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The Verve: “Forth” – La recensione

A poco meno di un mese dall’uscita dell’album, ecco la recensione di “Forth” dei The Verve. Brani che durano oltre i 6 minuti, un fascino strumentale accattivante e stordente. Un rock che vuole essere pop che vuole essere patinato, ma non lo è fino in fondo. Non arriva al primo ascolto, ti ipnotizza in modo

di aleali
pubblicato 2 Ottobre 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 19:41

A poco meno di un mese dall’uscita dell’album, ecco la recensione di “Forth” dei The Verve. Brani che durano oltre i 6 minuti, un fascino strumentale accattivante e stordente. Un rock che vuole essere pop che vuole essere patinato, ma non lo è fino in fondo. Non arriva al primo ascolto, ti ipnotizza in modo insano negli ascolti successivi.

E’ un album che si accomoda su un’identità musicale piuttosto trita che non incide fino in fondo l’ascoltatore rendendolo dipendente. Ecco l’insanità del disco: è un esperienza sonora ad atto unico, difficile da ripetere, come un bel film che non ha nulla di eccezionale che valga la pena rianalizzare nelle singole scene. Rimane sospeso.

Un punto di forza è certamente la bellissima voce di Richard Ashcroft e la potenza d’incanto di un pezzo come “Love is noise”, brano fin troppo commerciale per chi invece ama l’anima più psichedelica e viaggiante della band. Quarto album, tentativo di reunion da non buttare via, si è fatto un passo in avanti, come recita il titolo. Ma ci si aspettava miglia di più dopo 10 anni di attesa.

La pagella di Soundsblog
The Verve – Forth

Sit And Wonder – Voto: 8
Love Is Noise – Voto: 8
Rather Be – Voto: 7
Judas – Voto: 6
Numbness – Voto: 7
I See Houses – Voto: 6
Noise Epic – Voto: 7
Valium Skies – Voto: 7
Columbo – Voto: 7
Appalachian Springs – Voto: 8

Voto complessivo: 7

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