Home Recensioni musicali Coldplay: “Prospekt’s March” – La Recensione

Coldplay: “Prospekt’s March” – La Recensione

A meno di sei mesi dall’acclamato “Viva la Vida or Death and All His Friends” i Coldplay hanno rilasciato alla fine di novembre l’EP “Prospekt’s March”, 8 tracce (tra inediti, rielaborazioni e ‘aggiornamenti’) che proseguono sulla strada della sperimentazione intrapresa col supporto di Brian Eno.Il rischio preso con la nuova direzione sonora ha ripagato con

di piero
pubblicato 4 Dicembre 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 18:33

A meno di sei mesi dall’acclamato “Viva la Vida or Death and All His Friends” i Coldplay hanno rilasciato alla fine di novembre l’EP “Prospekt’s March”, 8 tracce (tra inediti, rielaborazioni e ‘aggiornamenti’) che proseguono sulla strada della sperimentazione intrapresa col supporto di Brian Eno.

Il rischio preso con la nuova direzione sonora ha ripagato con gli interessi, aldilà di ogni più rosea aspettativa di Chris Martin e compagni: “Viva la Vida” ha segnato record di vendite e consensi in tutto il mondo diventando una pietra miliare del pop-rock contemporaneo.

In quest’ottica (filosofica e commerciale) trova probabilmente una ragion d’essere la nuova release su etichetta Parlophone/EMI, di cui dopo il salto trovate la recensione con commenti e voti ad ogni singolo brano.

Life in Technicolor II = Formula vincente non si cambia: come in “Viva la vida” anche qui il prologo viene affidato a “Life in Technicolor”, ma in una nuova versione estesa con testo. Il ritocco aggiunge sostanza a una traccia già bella. Voto 8

Postcards From FarAway = Un pillola di appena 50 secondi, una delicata sequenza di note al pianoforte che di tanto in tanto la band esegue dal vivo in tour. Carina, un po’ inutile ma carina! Voto 6,5

Glass of Water = Era indicata tra i papabili singoli estratti dal disco, in effetti è una canzone che potrebbe funzionare alla radio. Molta chitarra, bel ritmo, ritornello ad effetto. Voto 8

Rainy Day = Fin dall’ inizio scanzonata e “facile”, immediata. Un violino qua e la irrompe nella struttura quasi funky, non manca il coretto acchiappa-applausi. Dedicato a quanti gli rimproverano di saper fare solo pezzi lugubri e deprimenti. Voto 8

Prospekt’s March = La title-track, signori e signore. Il ritmo cala, come il tono della voce. Assolutamente non un inno alla gioia, anzi. Ma indicata per certe occasioni. Da aggiungere alla playlist malinconico/riflessiva sull’iPod (se ce l’avete, io ce l’ho!), assieme a molte delle hit passate del gruppo. Voto 7

Lost + = Traccia nota ai più, già propinata in tutte le salse o quasi. Questa è una delle tante versioni che circolano, vede la partecipazione di Jay–Z che rappa tra una strofa e l’altra. Piacerà agli amanti delle contaminazioni tra generi, io non la reputo il massimo.La acoustic version è quella che continuo a preferire Voto 7

Lovers in Japan (Osaka Sun Mix) = Altra vecchia conoscenza, l’anello di congiunzione tra “Viva la Vida” e questo EP. Il bel video impazza su MTV e comincia a sentirsi in radio. Senza l’appendice di “Reign of love” guadagna in freschezza ed efficacia. Voto 7

Now my Feet Wont Touch the Ground = 2 minuti e mezzo di voce, chitarra…e poco più. Trascurabile, essenziale e senza fronzoli, non aggiunge nulla al complesso. Come B-Side non avrebbe fatto scontento nessuno. Voto 6

Nel complesso “Prospekt’s March” è un’opera discreta, gradevole, qualcosa meno di un album “vero” ma sicuramente molto più di una raccolta di scarti di “Viva la vida”. Qualcuna delle tracce non avrebbe sfigurato in quella tracklist, ma forse appesantito un’opera di per sé già difficile, bisognosa di molti ascolti per essere metabolizzata e compresa. Voi cosa ne dite?

Recensioni musicali