The Day the Music Died: 3 febbraio 1959, cosa successe 55 anni fa
La storia dell’incidente aereo che costò la vita a Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens
Il 3 febbraio 1959 la musica morì. Così recita un verso della canzone “American Pie”, scritta dal cantautore Don McLean nel 1970:
“But something touched me deep inside, the day the music died / ma qualcosa mi colpì nel profondo, il giorno che la musica morì”
55 anni fa Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens, tre vere e proprie icone del rock’n’roll, persero la vita in un terribile incidente aereo. Proprio quando la loro promettente carriera stava per entrare nel vivo.
Buddy Holly (Charles Hardin Holley, 1936-1959) aveva 22 anni quando morì: il primo lavoro discografico, “The ‘Chirping’ Crickets”, uscì nel 1957, e il singolo che gli diede maggior successo fu “Peggy Sue”.
The Big Bopper (Jiles Perry Richardson, 1930-1959), dj e cantante, ha avuto tra i suoi maggiori successi la canzone “Chantilly Lace”, inserita nella colonna sonora del film di George Lucas “American Graffiti” (1973). Quella maledetta sera chiese ad un musicista di Holly, Waylon Jennings, se poteva cedergli il posto sull’aereo, a causa di una fastidiosa influenza. Jennings acconsentì. Quando Holly seppe che Jennings non avrebbe preso l’aereo gli augurò scherzosamente di “congelare sul bus” – il mezzo che gli artisti usavano per gli spostamenti e che non era assolutamente adeguato alla stagione invernale. Quest’ultimo ricambiò, e augurò a Holly “che il suo aereo potesse schiantarsi”.
Aveva invece solo 17 anni Ritchie Valens (Richard Steven Valenzuela, 1941-1959), conosciutissimo per la sua interpretazione de “La Bamba”. Sorteggiò – e vinse – il posto sull’aereo con il chitarrista di Holly, Tommy Allsup.
L’incidente
I tre musicisti, impegnati nella tournée Winter Dance Party, si erano esibiti alla Surf Ballroom di Clear Lake e si erano rimessi subito in viaggio: la sera dopo avrebbero dovuto suonare nel Nord Dakota. Il tour, che prevedeva in scaletta anche Dion and the Belmonts e Frankie Sardo, era iniziato il 23 gennaio al Million Dollar Ballroom di Milwaukee e aveva già incontrato numerosi problemi logistici a causa delle distanze fra una località e l’altra.
Dopo il concerto, dato che l’autobus era fuori uso, i ragazzi su suggerimento di Buddy Holly decisero di affittare un piccolo aeroplano. Offrirono anche a Dion DiMucci – del gruppo Dion and The Belmonts – un posto sul velivolo, ma il musicista declinò perchè riteneva il prezzo del biglietto troppo alto (36 dollari).
Appena dopo l’una di notte del 3 febbraio il Beechcraft Bonanza guidato da Roger Peterson perse quota all’improvviso e si andò a schiantare in una piantagione di granturco poco fuori Mason City, la località da cui era decollato, otto miglia a nord di Clear Lake, nello Iowa. Nell’impatto il pilota, che volle decollare nonostante le avverse condizioni meteorologiche, e i tre passeggeri persero la vita. Toccò a Carroll Anderson, il manager della Surf Ballroom, l’identificazione.
In seguito all’incidente il tour continuò con cantanti diversi (Ronnie Smith & The Crickets, Fabian & Frankie Avalon, Jimmy Clanton) e si concluse il 15 febbraio 1959.