Home Patty Pravo: “Quando sto su un palco sono ancora la donna più felice del mondo”

Patty Pravo: “Quando sto su un palco sono ancora la donna più felice del mondo”

Patty Pravo si racconta a Blogo tra l’imminente Festival di Sanremo e il nuovo disco, Eccomi, dopo 50 anni di carriera.

di grazias
pubblicato 30 Gennaio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 21:24

“Vi piace questo maglione? L’ho fregato a Sanremo, è di una mia amica che poi ho scoperto essere anche l’assistente di Carlo Conti”

Ma lei se ne è accorta?
Certo, l’ho spogliata. Insomma, gliel’ho fatto togliere e da quel momento è diventato mio.

Patty Pravo ha 50 anni. Di carriera. E un maglione nuovo.
Così si presenta alla conferenza stampa per il suo ultimo disco, Eccomi, che contiene Cieli Immensi, il brano con cui sarà in gara al prossimo Festival di Sanremo.

Ecco, partiamo proprio da questo, dall’Ariston, ormai manca poco…

Ho fatto le prove l’altro giorno, il palco è montato molto bene e l’orchestra è messa in condizione di lavorare al meglio. Carlo Conti, poi, contribuisce a creare un’atmosfera davvero piacevole. Cieli Immensi è un brano mi piace molto perché è di largo respiro, ha un bel testo e soprattutto si ricorda. Non aspettatevi dei look particolarmente esagerati, come quella gonna di un metro e mezzo che avevo messo all’Ariston tempo fa. Però questa volta avrò i tacchi e questa per me è già una notizia. Soprattutto perché io canterei sempre e solo a piedi nudi.

Ha sentito gli altri pezzi in gara? Ce n’è qualcuno che l’ha colpita particolarmente?

Guarda, è già tanto se mi hanno fatto sentire il mio! Non ho avuto occasione di ascoltare quelli degli altri perché sono segretissimi: non ce li fanno ascoltare perché temono che ci venga da canticchiarli in giro. E anche fosse, dico io?

Ma parliamo della serata cover. Come le è venuta l’idea di proporre brano del suo repertorio?

L’idea di proporre Tutt’al più mi è venuta così, spontaneamente. Prima avevo pensato ad altri pezzi, di altri artisti, insomma. Ma alla fine mi sono detta: “Tutt’al più non fa proprio schifo, sai?”. L’idea piacque anche a Conti che però mi suggerì di inserire un rapper all’interno del pezzo. Ho avuto la fortuna di trovarne uno davvero bravo, Fred De Palma. Ha scritto le rime che sentirete sul palco dell’Ariston in aereo, ci ha messo quaranta minuti scarsi. E sono assolutamente perfette per il brano, sembra una poesia. In generale il rap mi piace molto, ma purtroppo con la mia voce non ci sono proprio portata. Nel disco, oltre a questa cover, c’è anche Emis Killa con me nel brano Non siamo Eroi.

Perché il disco si chiama Eccomi?

So che vi aspettate una risposta tipo: “perché descrive perfettamente quello che sono oggi” e in effetti è anche così. Ma se devo essere sincera questo disco si chiama Eccomi perché era già pronto da un bel pezzo e più volte avevo annunciato che sarebbe uscito ma poi niente. A questo punto mi sembrava proprio il caso di chiamarlo “Eccomi”, nel senso di “Ci sono, ce l’ho fatta”.

E ce l’ha fatta insieme a tanti grandi nomi della musica italiana che firmano i brani del disco…

Sì, c’è il mio grande amico Giuliano Sangiorgi, c’è Zampaglione che ho conosciuto di persona tre anni fa ma ci siamo sentiti solo al telefono in occasione di questo disco, stessa cosa per Gianna Nannini che ha scritto “Possiedimi”. Lei si stava trasferendo dall’Italia all’Inghilterra, era nel pieno del trasloco. Mentre parlavamo al telefono, sua figlia Penelope, piena di vita come lei, canticchiava la mia canzone che porta il suo nome. È stato molto divertente. Con Tiziano Ferro la collaborazione è nata grazie a Canova, lui ci ha fatti conoscere ma da quel momento è nata una bella amicizia tra noi. Ma mi piace dare spazio ai giovani, soprattutto.

Ad esempio?

Ad esempio, ti dico che abbiamo vagliato più di settecento canzoni per arrivare alla tracklist definitiva. E da tutta quella ricerca non ne era uscito nulla di buono. Poi un giorno mi si è rotto il mixer di casa e sono andata a farmelo riparare. Il ragazzo che me l’ha aggiustato scriveva canzoni e gli ho chiesto di mandarmi qualcosa. Così è nata Nuvole, un brano secondo me bellissimo. Poi c’è “Ci rivedremo poi”, un brano che mi ha mandato Rachele Bastreghi. In realtà me ne aveva mandati tre ma i primi due non avevano toccato la mia sensibilità. Il terzo, sì. Ne è venuta fuori una bella cosa. A questo punro non posso non citarvi Zibba, un autore che stimo moltissimo. Io lo chiamo “il mio divano” perché quando ci vediamo, viene a casa mia, sta lì 20 minuti per fare due chiacchiere, se ne va e io so che da lì a un paio d’ore mi manderà un testo che descrive perfettamente la mia anima. Anche questa volta è andata così. E l’ispirazione, evidentemente, gli viene sempre sul mio divano. Da qui, il soprannome.

E lui come la chiama?

Strambelli.


Sono 50 anni che fa questo lavoro. Avrebbe potuto benissimo andare all’Ariston come superospite, perché presentarsi in gara?

Perché spero in altri cinquant’anni di carriera, ovvio (ride, ndr). In realtà se penso che sono 50 anni da quando ho iniziato un po’ mi sento vecchia. Ma, davvero, non me ne frega niente: ogni volta che salgo sul palco sono ancora la donna più felice del mondo. Sono stata fortunata.

Se oggi fosse all’inizio della sua carriera, partecirebbe ad un talent?

Non credo proprio. Io studio musica da quando ho tre anni…

Ah, scusi la domanda, allora…

No, ma dai talent sono usciti anche artisti molto bravi come Marco Mengoni e quell’altra, come si chiama…Emma. Io non avrei mai potuto partecipare a un talent più che altro perché ho sempre avuto un carattere molto particolare. A sedici anni mettevo già in riga tutti. Il problema dei talent, secondo me, è che chi esce da lì tende a fare un primo pezzo d’impatto e poi tutti gli altri saranno su quella falsariga lì, come fossero destinati a fare canzoni sempre uguali. Non c’è ricerca né sperimentazione. E invece dovrebbe esserci.


Beh, da come parla potrebbe fare il giudice in un talent…

No, in quel ruolo mi sentirei davvero in imbarazzo…Non è bello dover dire a qualcuno che i suoi sogni rischiano di rimanere tali per sempre, non so se ce la farei…

Ma se a 16 anni già metteva in riga tutti!

Sì, ma chi ho messo in riga se lo meritava. Bisogna farlo quando serve.

A proposito, a 16 anni lei ha iniziato a cantare al Piper. Se ci tornasse oggi, cosa canterebbe?

Il Piper fa talmente schifo adesso che sarebbe difficile cantare. Oggi canterei un pezzo di Nina Simone, I put a Spell in you.