Cesare Cremonini, Più Che Logico Live: la conferenza stampa in diretta su Blogo
Cesare Cremonini presenta alla stampa Più che logico Live, triplo cd con 22 canzoni dal vivo e 4 inediti…Segui la conferenza in diretta su Blogo!
Esce domani, 26 maggio 2015, Più che Logico Live, il disco dal vivo che Cesare Cremonini ha voluto regalare ai propri fan per immortalare il successo del suo ultimo tour che ha registrato più di centomila presenze. Tre cd con 22 canzoni live e quattro inediti, tra cui la hit Buon Viaggio (Share The Love). Ora siamo a Milano e sta per iniziare la conferenza stampa con Cesare Cremonini. Se volete scoprire tutto in diretta, non potete perdervi questo post!
12.13 La conferenza è terminata.
12.08 Come ti vedi tra dieci anni?
Fra quattro anni saranno ventanni che faccio questo lavoro. Fra dieci anni mi piacerebbe poterlo fare con tanti centri della mia vita insieme: avere altre cose importanti oltre alla musica, ecco. In questo momento sono ancora in una fase post-adolescenziale in cui tengo il disco sotto al cuscino e me lo guardo appena sveglio. Magari dovrei superare questa fase prima di sposarmi, insomma. Comunque di sicuro starò sempre a Bologna. Lì posso avere un punto di vista un po’ distaccato, come se fossi su un terrazzo da cui guardare tutto, mode comprese. È come se a Bologna potessi scegliere se far parte di determinate mode oppure no. In altre città non è così.
12.06 Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo tour?
Chi verrà a vederci vedrà il secondo tempo del tour precedente ma con la sensazione di non aver già vinto la partita. Vogliamo dare spettacolo fino alla fine. Mentre realizzavo questo disco ho avuto un po’ il dispiacere, più che altro l’iperansia che il titolo potesse essere frainteso. E invece no, secondo me è proprio giusto.
12.04 “Questo è il motivo per cui il mio lavoro è bello, perché puoi morire”:
Ogni canzone è storia a sé. Come uscirai da un concerto è quello che sei, non conta più cosa sia successo il giorno prima. La grande fortuna del mio mestiere la vivo sulla mia pelle. Io quello che so del mio lavoro è che puoi tranquillamente morire perché ogni fase di stop è un’occasione di rinascita. Questo è il motivo per cui il mio lavoro è bello, perché puoi morire. Ogni concerto ti dà la possibilità di rinascere.
12.02 Perché nei live ci sono pochissime canzoni dei Lunapop?
Anagraficamente, più vai verso una destinazione più ti allontani dal punto di partenza. Non c’era nessun tipo di polemica. Oggi mi sento esattamente dove voglio stare. E questa è una grande fortuna. Ho avuto momenti in cui venivo seguito da un pubblico a cui avevo poco da dire. Oggi posso fare le cose come mi piace farle, credo sia un momento fortunato da ricordare in futuro come quegli anni in cui ho dato tutto quello che avevo alla musica. Io non sono precisamente un cantante, non vengo da una scuola di canto, ma vengo da una scuola forse ancora più antica, quella dei cantautori. Appartengo a questo tipo di artista e questo fa sì che il mio ruolo sia anche quello di intrattenitore oltre che di scrittore di canzoni. Non ho preclusioni al cinema o alla tv. Quando a Bologna vogliamo dire che uno è fortunato, gli si dice che “Vede un bel mondo”. Ecco, io credo di vedere un bel mondo in questo momento.
11.55 Grandissimo successo dal vivo. Ma c’è qualcosa che ti manca?
In questo bilancio superpositivo quello che un po’ mi manca è che la macchina che guidi è molto molto grande e quindi la dimensione di potersi esprimere in modo un po’ più libero e improvvisato non ce l’hai sempre. A volte fare un concerto per venti persone mi permetterebbe di fare lo scemo un po’ di più. Qui invece ci sono delle regole che a volte mi vanno un po’ strette. È per questo che durante il concerto mi ritaglio sempre una ventina di minuti di piano voce. Lì sono io a sei anni in casa con mia madre che mi dice: “Suona per noi”. Quel momento è quello in cui cerco di compensare questa responsabilità che comunque hanno tutti gli artisti che fanno concerti. Lì gioco con la musica come mi viene, ci tengo molto.
11.51 Nel booklet scrivi “Sul palco forse sono una persona migliore”. Perché?
Già stare due ore lontano da un cellulare è qualcosa che ti rimette in contatto con la vita vera. Poi mi piace stare sul palco perché ho quasi la presunzione di dire che lo so fare. È una cosa che ho dentro fin da piccolo, questo bisogno di farmi notare. Il senso di protezione che provo sul palco è legato ad una predisposizione che ho a stare lassù. Dietro a un artista c’è una vita che viene lasciata giù dal palco e così succede anche per le persone che ti vengono a vedere.
11.48 Tra scrittura delle canzoni e live…
Scrivere è proprio il contrario di salire sul palco. Non mi piace l’idea di condividere anche con collaboratori stretti il momento della scrittura, è vero. Ma questa è la stranezza e la difficoltà del mio mestiere. La parte che riguarda lo scrivere credo sia la più difficile per me come per tutti i miei colleghi. Viviamo in una fase storica poco intima, poco silenziosa. Non è facilissimo in una società così continuare a scrivere canzoni però è un impegno interessante, se non altro, se vuoi anche sofferto. Il live io lo intendo come il premio a questo impegno. Mi sono reso conto ultimamente che chi scrive canzoni è una specie di “ricercato speciale” in Italia. Non quelli che le scrivono nel “dopolavoro, gli scrittori seriali. Chi ha un’idea vera di come farlo, insomma, è davvero “Wanted” dalla discografia. Scrivere un disco di quattro canzoni per me ha voluto dire stare sei mesi carcerato dentro me stesso a fare questo. Si parla di una carceraizone, di una sofferenza molto psicologica, se vogliamo, non è che mi manchi qualcosa. Ma a maggior ragione il live lo vivo proprio come un’esplosione di gioia, una liberazione.
11.42 Il booklet del disco:
Mi sembrava faticoso scrivere 60 pagine per un album. Ma poi ho riflettuto e ho capito che un concerto non è solo due ore di incontro col pubblico, ma una cosa che per me comincia molto prima e finisce molto dopo. Inizia al mattino molto presto quando mi sveglio, non pranzo perché sono in tensione positiva. Nello stesso momento dei ragazzi si svegliano col batticuore come me perché aspettano quel concerto da tempo esattamente come me. La discografia e il live si sono intrecciate fino ad essere quasi una sola cosa oggi. Questo booklet, questo libricino è un pezzo di passione in più, quello che non stava dentro la pelle.
11.36 “Scrivere canzoni è il mestiere più vecchio del mondo…”:
Sono stati quattro mesi di lavoro perché avevo un senso di responsabilità gigantesco. In particolare Buon Viaggio voleva essere semplice all’ascolto ma ci ho perso moltissimo tempo. Ha un sound molto delicato, fatto di campioni che si intrecciano, parecchio raffinata da un punto di vista produttivo. Quasi Quasi voleva rimanere cantautorale ma anche moderna. Il bello del mio mestiere oggi è che fare una cosa se vogliamo “superata” come scrivere canzoni, ti permette di attraversare il mare della musica con molta più libertà: è come fare una cosa nuova, pur facendo quella più vecchia del mondo. Una delle più vecchie, insomma.
11.33 La collaborazione con Davide Petrella de Le Strisce per Lost in the Weekend:
Lavoro sempre come una sorta di artigiano, non sono molto “paraculato”, lavoro da solo. Produrre un disco vuol dire immergermi per mesi e mesi nella mia solitudine. Ho trovato in Davide Petrella, il cantante de Le Strisce, un ottimo partner di dialogo sulle canzoni. Con lui mi sto divertendo sempre di più, per me è come uno specchio. Queste canzoni come alcune di Logico erano già state imbastite in questa collaborazione che è una collaborazione tra due professionisti della canzone, due persone che amano scrivere. Somigliamo di più a due ragazzini di 15 anni che a due cantanti che uniscono le forze. È questo che mi piace.
11.31 Gli inediti:
Solitamente chi fa un disco dal vivo tende a non scoprire troppo le carte o a mettere canzoni veramente nuove. Invece in questo caso ho voluto provare la tentazione di dare al pubblico un pezzo grosso della mia storia. Ho dunque scritto canzoni totalmente nuove. L’ho proposto io alla Universal di inserirle perché mi rendevo conto che stavo scrivendo come avrei scritto per un album di inediti. Spero che questa cosa emerga, che si capisca che non sono rimaneggiamenti. Più che logico è un disco live ma vuole aprire una finestra su ciò che musicalmente vorrei fare in futuro. Buon viaggio suona come un antipasto leggero, non vuole sfamarti del tutto. Anche per questo non mi immaginavo andasse così bene. Penso che Lost in the Weekend sarà la colonna sonora del tour. Con questo tour credo che si chiuderà un capitolo, quello iniziato con La Teoria dei Colori se non da Mondo (feat Jovanotti). Poi ci sarà un arrivederci, ci vorrà un po’ perché torni con qualcosa di nuovo. Quasi quasi è una canzone d’amore in cui si parla di vivere un momento a due che sia davvero “a due”, senza social o cose del genere. Compensa Lost in the Weekend che è un ritratto metropolitano a tratti decadente a tratti estasiato. Racconta la visione multiculturale e caotica. 46: Campioni come Valentino sono le vere rockstar, vivono al limite, hanno un pubblico che altro che alcuni Festival europei. E questo è un ambiente che mi piace, che mi fa sentire a mio agio. Tutto ciò ha solleticato il mio immaginario.
11.23 Cesare e il tour:
Come molti sanno io dal punto di vista dei live sono quasi un esordiente. Sono sedici anni che faccio concerto ma dopo i Lunapop la mia strada è ricominciata da zero, quasi da capo. Una strada fatta di day by day, canzone dopo canzone, per arrivare fino a qui. Sei anni fa uscivo da un tour teatrale che era stato un momento di passaggio, anche molto sofferto. Il mio obiettivo era sempre stato quello di fare concerti, sull’avambraccio ho Freddie Mercury, mi hanno sempre attratto i grandi palchi. Ho una voglia di fare straordinaria, la passione di un ragazzino. Fare tre Forum di Assago in un anno mi fa sorridere e mi dà grandi stimoli anche discograficamente. Quando hai la possibilità di incontrare così tante persone, tutta quella energia la riversi per forza sull’album che farai.