C’è Da Fare, la canzone di Kessisoglu e Friends per Genova: conferenza in diretta
La canzone dedicata alla tragedia del Ponte Morandi cantata da 25 big della musica.
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12.15
Paolo Kessisoglu: “Questo è un progetto, è un concetto di rimboccarsi le maniche dopo quello che è accaduto, non solo una canzone. Quando è successo ero lontano e non potevo fare granché, ho scritto questa canzone: ho avuto molto tempo per crearla, per pensarla e per pensare a chi avrebbe potuto collaborare per farlo diventare un progetto sociale in modo da guadagnare dei proventi con la vendita del cd e per veicolare un messaggio. Volevo che l’organo che avrebbe avuto i proventi dalla vendita del disco fosse genovese, perché è giusto che una associazione radicata in quel territorio capisca cosa fare.”.
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“C’è l’adesione di 25 cantanti. Dalla tradizione della nostra canzone italiana ai più giovani come i rapper che potrebbero essere i miei figli. Sono orgoglioso di essere riuscito a unire così tante star di età diverse e generi diversi”.
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Fabio Gargiulo è il co-produttore del brano.
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“Spero che questo lavoro possa portare tanto guadagno. Il progetto è serio, ma può essere modulabile in base a quanti soldi riusciremo a raccogliere”.
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L’esponente dell’associazione Occupy Albaro: “La nostra è un’associazione genovese nata da quattro amici che volevano sistemare il proprio quartiere. Dalle aiuole di casa siamo passati ai parchi e a ben altri progetti. Quando abbiamo ricevuto questa investitura da Paolo abbiamo chiesto una collaborazione dalla regione Liguria. Il nostro sogno è realizzare un centro sportivo nell’area della caduta del ponte, in modo che rimanga qualcosa per sempre grazie a Paolo, ai 25 cantante e a Oro Saiwa”. Paolo: “L’idea è che si ridia vita a qualcosa di nuovo nella zona dov’è successo. E’ importante che compriate questo disco: c’è bisogno e si possono fare un sacco di cose”.
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Paolo: “Radio Italia ha sostenuto il progetto dandoci il loro studio di registrazione, volevo ringraziarli”.
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Ilaria Cavo, assessore alla cultura della regione Liguria: “La delicatezza con cui Paolo ha scritto questa canzone è la stessa sensibilità che lo ha portato a coinvolgere le istituzioni quando il progetto ha preso corpo. Il fatto che siano venuti a chiedere a noi il nostro sostegno e la nostra garanzia credo sia stato un passo importante. Essere qui oggi significa che quello che sarà ricavato sarà destinato veramente alle necessità del quartiere. C’è un sogno: si farà di tutto affinché il sogno venga rispettato per creare un servizio al quartiere, il più possibile in campo sportivo. Ci sarà un bando di gara, una progettazione, un piano. Ci saremo, condivideremo: non sarà sprecato nemmeno un euro. Faremo un regalo alla città”.
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“Questa canzone ha una doppia valenza: di raccolta fondi di beneficenza, ma anche di promozione. Che sia un altro modo per dire che Genova c’è”.
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Paolo: “La più grande soddisfazione è riuscire a far dire a Morandi la parola ‘bisagno’, un fiumiciattolo che nessuno conosce. Forse è la prima e l’unica volta che bisagno entra in una canzone”.
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Via con le domande. Paolo scrive spesso canzoni? “Ne scrivo, ce ne sono tante nel cassetto. Mi piace scrivere musiche per film… che non esistono ancora ma un giorno esisteranno”.
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Perché si è scissa la coppia con Luca? “Voi siete dei bei tipi. Sono 25 anni che ci chiedete ‘Pensate mai di separarvi?’. Ora che faccio un progetto da solo chiedete ‘Ma l’altro dov’è?’. Questo è un progetto mio. Anche se neppure io volevo cantare perché non mi sento cantante, ho cantato solo due frasi. Sono prima musicista e poi attore, perché ho iniziato prima a suonare e poi a fare lo scemo sul palco”.
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Sono pochi i genovesi (solo Fossati, Paoli e Izi), come mai? “Quando hai uno dei rapper più promettenti, quando hai uno come Fossati che non tornava davanti al microfono da un po’ e quando hai uno come Paoli, puoi anche scordarti di qualcun altro. E’ un puro caso che ci siano solo loro tre. Ci sono delle scelte di cuore come Gianni, con cui abbiamo condotto Sanremo insieme. Giuliano viveva un momento pericoloso con la paternità e l’incidente a Lele ma ha voluto esserci. Sono anche scelte di testa per creare un impasto eterogeneo. Più l’ascolto e più mi rendo conto che l’impasto è stato buono”.
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“Sony ha rinunciato a tutto affinché tutti i soldi vadano ad Alvaro. La Siae ha fatto in modo che tutto vada a Occupy Albaro. Anche io ho ceduto tutti i miei diritti per tre anni. Se le cose si fanno bene, si fanno. E’ giusto che tutto vada a chi debba andare. La politica, quella ligure, ci sta sostenendo. Ci sono cose complicate. Abbiamo provato a ottenere un numero solidale, ma non ci siamo ancora riusciti. Se la politica volesse sostenerci, si facessero avanti… “.
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Questa canzone era stata proposta a Sanremo cantata da Ayane, Molinari e Zilli. Perché non è stata scelta? “E’ stato molto complicato. Non so bene dire. Sanremo l’ho condotto e so com’è, quando c’è Sanremo è la cosa più importante anche più del bombardamento della Libia. E’ una settimana di follie. All’interno di quella follia ci può essere stato il non accorgersi di quanto la canzone, per il momento storico, fosse abbastanza adesa al contesto. Probabilmente è stato gestito di fretta e non ci siamo riusciti, ma senza polemica”.
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Come è stato convinto Fossati che aveva annunciato di ritirarsi? “Questo non è il brano con cui Ivano ha scelto di ritornare alla canzone, perché non lo è. Ho avuto la sua mail e gli ho scritto con un primo demo casalingo della canzone. Pensavo di gettare un sasso in uno stagno. Dopo quattro ore mi è arrivata la sua risposta. Non ero ancora convinto che potesse diventare un progetto sociale, questa risposta così solerte mi ha convinto a fare andare avanti. L’idea di poter introdurre il pezzo con la sua chitarra è stata sua, mi sembrava bella anche l’immagine di aprire con lui”.
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“Tutti mi hanno detto: sì, vengo, punto. Poi c’è stato un grande lavoro, non era facile raccoglierli tutti in due giorni. Quando l’idea è buono e c’è un progetto importante mi pare che la musica italiana risponda presente”.
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Ci sarà anche un cd fisico o un vinile? “Domani uscirà il supporto fisico”.
Questa mattina Paolo Kessisoglu presenta alla stampa C’è da Fare, la canzone scritta e composta per la tragedia del Ponte Morandi di Genova. Ad inciderla insieme al 50% del duo Luca e Paolo 25 artisti, alcune tra le migliori voci del panorama musicale italiano: Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J-Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazze’, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari.
Il progetto artistico è stato prodotto grazie allo storico marchio genovese Oro Saiwa, e tutti i proventi saranno devoluti all’associazione Occupy Albaro che in accordo con Regione Liguria e Comune di Genova, è stato concordato destinerà i proventi raccolti ad un progetto mirato alla riqualificazione territoriale e alla migliore vivibilità della Valpolcevera, ovvero a favore della cittadinanza che ha subito (e nel prossimo futuro dovrà subire), i maggiori disagi dovuti al crollo del Ponte. Dal 22 febbraio il brano sarà in rotazione radiofonica e in vendita.