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Sanremo 2015, le 10 canzoni più controverse presentate al Festival

I video e le motivazioni della scelta.

pubblicato 5 Febbraio 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 09:19

L’edizione 2015 del Festival della Canzone Italiana di Sanremo incombe: dal prossimo 10 febbraio, infatti, la 65esima edizione della kermesse sanremese, condotta da Carlo Conti con la partecipazione di Emma, Arisa e Rocío Muñoz Morales, avrà finalmente inizio.

Prima dell’inizio di un nuovo festival, è procedura abituale stilare una serie di bilanci per quanto riguarda le edizioni precedenti.

Con questo articolo, vogliamo rimembrare dieci tra le canzoni più controverse mai presentate al festival (non si tratta di una classifica). Di seguito, troverete i video e le motivazioni della scelta.

1. Alessio Bonomo – La Croce

Alessio Bonomo, cantautore napoletano, partecipò al Festival di Sanremo, nella categoria Giovani, nel 2000. La sua controversa canzone dal titolo La Croce è stata scelta perché in netto contrasto con la tradizione del palco sanremese, luogo per eccellenza della canzone melodica. Bonomo, infatti, presentò una canzone praticamente recitata, con molta enfasi, e con un riff di chitarra martellante. Coraggiosa.

2. Povia – Luca era gay

Soundsblog si è occupata in più occasioni di questa canzone. Inutile ribadire per l’ennesima volta cosa avvenne durante l’edizione 2009. Anche in questo caso, è sufficiente ascoltare il testo della canzone. Inutilmente provocatoria.

3. La Sintesi – Ho mangiato la mia ragazza

La Sintesi è stata una band scoperta da Morgan, che ha partecipato al Festival di Sanremo 2002, sezione giovani. Questo gruppo milanese portò sul palco dell’Ariston una canzone sull’amore cannibale, quasi al limite dell’esaltazione di questa pratica. Un’altra interpretazione può essere il tema della gelosia portato all’estremo. Affascinante.

4. Daniele Silvestri – Aria

Daniele Silvestri a Sanremo viene ricordato soprattutto per i brani allegri come Salirò e La Paranza. Nel 1999, però, il cantautore romano portò al Festival una canzone su uno dei temi tabù per eccellenza: la morte. La storia di un ergastolano all’Asinara cosciente che uscirà prima o poi dal carcere, anche se soltanto da morto, è un capolavoro che fu “premiato”, però, soltanto con un nono posto. Da riscoprire.

5. Quintorigo – Rospo

I Quintorigo si imposero all’attenzione del grande pubblico con la canzone Rospo, presentata nella sezione Giovani nel 1999. Raramente, il palco dell’Ariston fu luogo di forte sperimentazione come in questo caso. Con i Quintorigo, infatti, il pubblico ascoltò qualcosa di veramente nuovo, con il carismatico John De Leo a capitanare una band decisamente atipica (un violino, un violoncello, un contrabbasso e un sax). La giuria demoscopica non capì ma il premio della critica arrivò puntuale.

6. Pitura Freska – Papa nero

Nel 1997, il gruppo reagge veneziano conquistò la popolarità nazionale grazie a questa canzone basata sulla famosa profezia di Nostradamus riguardante il Papa nero, ispirata anche dall’elezione della prima Miss Italia di colore, Denny Mendez. Toccare un argomento tabù per la tv di Stato come il Pontefice, questa volta, non creò problemi.

7. Federico Salvatore – Sulla porta

Il tema dell’omosessualità è stato affrontato spesso sul palco di Sanremo, molte volte a sproposito (il riferimento non è casuale). Sulla porta di Federico Salvatore, cantante e comico napoletano fino a quel momento conosciuto soprattutto grazie a canzoni satiriche (chi non si ricorda di Azz…?), fu una delle prime canzoni sul tema presentate a Sanremo, precisamente nel ’96. Negli anni ’80, ci provarono anche i Pooh e Cristiano Malgioglio ma Federico Salvatore fu più esplicito, presentando la storia di un disconoscimento di un figlio gay da parte di una madre (“Sono un diverso, mamma, un omosessuale!”).

8. Giorgio Faletti – Signor Tenente

Il compianto artista astigiano presentò questa canzone durante il Festival di Sanremo 1994, conquistando un meritato secondo posto (avrebbe meritato anche la vittoria). Il tema non fu dei più facili: Signor Tenente fu una canzone di denuncia riguardante le condizioni di lavoro dei Carabinieri, ispirata anche dagli attentati di mafia ai giudici Falcone e Borsellino. Il “minchia” ripetuto più volte, senza dubbio, favorì la diffusione della canzone anche tra un pubblico meno preparato. Sarebbe un sacrilegio, però, ridurre la riuscita di questo pezzo unicamente all’uso reiterato di questa parolaccia.

9. Aeroplanitaliani – Zitti Zitti (Il silenzio è d’oro)

Il gruppo pop-rock capitanato da Alessio Bertallot è principalmente noto per essere rimasto in silenzio per 30 secondi durante l’esecuzione di Zitti Zitti (Il silenzio è d’oro). Si trattò di una trovata che fruttò il Premio della Critica. Dopo Sanremo, arrivarono un paio d’album e ben 12 anni di silenzio, interrotti nel 2005 con un album inedito.

10. Pandemonium – Tu fai schifo sempre

Con quest’ultima canzone, ritorniamo indietro negli anni ’70, precisamente nel 1979. Il gruppo teatro-canzone italiano presentò a Sanremo un brano che ebbe il solo intento di provocare. E’ difficile, infatti, tirare fuori un significato recondito da questo testo. I Pandemonium, però, aprirono la strada a tanti attori che, successivamente, calcarono il palco dell’Ariston presentando canzoni anticonvenzionali (quest’anno, troveremo Biggio e Mandelli).

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