max 20”, nato per celebrare i suoi primi 20 anni di carriera e diventato simbolo di una ‘rinascita’ musicale e di una ‘riscossa’ per una generazione che lo ha seguito e amato negli anni ’90.
Magro, tatuato, con catena ai pantaloni e cappellino calato sulla testa, Max Pezzali sembra un po’ lo ‘zio’ della nuova generazione di rapper italiani, colui che in fondo ha reso popolare un genere in Italia, non ‘copiandolo’ dagli USA, ma declinandolo alla sua maniera, tra le storie della provincia e fotografando, in fondo, una generazione di ‘allora’ adolescenti.
Lo abbiamo incontrato al Giffoni Film Festival 2013, dove è arrivato per parlare con i giurati, gli adolescenti di oggi: evidentemente le storie raccontate in ‘Sei un mito!” e “La regola dell’amico” restano sempre attuali.
Non vede l’ora di partire in tour a novembre (le date del Max 20 Tour) e non smette di ringraziare gli amici e colleghi che hanno duettato con lui. E se gli si chiede cosa rappresenti per lui questo rinnovato entusiasmo del pubblico nei suoi confronti e il primo posto in classifica non fa che ripetere “è un’iniezione di fiducia”.
“Ringraziando Iddio la sfiga è abbastanza ‘a latere’ al momento… Non riesco a capire bene cosa stia succedendo in questa calda estate….”.
Un’iniezione di fiducia tanto più significativa considerata la non brillante situazione del mercato discografico italiano, tema che abbiamo cercato di toccare con tutti gli ospiti musicali intervistati al GFF 2013. Tanto più che proprio Pezzali – e gli 883 – erano stati ‘nominati’ da Elio durante il suo concerto a Giffoni (“Anche il nostro disco è in vendita, non solo quello degli 883” scherzò il cantante dal palco dello Stadio Troisi). Max fa un sorriso ed entra in argomento, spiegando come siano state nel tempo le evoluzioni tecnologiche a far crescere il mercato discografico – dai solchi ai 45 giri – e come sia ora sempre la tecnologia a metterlo in difficoltà.
“E’ in crisi un business model, anzi la discografia è in crisi da prima dell’arrivo della grande crisi globale. E’ sempre più difficile convincere le persone a pagare per un contenuto che possono trovare gratuitamente. Quando tu, in un paese come l’Italia che non è particolarmente educato a dare valore economico ai contenuti, educhi all’alternativa gratuita è difficile farlo tornare indietro”.
E da perfetto storico del mercato aggiunge:
“Ci sono dei vecchi problemi di miopia del settore. Ma c’è stata anche un’anomalia dagli anni ’60 agli anni ’90 in cui la musica vendeva tanto… Bisogna trovare, senza isterismi, dei nuovi modi per creare incomes da quello che facciamo “
Il problema, insomma, resta sempre quello, già ‘lamentato’ dagli Elii, dalla Bandabardò, e da quanti sentiti sul tema.
Ma essendo in un festival di cinema se ne approfitta anche per parlare di Jolly Blue, musicarello degli 883 datato 1998, che in realtà doveva essere una nuova formula per raccontare la musica:
“L’idea era quella di prendere il budget destinato ai videoclip di un intero album, dividerlo per un certo numero di canzoni, fare di ciascuno una sorta di video e tenerli insieme con un filo narrativo, un po’ come si faceva con i musicarelli negli anni ’60. Sono convinto che l’idea non fosse campata in aria: la musica non poteva andare avanti con i videoclip normali, bisognava fare qualcosa di diverso. Solo dopo sarebbero arrivato Internet e Youtube… La realizzazione è stata meno forte, perché alla fine è finito il budget”.
Beh, ma voi ve lo aspettavate Max Pezzali ‘commercialista’, tra ‘business model’ e ‘incomes’? In fondo non fa che dimostrare che per avere successo, e resistere 20 anni, bisogna essere intelligenti, preparati e curiosi di tutto.