Beck contro Spotify: “Così non funziona”
Il cantautore americano, pronto a tornare con Morning Phase, dice la sua sulla musica in streaming e racconta dei suoi problemi di salute prima delle registrazioni del nuovo disco.
Morning Phase, il dodicesimo disco in studio di Beck, arriverà a Febbraio 2014 come anticipato qualche settimana fa, ma il cantautore americano, pur impegnato a limare le registrazioni che i fan attendono da oltre cinque anni, non ha perso occasione per intervenire nel grande dibattito generale sulla musica in streaming che anima da un po’ di tempo gli artisti di tutto il mondo.
Intervistato in Argentina dove si è recato per la serata finale del Planeta Terra Festival, Beck ha spiegato la sua personale visione della moderna industria musicale, della quale pure lui fa parte, rivelando il suo personale stupore per come molte notizie e molti artisti, anche famosi e importanti, vengano dimenticati quasi subito nella marea di novità di ogni giorno:
Gli affari nella musica stanno cambiando molto, e cambia anche il modo in cui la gente la ascolta. […] Mi sembra che con altri musicisti stiamo prendendo un po’ di tempo per cercare di adattarci a questo nuovo ambiente, stiamo cercando di decifrare cosa significhi tutto questo. […]
A livello di fruizione musicale, il cantautore sembra essere d’accordo con Thom Yorke: i servizi di musica in streaming non sono molto utili per gli artisti, perché non solo non riescono a garantire introiti a chi di musica vorrebbe viverci, indirizzando l’industria verso investimenti sempre più bassi a causa della mancanza di soldi e perdendo quindi in qualità, ma soprattutto offrono registrazioni poco valide dal punto di vista sonoro.
La domanda è “come faccio a mantenermi”, perché quello che mi paga Spotify non basta nemmeno per pagare i musicisti che suonano con me, né la gente che lavora ai dischi. In ogni caso questo modello non funziona, perché non possiamo immaginare che le persone ci aiutino a fare dischi gratuitamente o che costino meno.. Però è proprio il modo in cui è fatto adesso che non funziona, perché qualcuno dovrà cedere. Se dovessi fare i miei dischi con ciò che mi paga Spotify, non li registrerei, non potrei mettere altri musicisti sotto contratto, non potrei avere chi lo masterizza… dovrei fare tutto da solo. Cosa che molte persone fanno già ed è molto bello, però significa generare un altro tipo di musica. […] Credo comunque che la cosa più triste dello streaming sia proprio la qualità del suono. Ho parlato con molti musicisti e ingegneri del suono di questo, e quando metti a confronto le due cose è impressionante: è come se guardassi “Quarto Potere” sul cellulare. Questo è quello che sta ascoltando la gente!
Beck ha inoltre rivelato di essere stato vittima di gravi problemi di salute prima delle registrazioni di Morning Phase, che lo hanno costretto a riposo assoluto a causa di pericolose lesioni alla spina dorsale, dovute a motivi che il cantante ha preferito non specificare.
Ho avuto dei problemi seri alla spina dorsale, ma adesso sta migliorando quindi sto tornando alla musica. E’ stata una ripresa molto lunga, dopo ho ricominciato a suonare un po’ la chitarra. Non credo che potrò più muovermi come prima, anche se posso sempre offrire molto sul palco.
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