Ron, conferenza stampa pre-Sanremo 2017
Ron parla di Sanremo 2017, del brano sanremese e del repack dell’album – La conferenza stampa.
Ron torna in gara al Festival di Sanremo per la settima volta nella sua carriera con il brano L’Ottava Meraviglia, brano che sarà contenuto nell’edizione speciale del doppio disco La forza di dire sì, in uscita venerdì 10 febbraio 2017. Questa edizione, oltre al brano sanremese, conterrà anche un secondo inedito: Ai confini del mondo.
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Qual è la forza delle canzoni d’amore? “La loro forza è il nostro bisogno d’amore continuo. Ci sentiamo soli, basta guardare fuori dalla finestra o in televisione e ti senti solo. C’è bisogno di qualcuno con cui condividere la vita e quindi l’amore diventa ogni cosa”.
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Come è nata la canzone sanremese, L’Ottava Meraviglia? “La canzone è arrivata senza cercarla troppo. Mattia del Forno mi ha portato un inizio molto bello, poi abbiamo iniziato a lavorarci con Emiliano Mangia e Francesco Caprara dei La Scelta. Mi piace molto lavorare con loro, quando ci mettiamo a suonare insieme arrivano delle cose. Di cosa parla? Ci troviamo in un momento difficile, ci sparano da tutte le parte ed è dura sopravvivere. Il fulcro è la persona che hai al fianco che diventa davvero l’ottava meraviglia”.
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Nel ritornello c’è un riferimento all’America: cosa rappresenta? “L’America è sempre stato il sogno, ci sono andato per la prima volta a 17 anni e ho avuto la fortuna di andare a cantare al Madison square garden. Erano altri tempi. Oggi andare in America significa presentarsi in un locale con una chitarra, chiedere di poter cantare e ricevere una risposta positiva. Mi è successo ed è stata una sensazione meravigliosa. L’America è ancora il sogno. Certo, la parola Trump è ingombrante come lo è lui e fa anche paura”.
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L’Ottava Meraviglia è stata l’unica canzone presentata alla commissione del Festival? “Son state presentate tre canzoni, è stata scelta L’Ottava Meraviglia. Ai Confini del Mondo è arrivata in un secondo tempo, abbiamo pensato che anche lì parliamo di speranza e voglia di ricominciare”.
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Come si approccerà a questo Festival? “In maniera diversa. La mia prima apparizione a Sanremo fu nel ’70, avevo sedici anni. Ero bellissimo e avevo un sacco di ragazzine che mi correvano dietro. Ero appena uscito dalla scuola, entrai in questo mondo con una forza spaventosa. Quando rivedo quel filmato, invidio quella forza. Gli altri Festival viaggiavano insieme ad un mio iter di lavoro e musica, cominciavo ad essere responsabile”.
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Cosa si aspetta da questo Sanremo? “Il piacere di andare a Sanremo con Carlo Conti e Maria de Filippi è forte, sono due persone intelligenti che sanno ascoltare e parlare. Questo è importante per chi fa il nostro lavoro. Son capitato, in passato, a Festival isterici. E poi avevo un sogno da realizzare completamente, legato a questo disco che è uscito a favore della ricerca per la Sla. E’ un disco a cui ho lavorato tanto, con 24 artisti eccezionali che hanno duettato con me, e che è uscito esattamente un anno fa. E’ stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Abbiamo anche avuto soddisfazioni, però non abbiamo avuto una cifra consisente da consegnare all’Aisla per questa maledetta malattia. Ci vuole molto danaro per fare ricerca e non mi sono accontentato”.
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Senza questo progetto, non ci sarebbe stato Sanremo? “Non ci sarebbe stato Sanremo. Primo perché non avrei avuto un disco nuovo. Questa era un’occasione”.
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Per quanto riguarda la cover, perché Insieme a te non ci sto più e poi perché Annalisa? “Insieme a te non ci sto più è una canzone che ho amato fin da bambino, ci facevo i concorsi per Voci Nuove. Era un mio cavallo di battaglia. Me la sono voluta riprendere per questa occasione. Circolava anche Piazza Grande tra le canzoni papabili, però mi sembrava più onesto con una canzone diversa. Nel ’14 ci sono andato con una canzone di Lucio, non mi sembrava di buon gusto ripetermi […] Annalisa è eccezionale, è un outsider. La trovo protagonista, ha delle idee, non si lascia facilmente influenzare. E’ una di quelle che potrebbe stare in America a fare il suo lavoro”.
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Com’è la musica oggi? “Adesso ci sono i talent. I ragazzi che arrivano da lì sono più abituati al palcoscenico e anche ad una giuria. Sono anche avvantaggiati ad essere votati. E’ giusto che ci siano, è una realtà e sono onorato di essere nel cast di Sanremo con alcuni di loro. Mi piace da morire Giusy Ferreri, come Mengoni. Il loro approccio, però, è stato diverso rispetto al nostro […] Mi piace molto Ermal Meta, faccio ancora fatica con i rapper. Sto cercando di trovare un’armonia gradevole tra come cantano e quello che cantano. In fondo i grandi rapper americani, sono pure intonati. Ancora in Italia sento qualcosa che fa a pugni con testi molto belli”.
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Quando partirà il tour? “Dal 6 marzo viaggeremo per i teatri d’Italia. Il 6 marzo apriremo al Teatro Arcimboldi di Milano con una serata di festa, dove ce la metteremo tutta per far venire più gente possibile. Il tutto, anche lì, andrà alla raccolta per i fondi per la ricerca per la Sla”. A Milano ci saranno Annalisa, Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La Scelta, Nek, Francesco Renga e Syria.