Il successo del Concerto del Primo Maggio
Ogni anno il Primo Maggio è anche il giorno del concertone di Roma, organizzato dai sindacati e regalato alla nostra capitale che risponde sempre con grande entusiasmo: si parla di 500 mila persone, “2” secondo il TG4 (così Caparezza durante il suo travolgente mini-show). Quasi 10 ore di musica, della migliore musica italiana, quella che
Ogni anno il Primo Maggio è anche il giorno del concertone di Roma, organizzato dai sindacati e regalato alla nostra capitale che risponde sempre con grande entusiasmo: si parla di 500 mila persone, “2” secondo il TG4 (così Caparezza durante il suo travolgente mini-show). Quasi 10 ore di musica, della migliore musica italiana, quella che – salvo poche eccezioni – non passa solitamente in tv ma riempie club, teatri, tendoni e palazzetti.
Musica scritta, suonata, sudata: la nostra musica “popolare”, nel senso profondo del termine. Il mattatore dell’evento è Claudio Santamaria, in un ruolo per lui (e per noi) inedito di presentatore che convince con il suo approccio low-fi, dopo anni di urlatori di professione. I temi di quest’anno, con cui gli artisti in parte si misurano, sono: la sicurezza sul lavoro, i 40 anni dal ’68 e i 70 anni di Celentano.
Dopo i tre gruppi “esordienti”, selezionati per concorso, l’evento si apre ufficialmente con Enzo Avitabile e il colosso Manu Dibango e la piazza comincia subito a saltare (e salterà ancora e ancora fino a notte fonda). Piero Pelù, veterano di questo palco, è il primo a tingere l’aria di rock e ci sorprende con la sua riuscita cover della beatlesiana “Revolution”.
Seguono lo ska-revival di Giuliano Palma e la furia incazzata dei Linea 77, le tradizioni di Capuano coi Bisca (spetta a loro ricordare la storia dell’evento sparando “Bella ciao”) e gli Après la Classe. Tutto procede bene, i cambi palco sono veloci, i tecnici faranno per tutta la giornata un lavoro eccezionale.
L’arrivo di Tricarico sembra quasi fuori luogo, per genere e approccio, ma alla fine i suoi modi intimi(sti) non lasciano indifferenti. Il clima posse/dub/ska torna a invadere Piazza San Giovanni con l’arrivo e la carica di Raiz e, subito dopo, dei Sud Sound System che ospitano a sorpresa Neffa. Segue un piccolo set Santamaria-Zampaglione a confermare, se ce ne fosse bisogno, le doti anche musicali dell’attore. Poi il video non proprio esclusivo di Springsteen e la prima parte si chiude puntuale e convincente.
Poco prima delle 20 si riparte con uno dei momenti più intensi della serata: Stefano Di Battista e la sua All Star Band di musicisti jazz riescono ad ammaliare ed emozionare il popolo rock, complice anche l’esperimento (rischioso ma riuscito) di musicare dal vivo la voce incisa di Fabrizio De Andrè nella struggente “Ho visto Nina volare”: da pelle d’oca! (trovate il video alla fine del post).
Eccezionale più che mai Caparezza, emozionante la ventata brasiliana di Jorge Ben Jor, immensi gli Elio e le storie tese che, dopo la censura subìta molti anni prima sullo stesso palco per una battuta su Ciarrapico, ora che l’uomo è tornato in auge, gli dedicano un pezzo. E’ l’inizio della carrellata di alcuni dei più importanti nomi della nostra scena rock.
Come sempre bravi, travolgenti e sinceri si susseguono Afterhours, Subsonica, Marlene Kuntz. In mezzo i Baustelle che ospitano generosamente Irene Grandi in 2 pezzi su 4, compresa la “Bruci la città” che li ha visti collaborare in studio. E’ quasi la fine ma prima arrivano Tiromancino – che a sorpresa infiamma una “Foxy Lady” di Hendrix – e l’ottimo Max Gazzè che aggancia a un suo pezzo la marleyana “Give Up, Stand Up”.
Un altro momento topico, di parole e pensieri, lo regala Ascanio Celestini che nel suo set sembra prendere in mano l’eredità di De Andrè, almeno nel suo primo periodo, e persino la tradizione dei Cantacronache: davvero bravo. Chiudono la serata il rock elaborato e sofferto del buon The Niro e l’energia di una L’Aura sempre più battagliera e schierata.
Rimane la sensazione che il Concerto del Primo Maggio sia davvero, come annunciava il bravo presentatore, il festival più importante che abbiamo. Non solo per l’evento di piazza e il successo di partecipazione, non solo per la rilevanza mediatica e la trasmissione tv. Soprattutto perchè è lo specchio della nostra migliore musica: impegnata, arrabbiata e sincera. Speriamo che possa (r)esistere ancora a lungo e che si mantenga sempre così.
Video | “Ho visto Nina Volare” @ Concerto Primo Maggio 2008
Sul palco:
Stefano Di Battista (sax)
Rita Marcotulli (pianoforte)
Fabrizio Bosso (tromba)
Dario Rosciglione (contrabasso)
Marcello Di Leonardo (batteria)
Julian Oliver Mazzariello (pianoforte)
Giovanni Tommaso (contrabasso)
Eric Arlan (batteria)