Alessandra Amoroso duetta con Fiorella Mannoia in La sera dei miracoli (testo e audio)
Il duetto tra Alessandra Amoroso e Fiorella Mannoia su La sera dei miracoli di Lucio Dalla
Esce oggi, A te, il nuovo album di Fiorella Mannoia che rende omaggio a Lucio Dalla. Tra le collaborazioni eccellenti, quella con Alessandra Amoroso, in La sera dei miracoli (Fonte Vanity Fair):
Avevo già avuto modo di farlo, e mi aveva colpito la sua eleganza, il suo modo aggraziato di cantare. L’eleganza è sinonimo di sottrazione: anche se hai la possibilità di arrivare a certe vette canore, lo puoi fare con parsimonia. Avevo voglia e bisogno di qualcuno che cantasse con me La sera dei miracoli, e ho pensato a lei. È arrivata, ha messo le cuffie e appena ha cominciato mi sono detta: “Avevo ragione”. L’ho voluta anche per un senso di continuità con il lavoro di Lucio.
A seguire, trovate l’audio ed il testo della canzone.
La sera dei miracoli
È la sera dei miracoli
fai attenzione
qualcuno nei vicoli di Roma
con la bocca fa a pezzi una canzone.
È la sera dei cani che parlano tra di loro
della luna che sta per cadere
e la gente corre nelle piazze
per andare a vedere
questa sera così dolce
che si potrebbe bere
da passare in centomila in uno stadio
una sera così strana e profonda
che lo dice anche la radio
anzi la manda in onda
tanto nera da sporcare le lenzuola.
È l’ora dei miracoli che mi confonde
mi sembra di sentire
il rumore di una nave sulle onde.
Si muove la città con le piazze
e i giardini e la gente nei bar
galleggia e se ne va,
anche senza corrente camminerà
ma questa sera vola, le sue vele
sulle case sono mille lenzuola.
Ci sono anche i delinquenti
non bisogna avere paura
ma soltanto stare un poco attenti.
A due a due gli innamorati
sciolgono le vele come i pirati
e in mezzo a questo mare
cercherò di scoprire quale stella sei
perché mi perderei se dovessi capire
che stanotte non ci sei.
È la notte dei miracoli
fai attenzione
qualcuno nei vicoli di Roma
ha scritto una canzone.
Lontano una luce
diventa sempre più grande
nella notte che sta per finire
e la nave che fa ritorno,
per portarci a dormire.
Cara
Cosa ho davanti
non riesco più a parlare
dimmi cosa ti piace
non riesco a capire
dove vorresti andare
vuoi andare a dormire.
Quanti capelli che hai
non si riesce a contare
sposta la bottiglia
e lasciami guardare
se di tanti capelli
ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni
e per i miei che sono cento.
Non c’è niente da capire
basta sedersi ed ascoltare
perché ho scritto una canzone
per ogni pentimento
e debbo stare attento
a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi
se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo
e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno
ma per uno come me poveretto
che voleva prenderti per mano
e cascare dentro un letto
che pena, che nostalgia
non guardarti negli occhi
e dirti un’altra bugia.
Almeno
non ti avessi incontrato
io che qui sto morendo
e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento
e sembri una farfalla
e con quanto sentimento
ti blocchi
e guardi la mia spalla.
Se hai paura a andar lontano
puoi volarmi nella mano
ma so già cosa pensi
tu vorresti partire
come se andare
lontano fosse uguale a morire
e non c’è niente di strano
ma non posso venire.
Così come la farfalla
ti sei alzata per scappare
ma ricorda che a quel muro
ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori
per provare anch’io a volare.
E la notte cominciava
a gelare la mia pelle
una notte madre che cercava
di contare le sue stelle.
Io li sotto ero uno sputo
e ho detto “olé sono perduto”.
La notte sta morendo
ed è cretino cercare
di fermare le lacrime ridendo
ma per uno come me,
l’ho già detto,
che voleva prenderti per mano
e volare sopra un tetto
lontano, si ferma un treno
ma che bella mattina
il cielo è sereno.
Buonanotte
anima mia
adesso spengo la luce
e così sia.