Elisa : “Heart”, la recensione
5 album di studio, una manciata di raccolte per i mercati nazionali ed esteri; una lunga lista di hits arrivate in vetta alle classifiche di vendita, ugola e penna più e più volte al servizio di cinema, teatro, televisione. Autrice ed interprete di spessore indiscutibile, ha saputo conquistarsi in 12 anni di carriera una cerchia
5 album di studio, una manciata di raccolte per i mercati nazionali ed esteri; una lunga lista di hits arrivate in vetta alle classifiche di vendita, ugola e penna più e più volte al servizio di cinema, teatro, televisione. Autrice ed interprete di spessore indiscutibile, ha saputo conquistarsi in 12 anni di carriera una cerchia ristretta di aficionados prima e la grande platea nazional-popolare poi (Sanremo 2001 lo spartiacque).
Con un tale bagaglio al seguito Elisa rilancia con Heart, nuovo disco in vendita da venerdì 13 (Superstizione? No grazie!) su etichetta Sugar. Sono 14 le tracce che danno il via al nuovo capitolo dell’avventura. La ragazzina partita del profondo nord-est del Paese, tanto energica e disinvolta sopra un palco quanto schiva e riservata appena lontana da esso, di strada ne ha fatta parecchia. Torna oggi, 32enne, e appare donna consapevole oltre che artista matura e prolifica.
L’ album in diversi tratti suona più duro di quanto ci si aspettasse da una neo-mamma approdata alla soporifera convenzionale melodia italiana dopo i folgoranti esordi dal respiro internazionale. Segna in qualche maniera un ritorno (vivaddio) al passato….e fa centro pieno, di nuovo. A seguire la recensione di Heart firmata SoundsBlog con commenti e voti per singola traccia.
Per l’occasione la cantante giuliana ha deciso di esporsi ulteriormente curando anche la produzione (era già accaduto ai tempi di Lotus) assieme al musicista e compagno di vita Andrea Rigonat. Stiamo per scoprire con quali esiti, si parte.
Vortexes : Immaginate la curiosità, l’aspettativa con cui ho premuto il tasto play. Il primo minuto è di incertezza, sono in apnea. Poi arriva il ritornello… e torno su, a respirare. Ecco la Elisa che volevo, ecco la Elisa che temevo di non ritrovare. Partenza sprint, voto 8,5 di apprezzamento e incoraggiamento
And All I Need : ironia della sorte, parte questa seconda traccia e ascolto cantare nel ritornello “All I need is to go back to the start”…siamo d’accordo, Miss! Voto 7,5
Anche Se Non Trovi Le Parole : prima delle due canzoni in italiano, l’altra -già tormentone- la incontreremo tra breve. Elisa nella nostra lingua rischia spesso una deriva melensa, cosa che (a mio avviso) non accade mai neppure nella più zuccherosa delle ballad in inglese. Pregiudizio esterofilo? Chissà. Il pezzo è valido, è bello…ma le vette sono altrove. Voto 7-
This Knot : il ritmo riprende a salire, quel turututtù fa tornare per un attimo alla mente Fever. C’è poco da scrivere, e molto da ascoltare. Voto 8
Mad World : Elisa omaggia i Tears for Fears coverizzando questo pezzo datato 1982. La versione di Gary Jules inclusa nella soundtrack del film Donnie Darko l’ha conquistata e invogliata a proporne una propria rilettura. Missione compiuta con successo, voto 7,5
Ti Vorrei Sollevare : il singolo apripista, con annessa guest-star di prestigio. Se il fine ultimo era quello di promuovere su larga scala l’album in mancanza di promozione assidua (causa biberon e pannolini) va bene. Se invece era quello di anticiparne il contenuto, non ci siamo. A quelli che giudicano il regalo dalla confezione: non fatelo, non questa volta! Il brano è ben fatto, le voci si incastrano molto bene…ma l’anima di Heart va ricercata in tutt’altra direzione. Voto 6,5
Your Manifesto : nuova accelerazione, esplosione d’energia. La dama con voce angelica che poco fa ‘volava su ali di carta’ atterra e diviene ragazzaccia incazzata, tutta percussioni e scariche elettriche. Voto 8,5
The Big Dipper : ennesimo cambio di rotta, si torna alla calma. Questa parte centrale del disco è schizofrenica nel senso più positivo del termine. Quando ci si illude di averne compreso la direzione, cambia ritmo e rimescola la carte. Non resta che arrendersi, lasciarsi guidare. Voto 7,5
Someone To Love & Poems by God: tracce coinvolgenti in cui la nostra certo non risparmia voce e intensità. Voti : 8 e 7,5
Coincidences : quella specie di balbuzie ricorrente (Hi-hi-hi-hi-hi-dden /Wi-hi-hi-hi-hi-thin) non è il massimo dell’originalità, ma il pezzo alla fine risulta comunque gradevole. Voto 7+
Lisert : il brano è stato scritto oltre 10 anni fa e tenuto da parte in un cassetto…fortuna che alla fine sia venuto fuori, merita. E’ un omaggio alla sua amata terra natale, dove continua a vivere e lavorare. Voto 8
Forgiveness : ecco il secondo duetto del disco, la perla quasi nascosta in fondo. Se quello con Giuliano Sangiorgi è destinato alla heavy rotation radio/tv, questo con Antony Hegarty sarà pura gioia per le orecchie dei cultori di una ben precisa nicchia. Voci e piano con l’ausilio di archi e cori sontuosi, effetto garantito. Voto 8
Dot In The Universe : pezzo di congedo, lieve e senza grandi ambizioni. Voto 6,5
Impressioni finali? Heart è un lavoro validissimo, ha sostanza artistica senza per questo sacrificare neppure un briciolo di potenziale commerciale; i fan storici ritroveranno molto di quello che credevano d’aver perduto. Il primo singolo però strizza l’occhio ad altri, agli amanti del melodico nostrano raccolti strada facendo coi vari “tramonti di luce” e “ostacoli del cuore”.
Elisa dà l’impressione di giocare senza particolari problemi su entrambi i fronti. Riuscirà a guadagnare il consenso di questa e quella fetta di pubblico o a un certo punto dovrà scontentarne una per farsi venerare dall’altra? Ce lo dirà il tempo…voi intanto scriveteci le vostre opinioni sul disco.