Uscite discografiche Giugno 2012 (2° parte): recensioni
Linkin Park – Living Things : Dopo il pasticcio di “A Thousand Suns” torna uno dei più grandi bluff della storia del rock. I Linkin Park in “Living Things” preferiscono andare sul sicuro, tornando alla formula ormai rodata che suonava già abbastanza dimenticabile dieci anni fa, figuriamoci oggi nel 2012. Consigliato solo ai fan di
Linkin Park – Living Things : Dopo il pasticcio di “A Thousand Suns” torna uno dei più grandi bluff della storia del rock. I Linkin Park in “Living Things” preferiscono andare sul sicuro, tornando alla formula ormai rodata che suonava già abbastanza dimenticabile dieci anni fa, figuriamoci oggi nel 2012. Consigliato solo ai fan di manica larga. (z.) Voto: 4,5
The Smashing Pumpkins – Oceania : i lavori anni ’90, in particolare le due punte centrali, rimarranno per sempre intoccabili, ma è innegabile che il buon Corgan da dieci anni a questa parte abbia completamente perso la bussola artistica (e forse non solo… vedi il discorso wrestling). Progetti evitabili (Zwan), lavori solisti trascurabili (“The Future Embrace”) e vari tentativi, falliti, di riportare gli Smashing Pumpkins ai tempi d’oro. Ci riprova con “Oceania” e non ci crederete ma il risultato non è neanche malaccio: alti e bassi clamorosi, ma nel complesso una piccola rivincita. (z.) Voto: 6+
DIIV – Oshin : costola di Zachary chitarrista dei dei Beach Fossils e novello Cobain. Si chiamavano Dive in tributo ad una canzone dei Nirvana… ma dive anche come tuffo. Un tuffo nel periodo 85-90 piazzandoci dentro svariate influenze e trovando una chiave di lettura personale. Guitar-pop, atmosfere dreamy e Brooklyn hipsteria. Bel debutto, più interessante della main band.(z.) Voto: 7
Liars – WIXIW : tra i nomi più importanti dell’ultimo decennio, i Liars tornano a due anni di distanza da “Sisterworld” con “WIXIW”. I primi due ascolti sono stati abbastanza traumatici: sembrava backround music… un lento scorrere che non portava da nessuna parte. Poi è cresciuto scoprendo tutti i dettagli. Il paragone più diffuso è quello dei Radiohead elettronici… e ci può stare tutto. Sperimentazioni e tocco art… certo Thom e soci guardano ancora dall’alto. (z.) Voto: 7
Usher – Looking 4 Myself : il singolo “Climax” mi aveva illuso: le sonorità post-The Weeknd del brano potevano far pensare ad un’inaspettata maturità artistica. Invece in ” Looking 4 Myself” continuano purtroppo ad essere presenti certe banalità che lo hanno da sempre accompagnato. Certo ci sono anche altre tracce che seguono la scia di Climax, ma per ogni buona intuizione ci infila anche la porcata di turno. Suo miglior disco. (z.) Voto: 6-
Dargen D’Amico – Nostalgia Istantanea sono ormai passati anni dai promettenti esordi, scalfiti in parte da collaborazioni non sempre interessanti. Con “Nostalgia Istantanea” Dargen torna alla grande: due lunghi (circa 20 minuti a testa) brani nei quali ricama a ruota libera storie, quadretti e situazioni come solo lui poteva fare… e nonostante la struttura, si tratta di un disco dal riascolto facile. (z.) Voto: 7
Club Dogo – Noi Siamo Il Club : con il senno di poi l’impressione è che gli abissi raggiunti con “Dogocrazia” e “Che Bello Essere Noi” siano serviti a portarli dove sono ora (1° in classifica). Una sorta di sacrificio al dio denaro necessario per poter tornare a fare i veri Club Dogo ma ad un livello superiore. Peccato che qui ci siano ancora 3-4 brani-truffa, ma la strada è quella giusta. (z.) Voto: 5/6
Fear Factory – The Industrialist : massimo rispetto per i Fear Factory, il loro secondo lavoro “Demanufacture” è uno dei dischi metal&dintorni più importanti degli anni ’90. All’epoca innovarono non poco e la classica formula cybermetal+doppiacassa+industrial+growl alternata alle melodie clean dei ritornelli (alcune proprio belle) era un segno distintivo. Formula che qui torna prepotentemente… ovvio stiamo parlando di una band con 20 anni di dischi alle spalle: le nuove idee scarseggiano (qualche aritmia di scuola Meshuggah) e certe sonorità sono un po’ passate ma la dignità c’è ancora tutta. (z.) Voto: 6
Beach Boys – That’s Why God Made The Radio : storici e fondamentali, tornano a mezzo secolo dagli esordi i Beach Boys. Poteva andare peggio, le pretese stavano a zero in un contesto di questo tipo. Qualche barlume c’è (e non ne dubitavo) ma a conti fatti è uno di quei dischi che servono solo per far numero. (z.) Voto: 6
O.Children – Apnea : torna la band che ha preso il nome da una canzone di Nick Cave. L’omonimo debutto di due anni fa li aveva inseriti tra le band maggiormente convincenti tra i colpi di coda del post-punk revival. Ora che certe cose sembrano decisamente superate (surclassate da proposte dreamy) la band dell’energumeno Tobias O’Kandi, con “Apnea”, fa il passo necessario per evitare di cadere nel dimenticatoio. Certo, mancano un po’ le canzoni, ma per gli amanti dell’oscurità (perchè no… dai Depeche Mode ai She Wants Revenge, passando per i Doors) è un passaggio decisamente consigliato. (z.) Voto: 6/7
Amy Macdonald – Life In A Beautiful Light : aveva iniziato bene con “This Is the Life” (baciato dalla fortuna per un periodo anche qui da noi), poi quotazioni ribassate con il successivo “A Curious Thing”. Nel terzo “Life In A Beautiful Light” guarda verso gli USA, verso il pop-rock radiofonico frizzante e a tratti pomposo (Killers?), convincendo sempre meno. Meteora? (z.) Voto: 5+
Patti Smith – Banga : carriera piena di frenate quella di Patti Smith, basti pensare che questo “Banga” è solamente l’11° album della over-65 poetessa rock. Come molti album di “dinosauri” anche “Banga” ha il classico difetto di suonare decisamente sorpassato a livello sonoro. Patti però il talento l’ha sempre avuto e riesce a nascondere questo difetto, lasciando che siano i brani (spesso ballads) ad avere la meglio. (z.) Voto: 6,5
AWOLNATION – Megalithic Symphony : debutto per il nuovo progetto di Aaron Bruno. Impossibile definire la musica contenuta in “Megalithic Symphony”, c’è tanta furbizia, un po’ di emopop misto indieclub e pop che vorrebbe passare per “sperimentale”. Qualche trovata sparsa, ma per il resto regna un caos-pop che non va da nessuna parte. (z.) Voto: 5,5
Justin Bieber – Believe : Fino a ieri, all’interno della legenda voti il 2 equivaleva a “neanche Justin Bieber”. Dopo “Believe” quella descrizione farà riferimento al voto 3… bel passo in avanti. (z.) Voto: 4
Hot Chip – In Our Heads : per gli Hot Chip miglior disco dai tempi di “The Warning” e della doppia hit Over and Over/Boy From School. (z.) Voto: 7-
Future Of The Left – The Plot Against Common Sense : ottimo concentrato di post-hc/garage-altrock questo terzo lavoro della band inglese. (z.) Voto: 7-
D’Eon – LP : ambient, synth, new age, post-r&b, d&b, dream e altro ancora in questo album di Chris D’eon (lo scorso anno in split con Grimes). (z.) Voto: 6,5
Laurel Halo – Quarantine: sperimentazioni elettroniche per Ina Cube… ambient-dream e post-Bjork a scia. Garantisce la Hyperdub. (z.) Voto: 6/7
Led Er Est – The Diver : wave, synth, oscurità ’80s post… interessante lavoro da Brooklyn, scuola la Sacred Bones. (z.) Voto: 6/7
Violens – True : alla seconda prova buon passo in avanti per i Violens. (z.) Voto: 6/7
POP ETC. – POP ETC.: Si chiamavano The Morning Benders e facevano musica interessante quanto piacevole. Ora si chiamano POP ETC. e fanno……. (z.) Voto: 4,5
OFF! – OFF!: vintage-hardcore per la superband guidata da Keith Morris (ex Black Flag e Circle Jerks…). Poteva suonare obsoleto, non è così. (z.) Voto: 6/7
The Hundred In The Hands – Red Night : il duo non riesce a convincere neanche alla seconda prova. Suoni e produzione sugli scudi, è il resto a deficitare. (z.) Voto: 6
Flats – Better Living : post-hardcore violento, viscerale e ossessivo. Una forza schiacciante. (z.) Voto: 7-
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LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …
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Giugno 2012 – 1° Parte
Maggio 2012 – 2° Parte
Maggio 2012 – 1° Parte
Aprile 2012 – 2° Parte
Aprile 2012 – 1° Parte
Marzo 2012 – 2° Parte
Marzo 2012 – 1° Parte
Febbraio 2012 – 2° Parte
Febbraio 2012 – 1° Parte
Gennaio 2012 – 2° Parte
Gennaio 2012 – 1° Parte
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