Il Volo, We are Love: intervista di Soundsblog al gruppo italiano consacrato negli Usa (e reduce dal tour con Barbra Streisand)
Il Volo, We are love: i tre tenori italiani intervistati da Soundsblog, leggi le notizie, news e i successi della band
Proprio poche ore fa abbiamo parlato dell’uscita del nuovo album de Il Volo
We are love è il secondo disco del gruppo e vanta anche due collaborazioni interessanti al suo interno: Placido Domingo ed Eros Ramazzotti. I componenti del gruppo sono Piero Barone (19), Gianluca Ginoble (17) e Ignazio Boschetto (18) e l’Lp è prodotto da Ron Fair e Michele Torpedine.
Il loro curriculum è davvero impressionante, soprattutto se paragonato alla loro giovane età. Sono stati ospiti di American Idol, Good Morning America, The Today Show, The Tonight Show with Jay Leno, Ellen, The Talk, Rachel Ray e nell’episodio finale di “Entourage” della HBO. Sono stati anche in tour con Barbra Streisand. Hanno alle spalle tour europei e americani (40 date solo tra Stati Uniti e Canada), si sono esibiti davanti al Principe Alberto II, all’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e sono entrati con il loro album omonimo nella top ten della Billboard Hot 200. Il 28 novembre 2012 parteciperanno alla cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale al Rockelfeller Center di New York, trasmesso anche in diretta dalla NBC.
In occasione dell’uscita del loro secondo album abbiamo voluto intervistarli. Potete leggere le risposte dopo il salto:
Perché il titolo “We are love”?
Vuole essere un messaggio globale di pace e di amore. E’ un amore non solamente inteso come quello di coppia, ma proprio l’amore in senso universale, come quello che puoi provare per un parente, per un amico. Universale.
“I don’t to miss a thing” e “Beautiful Day”: come mai la scelta di questi due brani?
Ci sono otto canzoni nuove e quattro cover. La canzone con Placido Domingo, una grande emozione. Abbiamo, inoltre, voluto fare il brano degli Aerosmith in italiano, modificandolo e chiamandola “Questo amore”. E’ difficile anche da riconoscere al primo ascolto. Il nostro co-manager americano -che è stato il manager degli Aerosmith- quando l’ha ascoltata non l’ha riconosciuta. Un contrasto tra le nostri voci e una canzone rock. Abbiamo scelto queste due perché ci piacciono proprio particolarmente
Il vostro curriculum è infinito… Ad esempio, Barbra Streisand, come è andata?
Penso sia stata una delle più grandi soddisfazioni avute nella nostra carriera fino ad adesso. Sappiamo tutti chi è, cosa ha fatto e quanto grande lei sia. Abbiamo passato questo periodo con lei molto intenso,ben dodici concerti. Abbiamo ascoltato ogni consiglio, è una persona fantastica ed è una delle persone più umili che io abbia mai conosciuto. Non siamo stati solo nell’apertura delle tappe ma abbiamo proprio cantato con lei, vere e proprie “special guest”. Ci chiedeva ad esempio, davanti a tutto il pubblico, “Quanti anni avete?” e noi “19…18…” e lei “Potreste addizionare tutte le vostre età e non sarà mai come la mia!”. E’ molto ironica. Anche nelle prove, a Los Angeles parlavamo dei nostri capelli!
La vostra esperienza americana che sensazioni vi ha dato finora e vi sta dando?
La nostra carriera si svolge soprattutto in America. E’ un Paese grandissimo. Siamo tornati una settimana fa dagli Stati Uniti e domani siamo ancora a New York. Abbiamo fatto un tour di 36 concerti e altri 12, quasi quattro mesi fuori casa. Poi quattordici concerti in Sud America (Perù, Colombia, Argentina, Messico, Venezuela…) Tutto il centro America e Sud America. Abbiamo avuto nomination ai Latin Grammy Awards… A volte la gente ci chiede “Dove vivete?”. Sull’aereo, ogni tot giorni, un letto diverso
Domanda banale ma a questo punto ‘necessaria’. Siete molto giovani, tutto questo a volte non vi pesa? Non è facile da gestire magari per tutti…
Noi sognavamo di fare questo, all’età di 17 anni lo stiamo facendo e non possiamo desiderare altro. A volte si pensa “Quanta voglia ho di fare una partita a calcio!”. Però adesso noi stiamo costruendo il nostro futuro e penso che non ci sia cosa più bella di poterlo fare a quest’età. Meno partite oggi, più partite domani! (ridono)
Grandi collaborazioni, top ten della Billboard, Barbra Streisand, ospiti da Jey Leno, Ellen DeGeneres, Good Morning America, American Idol… Cosa vi manca?
Gli American Grammy… magari! E’ il sogno di tutti i cantanti e di tutti gli artisti, stare nella Walk of fame. Un sogno che speriamo possa accadere tra venti, trent’anni.
Un duetto che sognate?
Con Bono del U2, magari proprio per “Beautiful Day”!
Descrivete l’album ai lettori?
E’ un Lp molto più elegante e raffinato, abbiamo finalmente un nostro repertorio. Il primo album era di cover (Un amore così grande, O sole mio), abbiamo mostrato le nostre capacità vocali cantando grandi pezzi. In questo disco pensiamo che ci siano canzoni all’altezza del primo. Daremo modo alle persone di sentire che non solo cantiamo canzoni classiche in chiave pop ma anche generi diversi, dalla collaborazione con Eros Ramazzotti a quella con Placido Domingo
Arriviamo proprio a loro. Eros Ramazzotti e Placido Domingo. Come è stata l’esperienza?
Eros è un giocherellone, è come un nostro fratello più grande, ci siamo divertiti da morire. Indimenticabile. Lavorare con questi grandi artisti è bello perchè ti fanno sentire a tuo agio, impari moltissimo e cresci ogni giorno. Parlando di Domingo, lui è la storia dell’Opera, ci ha dato tanti consigli.
Italia e America a confronto. Voi siete esplodi, anni fa, col programma “Ti lascio una canzone”, incentrato sulla musica, così come altri talent show italiani, Amici o X Factor. Da noi ancora sembrano esserci pregiudizi su personaggi “nati e conosciuti” prima in tv. In America, invece, la situazione sembra ben diversa… Avete visto anche voi queste differenze?
Sì, nel programma “The Voice” ci sono Christina Aguilera e CeeLo Green, in “American Idol” ci sono stati Jennifer Lopez e Steven Tyler, i più grandi artisti mondiali e americani che fanno i giudici. Questa è la cosa bella. In Italia questo non succede e non riesco a capire il perché. Un’altra differenza è che negli Usa se hanno un artista loro, lo fanno diventare il più grande nel mondo. Questo genere di musica -quella classica- è nata qui, da noi in Italia, ma gli Americani sembrano apprezzarla di più, è più amata all’estero. Non capisco perché non possiamo anche noi amarla e portarla all’Estero più in alto possibile…
Qualcosa che non vi ho chiesto e che vorreste dirmi?
A Piero piacciono le macchine, ha appena preso la patente, è matto per ogni tipo di macchine. Io (parla Gianluca) sono matto per il calcio, ho incontrato Francesco Totti, vorrei incontrare Messi, sono un grande tifoso della Roma e del Pescara. A Ignazio piacciono gli aerei, quindi il nome Il Volo è appropriato per lui! (ridono)
Grazie a Il Volo per la disponibilità e in bocca al lupo!