Premio Tenco: Baustelle e Luci della Centrale Elettrica tra i migliori dell’anno
Gli oltre cento giornalisti chiamati a votare per la fase finale del Premio Tenco – riconoscimento alla nostra migliore musica d’autore – hanno decretato i vincitori delle Targhe di questa edizione. Miglior disco dell’anno è risultato “Amen” dei Baustelle (al fondo trovate la loro dichiarazione a caldo, dopo l’annuncio). Un grande riconoscimento per la band
Gli oltre cento giornalisti chiamati a votare per la fase finale del Premio Tenco – riconoscimento alla nostra migliore musica d’autore – hanno decretato i vincitori delle Targhe di questa edizione.
Miglior disco dell’anno è risultato “Amen” dei Baustelle (al fondo trovate la loro dichiarazione a caldo, dopo l’annuncio). Un grande riconoscimento per la band e una bella svecchiata per un festival prestigioso che rischiava di girare troppo intorno a sé stesso. Che i Baustelle vincano su nomi indiscutibili come De Gregori e Vecchioni, al di là del discorso sul merito, è certamente un esito importante, un segnale che si sa guardare anche avanti.
Stesso discorso per l’esordiente dell’anno, Le Luci della Centrale Elettrica. Altro approccio non convenzionale (e indipendente) alla musica d’autore: personalmente sono molto contento per Vasco Brondi: questo il nome all’anagrafe dell’originale giovane cantautore.
Per l’opera in dialetto la spunta un nome ormai veterano del Club: Davide Van De Sfroos con il suo “Pica!”. Il premio al migliore interprete va invece a Eugenio Finardi e al suo tributo a Vladimir Vysotzky intitolato “Il cantante al microfono”.
Onestamente avrei preferito di gran lunga vedere riconosciuto l’impegno e la carica degli ‘A 67 per il disco in dialetto. E come interpreti mi sarebbe piaciuto fossero premiati la classe di “Musica Nuda 55/21” o il coraggio di Syria per la sua svolta indie (magari in un bel pari-merito).
In ogni caso i finalisti erano tutti di livello e anche questa edizione si prospetta interessante e di qualità. In attesa di conoscere il programma completo della rassegna e gli altri premi, tra qui quello alla carriera all’artista internazionale, ecco i finalisti di ciascuna categoria, in ordine di piazzamento:
Miglior Album:
1 Amen (Baustelle)
2 Safari (Jovanotti)
3 I milanesi ammazzano il sabato (Afterhours)
4 Di rabbia e di stelle (Roberto Vecchioni)
5 Per brevità chiamato artista (Francesco De Gregori)
Miglior Album d’Esordio:
1 Canzoni da spiaggia deturpata (Le luci della centrale elettrica)
2 Parole Sante (Ascanio Celestini)
3 Vago svanendo (John De Leo)
4 La parola che consola (Banda Elastica Pellizza)
5 Mala Tempora (Paolo Simoni)
Miglior Album in Dialetto:
1 Pica! (Davide Van De Sfroos)
2 La padrona del giardino (Carlo Muratori)
3 Suburb (‘A 67)
4 Donna Rita (Rita Botto)
5 Une primavere (Luigi Maieron)
Miglior Album di Interprete:
1 Il cantante al microfono (Eugenio Finardi interpreta Vladimir Vysotzky c/ Sentieri e Boccadoro)
2 F. à Léo (Capelli-Fresu-Garica-Testa-Zanchi)
3 Un’altra me (Syria)
4 Musica Nuda 55/21 (Petra Magoni e Ferruccio Spinetti)
5 Compagnia Cantante (Alessio Lega)
Così Francesco Bianconi dei Baustelle, dopo aver ricevuto la comunicazione della loro vittoria:
Siamo veramente orgogliosi di questo riconoscimento. E’ un premio alla fatica, alla dedizione, e alla fede con cui da anni facciamo musica. Personalmente, sono anche molto felice del fatto che ci si sia resi conto che lo spirito che anima le canzoni di Tenco e degli altri grandi cantautori italiani venga riconosciuto anche all’interno della musica non propriamente “cantautoriale”. Basta barriere, basta settori. Parafrasando Celentano, Tenco era “rock”.