Home X Factor 2018, Lodo Guenzi giudice. Manuel Agnelli: “Non trovo niente di male nella sua decisione di accettare, cambiare idea non è per forza un male”

X Factor 2018, Lodo Guenzi giudice. Manuel Agnelli: “Non trovo niente di male nella sua decisione di accettare, cambiare idea non è per forza un male”

Manuel Agnelli promuove la scelta di Lodo Guenzi come giudice al posto di Asia Argento (ma continua ad apprezzare la regista e attrice nel ruolo avuto fino alle Home Visit).

pubblicato 15 Ottobre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 18:15

Manuel Agnelli ha rilasciato un’intervista su Vanity Fair, commentando la scelta di Lodo Guenzi come giudice a X Factor 12 al posto di Asia Argento, sostituita dopo lo scandalo che ha travolto, nelle scorse settimana, l’attrice e regista-

Non trovo niente di male nella sua decisione di accettare. Poteva avere opinioni diverse in passato sui talent, così come le avevo anch’io, anche se in modo differente dal suo. Ma quando poi vai a conoscere una situazione nel profondo, cambiare idea non è per forza un male

Aver accettato non è sinonimo di incoerenza, per Agnelli, nonostante le parole pronunciate dal leader de Lo Stato Sociale “in tempi non sospetti”:

Nasci rockstar, muori giudice a un talent show è stata scritta prima dell’ultima edizione di X Factor (precisazione dovuta al fatto che si sospettasse che il brano fosse stato pensato per criticare Manuel Agnelli) e non pensiamo che i talent siano il male. Semplicemente non sono qualcosa che può interessare a qualcuno come noi. Il talent per me rappresenta la strada più difficile dal momento che ho sempre preferito suonare al pub sotto casa. Non mi sentirei libera dentro a un talent o prendere direttive da una major che mi impone di fare questo o quell’altro, compresa la testimonial di una pubblicità.

Ha poi continuato, sottolineando il grande ruolo e le capacità di Asia Argento nelle fasi precedenti ai live show:

È un tipo intelligente, molto televisivo, saprà rappresentarsi e fare bene. Certamente, si sa, avere Asia in giuria per me rappresentava altro, perché avevamo lo stesso modo di intendere la musica. Con lei vicino mi sentivo più forte nel difendere il mio modo di vedere la musica, non per forza quella da grandi numeri o fatta per vendere dischi. La musica non solo è una forma d’arte, e non voglio fare il radical chic, ma è molto di più. Invece sta passando il concetto che, solo se riesci a avere successo, hai un senso. Le persone che mi hanno più influenzato a livello artistico non hanno avuto un grande successo, anzi. Ma sono state fondamentali per me e migliaia di altre persone. Sono stato fortunato nell’aver potuto portare avanti un discorso musicale, che se oggi è ancora difficile, trent’anni fa era addirittura impensabile