Steven Wilson al Teatro dal Verme: foto, video e commenti – 30 Marzo 2015
Un concerto potente e dai suoni stratosferici, per uno show più “metal” del solito per Steven Wilson. Ecco com’è andata…
Foto e testo sono di Eugenio Crippa
Non si è miliardari senza montagne di debiti, né si è veri musicisti senza detrattori, una specie particolare di fruitore di musica spesso discendente da quella del ‘fan tradito’ che, in reazione al presunto inganno perpetrato tramite la realizzazione di un disco che non piace, si trasforma rapidamente da sostenitore accanito a furibondo denigratore. Un fenomeno diffuso in particolare nei confronti di quegli artisti perennemente irrequieti, incapaci di scrivere lo stesso disco due volte di fila, tra i quali Mr. Steven Wilson non fa certo eccezione.
Forse l’abbiamo scritto già nei nostri precedenti live report, ma a fronte delle innumerevoli colorite opinioni di chiunque abbia avuto a che fare con il musicista inglese, vi è un fatto inconfutabile: Wilson potrebbe smettere di suonare domani con la certezza di essere comunque passato alla storia del rock progressivo e psichedelico. “Hand. Cannot. Erase”, ultimo album pubblicato e registrato con una band stellare che ormai Steven si porta dietro, in studio e sul palco, da alcuni anni, è in questo tour proposto quasi per intero; curato nel packaging e nel concept ancor più di “The raven that refused to sing” – la cui title-track ha chiuso lo show – perde molto del sound anni ’70 del predecessore, guadagnandone in modernità e compattezza. Dal vivo, di conseguenza, l’impatto è spesso impressionante (forse mai prima nella sala del Teatro Dal Verme di Milano si è assistito a tale potenza di suono)… e a questo punto non può che entrare in gioco la sensibilità di ogni singolo ascoltatore: meglio l’impronta vagamente jazz-rock determinata dai fiati di Theo Travis, o quella metallica proposta a questo giro? A pensarci bene, sono solo due volti di un artista multiforme, che probabilmente cambierà pelle nuovamente al prossimo appuntamento.
Si segnalano in scaletta, in particolare, due brani estratti dal catalogo Porcupine Tree, “Lazarus” e “Sleep Together”; nelle due ore di concerto, che sembrano trascorrere fin troppo rapidamente, resta ben poco spazio per i primi lavori solisti di Wilson, rappresentati dalle immancabili “Harmony Korine” e “Index”, trascinanti e devastanti a livelli ben superiori alle aspettative. Siamo del resto in un luogo in cui l’aspetto acustico è di primaria importanza, mentre il Teatro della Luna di Assago, che aveva ospitato la band di Steven due anni fa esatti, era ‘teatro’ molto più nel nome che nei fatti. L’unico rammarico, se vogliamo, è che tra un artista sempre più grande e il suo pubblico, tra cui figura anche chi lo segue dai primi dischi dei Porcospini, il divario vada col tempo accentuandosi, inesorabilmente; meglio non rammentare quegli anni trascorsi nei piccoli club a chiacchierare dopo un concerto con un timido songwriter anglosassone, o si rischia di alimentare l’impressione di essere di fronte, oggi, a un vecchio amico diretto sempre più verso il largo della sua – ad ogni modo meritatissima – popolarità.
Ecco le foto del concerto, basta cliccare su una per aprire la galleria completa.
Steven Wilson foto @ Teatro dal Verme Milano, 30 Marzo 2015 – photos by Eugenio Crippa
Steven Wilson al Teatro Dal Verme di Milano: la scaletta suonata
First regret
3 years older
Hand. Cannot. Erase
Perfect life
Routine
Index
Home invasion / Regret #9
Lazarus *
Harmony Korine
Ancestral
Happy returns
Ascendant here on…
The watchmaker
Sleep together *
—
The raven that refused to sing
* Porcupine Tree